La Cina sta raggiungendo la parità con gli Stati Uniti in molti settori strategici. È integrata nell’economia globale, sviluppa le proprie fonti nazionali di high-tech, dunque non imita semplicemente ma sviluppa aziende sempre più innovative e leader a livello mondiale. Si prevede che già nel 2030 avrà il più grande prodotto interno lordo del mondo. L’ultima volta che gli Stati Uniti hanno affrontato un concorrente, o anche un gruppo di concorrenti, di maggiore forza è stato nel diciannovesimo secolo. Tuttavia gli Stati Uniti non hanno mai affrontato una sfida di tale portata nella loro intera storia.
Gli Stati Uniti sono sempre più preoccupati per lo sviluppo economico della Cina e dei suoi rapidi progressi tecnologici, che hanno messo un punto interrogativo sulla superiorità militare “schiacciante” di Washington. È indubbio che gli Usa non hanno più gli ampi margini di potere militare che avevano una volta, che non possono fare tutto ciò che vogliono ovunque.
Il tempo è un fattore strategico fondamentale, ed è chiaro che la strategia americana deve tener conto di questo fatto. Per contro, il tempo lavora a favore dei cinesi. Agli inizi del secolo scorso il tempo, come rilevava il cancelliere Berhard von Bülow, lavorava a favore della Germania e del suo riarmo. L’inabilità e leggerezza dimostrata in quel singolare frangente dal suo successore, l’inetto Bethmann, e dal suo ministro degli Esteri, l’effeminato Jagow, che lasciarono mano libera all’Austria nell’ultimatum alla Serbia, fecero precipitare le cose.
Ed è quanto accadde anche nel 1939, quando la Germania, stante la sua politica estera aggressiva e di proclamato riarmo, dovette affrettare il conflitto armato quando ancora non era pronta. Un punto a suo favore fu l’accordo con Stalin, un altro l’arretratezza della concezione strategica francese, e però dopo Dunkerque e l’attacco alla Russia il fattore tempo cessò di lavorare a suo favore.
Gli Stati Uniti sono ben consapevoli che dovranno presto decidere quale partita giocare prima che sia troppo tardi. La loro strategia già dal 2018 si è basata sulla National Defense Strategy annunciata dall’amministrazione Trump nel dicembre 2017. Il documento parla esplicitamente della rinascita del “Conflitto tra grandi potenze”, da ciò la preparazione per uno scontro diretto con la Cina.
Nel National Defense Strategy si può leggere:
“La Cina è un concorrente strategico che usa l’economia predatoria per intimidire i suoi vicini mentre militarizza a suo vantaggio il Mar Cinese Meridionale”. Stando a questa cartina qui sotto sembrerebbe il contrario. Se la Cina inviasse la propria flotta nei pressi del Golfo del Messico o al largo della Florida?
“La Cina continua la sua ascesa economica e militare, affermando il proprio potere attraverso una strategia a lungo termine per tutta la nazione, lo farà perseguendo un programma di modernizzazione militare che mira all’egemonia regionale indo-pacifica in un breve termine, spodestando gli Stati Uniti per raggiungere la preminenza globale in futuro”.
Ed è esattamente quello che fa ogni potenza dominante, dalla Spagna all’Inghilterra dei secoli addietro e gli Stati Uniti dal secondo dopoguerra.
“Il riemergere di una concorrenza strategica a lungo termine, richiede una rapida implementazione delle tecnologie, di nuovi concetti di guerra e di competizione che abbraccino l’intero spettro del conflitto. Ciò richiede una forza congiunta strutturata che si adatti a questa realtà”.
Vero che poi nel documento si legge: “L’obiettivo di più vasta portata di questa strategia di difesa è stabilire il rapporto militare tra i nostri due paesi sulla via della trasparenza e della non aggressione”, ma questa retorica è destinata al pubblico, è il riassunto benevolo e soprattutto non classificato del documento originale.
La nuova strategia americana prevede la “costruzione di una forza congiunta più letale”, vale a dire la preparazione e l’esecuzione di una massiccia revisione delle forze armate statunitensi, con particolare attenzione all’integrazione con gli ultimi sviluppi nella tecnologia informatica, che è una pietra angolare di tale programma.
Che cosa significa concretamente?
Un paio di esempi banali: nelle caserme e basi militari la sorveglianza e la difesa è svolta da un gran numero di persone che stanno di guardia o fissano file di monitor di videosorveglianza; ora una rete di sensori a basso costo danno a una persona con un dispositivo mobile una consapevolezza della situazionale in tempo reale dei luoghi più importanti. Ciò vale anche per i veicoli dotati di sensori che rilevano tutto ciò che accade intorno all’automezzo in ogni momento.
Un esempio più schietto ancora: prima della rivoluzione informatica, il processo di analisi, pianificazione ed esecuzione dell’azione era localizzato su singole piattaforme militari. Ad esempio per la comprensione di dove si trovasse un velivolo nemico, decidere cosa fare al riguardo e quindi agire contro di esso, era un processo tutto interno a un jet da combattimento o di un sistema di difesa aerea.
La rivoluzione che ha come fondamento lo sviluppo del circuito integrato, ha portato a nuovi sviluppi storici mondiali, principalmente con Internet e l’intelligenza artificiale. Ciò che queste tecnologie consentono già ora è la “guerra in rete”: una rete di missili, per esempio, può essere diretta sotto un unico sistema, alcuni sotto controllo autonomo.
Dallo spazio i satelliti commerciali possono vedere gli oggetti sulla Terra nei minimi dettagli e potrebbero presto essere in grado di identificare i singoli volti. Il numero di questi satelliti cresce ogni anno, e già ora rendono possibile una sorveglianza sul pianeta in tempo reale. Infatti, la National Geospatial-Intelligence Agency, un’agenzia d’intelligence statunitense di 14.500 addetti, ha recentemente stimato che occorrerebbero più di 8 milioni di persone solo per analizzare tutte le immagini del globo che verranno generate nel prossimo vent’anni.
Tutto ciò è accompagnato dalla rapida integrazione dei giganti della tecnologia con l’apparato militare e d’intelligence. Il Dipartimento della Difesa e le forze di polizia federali, tra cui l’immigrazione e le dogane, l’FBI, la Drug Enforcement Agency e il Federal Bureau of Prisons, hanno ottenuto migliaia di accordi con Google, Amazon, Microsoft, Dell, IBM, Hewlett Packard, Facebook, tra gli altri.
In queste condizioni parlare di libertà e di democrazia in questo mondo mi pare un poco esagerato. Noi anime comuni non possiamo più nemmeno decidere cosa mettere nel piatto. Ci penserà un algoritmo ad offrirci le sue opzioni per la cena e anche per l’oltretomba.
(*) Mercoledì la Cina ha lanciato dei missili balistici che ha definito “assassini di portaerei” durante le esercitazioni navali nel Mar Cinese Meridionale. Il test di questi missili è una risposta alle misure provocatorie e militari condotte nella regione dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
I missili DF-21D e DF-26B sono stati lanciati rispettivamente dalla provincia di Zhejiang nel sud-est e dalla provincia del Qinghai nel nord-ovest. I missili sono stati diretti nel Mar Cinese Meridionale tra Hainan e le contese Isole Paracel. Fonti americane hanno dichiarato che la Cina ha lanciato almeno quattro missili.
Il DF-21D ha una portata di 1.800 chilometri ed è il primo missile balistico anti-nave al mondo, secondo Pechino. Il DF-26B ha una portata più lunga, 4.000 chilometri, e può trasportare un carico utile nucleare.
I lanci sono avvenuti il giorno dopo che Pechino aveva accusato le forze armate americane di pilotare un aereo spia U-2 sopra esercitazioni navali cinesi nel Mare di Bohai, entrando deliberatamente in una no-fly zone. Il ministero della Difesa cinese ha chiesto agli Stati Uniti di “porre fine a questo tipo di comportamento provocatorio e adottare misure concrete per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione”. Ha anche avvertito che tali voli potrebbero innescare un “incidente imprevisto”, vale a dire uno scontro militare.
Secondo me tu non vedi l'ora che scoppi la terza guerra mondiale per poter dire: "Visto imbecilli, io ve l'avevo detto!!!". Stessa cosa con il collasso dell'economia globale. Ogni giorno in più in cui il pianeta non crolla, è un giorno perso. Ci soffri. Devi proprio essere una persona solare tu....
RispondiEliminacaro Pangloss, lei guarda il mondo solo con i suoi occhietti, io cerco di vederlo anche col cervello
EliminaDevo dirlo non mi è piaciuto "l’inetto Bethmann, e dal suo ministro degli Esteri, l’effeminato Jagow, " . Può una qualità di genere "l'effeminato" dimostrare l'incapacità personale?
RispondiEliminaun saluto roberto b
Le espressioni sono quelle usate da Bullow
EliminaMolto interessante è il cordone militare che gli USA vogliono costruire intorno alla Cina. Giappone, India, Australia, Vietnam, Singapore sono tutti elementi di questo tentativo d'impedire che i Cinesi possano avere campo libero nel Mar Cinese Meridionale e diventare anche un colosso militare del mare. Finchè la Cina non riuscirà "ad uscire di casa" ed avere una proiezione che vada oltre se stessa sarà sempre un passo indietro agli Americani. C'è anche da dire che non si diventa una potenza navale dall'oggi al domani. I Cinesi non hanno mai avuto una tradizione marittima degna di nota. Si sono sempre visti continentali.
RispondiEliminaBravo!
EliminaUn po' di ottimismo Olimpe dai!
RispondiEliminaHanno abolito il superticket, parola di... Speranza.
...io da queste parti imparo sempre qualcosa :-)
RispondiEliminasiamo tutti alunni ... ;-)
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