A seguito della crisi di metà marzo, quando i mercati finanziari si sono sostanzialmente congelati, la Fed statunitense è intervenuta con il taglio del suo tasso di base a uno zero effettivo e con un imponente programma di acquisto di asset di circa 3 trilioni di dollari, incluso per la prima volta l’acquisto di obbligazioni societarie.
L’apparente motivo per l’intervento senza precedenti della Fed era quello di fornire un sostegno alle società a corto di contanti e minacciate di bancarotta a causa del virus. Ciò ha innescato una frenesia di prestiti, consentendo alle società di ottenere denaro dai mercati finanziari ai tassi più bassi della storia, con il risultato che l’emissione di obbligazioni societarie finora quest’anno supera già quella del 2019.
L’intervento della Fed, come altri del genere, ha portato a livelli sempre maggiori il parassitismo che forma il modus operandi dell’economia e del sistema finanziario statunitense, laddove la ricchezza prodotta socialmente viene letteralmente travasata nelle casse dell’élite finanziaria.
Un esempio? Apple non deve affrontare problemi di flusso di cassa, posto che ha centinaia di miliardi di dollari liquidi e ha annunciato entrate per il trimestre di giugno di 59,7 miliardi, con un profitto di 11,25 miliardi. E tuttavia Apple è stata una delle prime società ad approfittare delle nuove condizioni create dalla Fed.
A maggio ha raccolto 8 miliardi di dollari attraverso una nuova emissione di obbligazioni e la scorsa settimana ha fatto seguito a un ritorno sui mercati finanziari per raccogliere ulteriori 5,5 miliardi di dollari.
Secondo un rapporto di Bloomberg, l’ultima emissione di obbligazioni di Apple è suddivisa in quattro “tranche”, con la scadenza più lunga di 40 anni che produce solo 1,18 punti percentuali (118 punti base) sopra i titoli del Tesoro USA. Ciò significa che sul debito a più lungo termine Apple pagherà un interesse di poco superiore al 2,5%, con i pagamenti sul debito a breve termine ancora più bassi. Apple è riuscita a ottenere un tasso ancora più economico di Amazon, che ha dovuto pagare 130 punti base al di sopra del tasso sui titoli del Tesoro quando ha emesso nuovo debito.
Piatto ricco mi ci ficco, e così Google ha ottenuto soldi pagando solo 108 punti base. Al di fuori del comparto tecnologico, Visa Inc. e Chevron Corp. hanno stabilito tassi bassi record su nuove emissioni all’inizio di questa settimana, ma per obbligazioni che maturano prima.
Il denaro raccolto in questo modo non deve essere utilizzato da Apple per espandere la produzione e gli investimenti o per finanziare nuove ricerche, per non parlare della creazione di posti di lavoro. È dedicato al finanziamento del riacquisto di azioni proprie e al pagamento di dividendi e per altri “scopi aziendali generali”.
Senza dubbio parte di questi “scopi aziendali” avranno ad oggetto misure di ingegneria finanziaria e il pagamento di fiscalisti e avvocati per ideare nuovi metodi per evitare le tasse.
Senza dubbio parte di questi “scopi aziendali” avranno ad oggetto misure di ingegneria finanziaria e il pagamento di fiscalisti e avvocati per ideare nuovi metodi per evitare le tasse.
Lo scopo di queste misure è un trasferimento di ricchezza nelle mani di azionisti e dirigenti delle aziende e di grandi investitori come il multimiliardario Warren Buffet.
I riacquisti di azioni proprie, finanziati dal debito reso disponibile a tassi bassissimi, aumenta il prezzo delle azioni della società ritirando le azioni dal mercato. I restanti azionisti realizzano una plusvalenza e i dirigenti aziendali vengono premiati attraverso un sistema in cui la loro remunerazione si basa sull’andamento della società in borsa.
L’aumento della valutazione di mercato di Apple è solo un aspetto, rilevante, del parassitismo che caratterizza il modo di accumulare profitti delle corporazioni (**). Sulla stessa falsariga è ciò che accade comunemente e un po’ dappertutto. Non è certo da oggi, ma mai in misura come dopo la crisi del 2008. Quando si parla di capitalismo di rapina, ci si riferisce anche a questo.
Il “modello Apple” di accumulazione della ricchezza è solo uno degli esempi più eclatanti di ciò che avviene in generale (*).
Attraverso il suo programma di riacquisto di azioni proprie, Apple è diventata la prima azienda al mondo a raggiungere una valutazione di mercato di 1 trilione di dollari nell’agosto 2018, con un aumento di 300 miliardi nei tre anni precedenti.
L’escalation degli ultimi cinque mesi, sulla scia dell’intervento massiccio della Fed, la capitalizzazione di mercato di Apple è ora di circa 1,9 trilioni e presto raggiungerà i 2 trilioni, un raddoppio in soli due anni.
Una valutazione di mercato superiore già ora al PIL del Canada, la decima economia del mondo, e sarà pari al PIL dell’Italia.
(*) Apple e altre aziende high tech sostengono che i prezzi elevati dei loro prodotti siano il risultato di costi associati alla ricerca e all’innovazione. In realtà sono il risultato della monopolizzazione della conoscenza, spesso sviluppata nel settore pubblico. La tecnologia di base in un iPhone – le batterie, il touch screen, il riconoscimento vocale, Internet – è stata il risultato di una ricerca finanziata con fondi pubblici.
Secondo delle stime, nel decennio 2010-019 le società dell’indice S&P 500, che costituiscono l’80% della capitalizzazione del mercato azionario statunitense, hanno speso 5,3 trilioni di dollari, il 54% dei loro profitti, per riacquistare azioni proprie. Altri 3,8 trilioni di dollari, o il 39%dei profitti, sono stati distribuiti come dividendi. Ciò significa che in quel periodo solo il 7% dei profitti è stato utilizzato per investimenti nell’economia reale.
mentre il sottoscritto si ostina a trovare tutti gli espedienti per risparmiare 10 euro quando va a fare la spesa .... GS
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