Quella del 1957 non me la ricordo ma dicono
che me la beccai, mentre l’influenza del 1968 me la ricordo benissimo e però la
scansai. E non feci nulla per scansarla, anzi già allora frequentavo luoghi non
proprio asettici, come i cinema d’infima visione, o la libreria antiquaria di Giorgio
Rigattieri, giusto dove s’incontrano calle della Mandola e quella de la
Cortesia, ossia a metà strada tra i campi Manin e Sant’Anzelo.
Il vecchio era basso
di statura e tarchiato, col toscano sempre indeciso tra acceso e spento, una tosse
perenne e catarro bronchiale. Non gl’importava chi fosse presente, scatarrava
direttamente sul pavimento eroso presso la sua scrivania. Vi trascorrevo delle
buone mezzore e però non mi degnava d’attenzione, ma poi di buon cuore arrotondava
sul prezzo dei libri che sceglievo, ossia i classici romanzi e biografie che si
leggono nell’adolescenza, usati e di poco prezzo, che scovavo sugli scaffali
seminascosti nel piccolo antro prospiciente il cesso.
Quell’influenza del 1968-’69 mise a letto
più della metà degli italiani, provocò nel mondo tra i 750.000 e 2 milioni di
morti, circa 33.000 dei quali negli Usa e moltissimi anche in Italia. Non vi
furono code sovietiche davanti ai supermercati, quarantene e mascherine,
maratone televisive e simili. Nel caso ci si metteva a letto e si
aspettava che passasse. A quelli malmessi di salute poteva andar peggio e amen.
Quella del 1968-’69 è considerata
un’epidemia di media gravità. Quella attuale, il coronavirus, ha contagiato a
oggi 79.000 persone, ma con ogni probabilità molte di più, con circa 2.470
decessi stando alle cifre ufficiali, vale a dire il 3,12 per cento degli
infetti. Un dato abbastanza fisiologico, e però ci hanno proibito di
festeggiare il carnevale per scatenare in sua vece un’autentica follia.
Un grande esperimento a tutto campo sul corpo sociale vivo, anestetizzato dal terrore.
RispondiEliminaMa non solo.
Mascherine esaurite. La zona rossa non è poi così lontana.
''Non vi furono code sovietiche davanti ai supermercati, quarantene e mascherine, maratone televisive e simili. Nel caso peggiore ci si metteva a letto e si aspettava che passasse.''
RispondiEliminae bei tempi andati... mo' son tutte e chiacchere e powerpoint.
Devo ammettere che , vivendo a parigi, vedo i francesi l'hanno presa abbastanza bene.
Gli austriaci sono invece sempre i soliti meschini
a mio parere lo stato delle cose mostra la sua debolezza, le epidemie non sono certo una novità. vedremo come la gestiranno quando diverrà pandemia, si stanno cagando addosso
RispondiEliminaquesto è poco ma sicuro
Eliminama sei già passata al fatalismo? C'è della malasanità
RispondiEliminache vuoi, sono una banderuola, magari domani mi metto la mascherina e i guanti, chissà
EliminaDio protegga la Olympe!
RispondiEliminaspero non come in occasione del novembre 1793
Eliminapreghiamo.
EliminaCiao buona giornata