lunedì 10 febbraio 2020

Le conseguenze in Cina


Il bilancio delle vittime dell’epidemia di coronavirus 2019-nCoV ha superato il numero di decessi causati dall’epidemia di SARS. Aveva infettato poco più di 8.000 persone e causò 774 vittime a livello internazionale tra il novembre 2002 e luglio 2003. Il 2019-nCoV ha infettato finora almeno 40.350 persone e causato 908 morti, tutti tranne due nella Cina continentale. Altri 2.656 nuovi casi domenica e 89 decessi. Sabato erano stati segnalati 3.399 casi. Al di fuori della Cina continentale, ora ci sono 368 casi confermati.

La stragrande maggioranza delle infezioni e dei decessi si sta verificano nell’epicentro dellepidemia, ossia nella provincia di Hubei (a due passi da Chongqing, la più popolosa città del mondo), la cui capitale è Wuhan con una popolazione di circa 11 milioni. Dal 22 gennaio, il governo ha tentato di impedire il movimento all’interno o all’esterno di Wuhan. Le misure di quarantena sono state estese a tutta la provincia di Hubei, interessando quasi 60 milioni di persone.

Mentre inizialmente si pensava che la trasmissione avvenisse solo attraverso il contatto ravvicinato con una persona infetta, i ricercatori ora credono che ci siano casi in cui il virus è stato trasmesso solo con una fugace esposizione. Se ciò si rivelerà esatto, è più probabile che il virus continui a diffondersi in Cina e altrove. Non ci sono prove di un suo rallentamento in Cina.

Da settimane i trasporti sono ridotti, il numero di passeggeri sulla rete ferroviaria cinese è sceso dell’85,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Milioni di persone sono rimaste nelle loro case il più possibile per evitare l'infezione. Tuttavia in tutto il paese, decine di milioni di persone inizieranno a tornare al lavoro dopo la fine delle vacanze di Capodanno lunare che sono state prorogate di 10 giorni, anche se molte aziende scelgono di non riaprire oggi e di aspettare per vedere cosa succede altrove..

Il governo del Partito comunista cinese e i suoi media statali stanno cercando con ansia di placare la rabbia della popolazione per i tentativi iniziali del governo a Wuhan e a livello nazionale di nascondere che si stava verificando un nuovo focolaio di coronavirus.

La storia del medico oculista di Wuhan, Li Wenliang, è nota. Poi si è infettato durante il trattamento dei pazienti ed è deceduto per complicazioni causate dal virus il 6 febbraio. Pare che per settimane le autorità provinciali e nazionali abbiano saputo di aver a che fare con una potenziale pandemia, ma non hanno emesso avvisi di salute pubblica, in una situazione in cui milioni di persone stavano viaggiando dentro e fuori da Wuhan per le vacanze di Capodanno.

Questa situazione, tanto più se come sembra dovesse proseguire e anzi aggravarsi, potrebbe avere conseguenze gravi non solo sull’economia, ma a livello della stabilità sociale e politica. I media controllati dallo stato stanno permettendo di pubblicare alcune critiche sulla gestione del virus e sul trattamento di Li Wenliang, si suppone anche nel tentativo di indirizzare la protesta lontano dal potere centrale e però verso i governi locali dell’Hubei e della città di Wuhan.

È una vecchia tattica non solo cinese quella di trovare capri espiatori, è tutt’altro che scontato se questo placherà il malcontento se la faccenda del virus dovesse sfuggire di mano. Penso che in ogni caso che, bene che vada, la cosa non passerà senza conseguenze per quanto riguarda la rivendicazione di talune libertà in Cina, peraltro formalmente sancite dall’art. 35 della Costituzione, secondo il quale i cittadini hanno libertà di parola, di pubblicare e finanche di manifestare e protestare.

2 commenti:

  1. da ieri chi è affetto dal virus ma senza sintomi non viene più conteggiato nelle statistiche governative, che già prima erano belle manipolate, come qualsiasi governo avrebbe fatto su più livelli di raffinatezza

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    1. come qualsiasi governo avrebbe fatto su più livelli di raffinatezza

      perfetto!

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