venerdì 21 febbraio 2020

… et in pulverem reverteris!


Il post è stato lievemente modificato in data 23/2.


Ieri ho partecipato a una conferenza presso una biblioteca pubblica a riguardo delle cosiddette Dat, ovvero le Dichiarazioni di volontà anticipate per i trattamenti sanitari, che, dopo due anni dall’approvazione (legge, 2 dicembre 2017, n. 219, pubblicata in G.U. n. 12 il 16 gennaio 2018 ed entrata in vigore il successivo 31), dal 1° febbraio scorso trova effettiva applicazione.

A latere, ho spiegato, per chi non lo sapeva (ed erano molti), come avviene tecnicamente la cremazione dei cadaveri (e, successivamente, dei resti mortali esumati nei cimiteri dopo il periodo di concessione). Nel Veneto si arriva ormai quasi al 50% di cremazioni, e nella provincia di Bolzano, mi dicono, a punte dell’80%.

Cosa si può leggere sul famigerato e ognipresente “internet”?

“Dopo un paio d’ore, l’operatore, che può controllare l’interno del forno mediante uno spioncino, spinge dall’esterno i resti verso una zona di raffreddamento. Da lì vengono raccolti e posti su un setaccio a vibrazione, che elimina le polveri più fini. Quindi con una calamita viene separato il materiale metallico rimasto (chiodi della bara, eventuali protesi, ecc.). Infine le ceneri rimaste vengono raccolte e sigillate in un’urna, consegnata ai parenti”.

Dunque le ceneri sono consegnate ai parenti. Si tratta in prevalenza del prodotto delle ossa poiché delle parti "molli" non rimane praticamente nulla. Le ossa nella combustione subiscono  una specie di cristallizzazione, perciò sono successivamente passate in una macchina dotata di un rullo compressore che le frantuma a dovere. Insomma, un vero e proprio trattamento industriale!

Ciò avviene, come detto, per i cadaveri, ma poi può avvenire anche per i resti mortali esumati nei cimiteri al termine delle concessioni (DPR 15 luglio 2003, n. 254), che la legge attuale vieta siano perpetue. Il fenomeno degli inconsunti esumati è molto rilevante, negli ultimi decenni si arriva in certi luoghi al 70-80%. 

Lo sversamento delle ceneri, cioè di quelle non richieste o inserite nell’urna (ne contiene al max 5 kg.) o comunque di quella parte che non è consegnata per una sistemazione privata, sono avviate, giocoforza in forma massiva, anonima, indistinta e promiscua in apposita area di smaltimento (DPR 10 settembre 1990, n. 285 e circolari applicative).

Che dice al riguardo il Catechismo della Chiesa cattolica?

Art. 990 – Il termine “carne” designa l’uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. La “risurrezione della carne” significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri “corpi mortali” (Rm 8,11) riprenderanno vita.

Non resta che rintracciarli.

6 commenti:

  1. Grazie per l'illustrazione tecnica del processo di cremazione, ma il titolo del 'post' contiene uno strafalcione (non 'pulvem' ma 'pulverem'), che dimostra come la conoscenza della lingua latina sia anch'essa soggetta ad un processo di consunzione. Un cremando

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  2. L'Onnipotente certamente recupererà tutte le singole cellule. Vedo un problema solo in caso di antropofagia, perché in quel caso potrebbero esserci cellule contese fra due o più individui.

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    1. la reincarnazione agisce anche a livello subatomico, anzi, di materia oscura, la più oscura
      presenti parecchie signore, che ci sono rimaste un po' male.
      una mi ha chiesto testualmente: "io posso spargere le mie ceneri nel mio giardino?". gli ho risposto: "sì, ma non tutte in una volta".

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  3. https://www.repubblica.it/dossier/ambiente/effetto-terra/2020/02/20/news/compost_umano-249115130/?ref=RHPPBT-BH-I247531832-C6-P9-S1.6-T1

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