martedì 26 novembre 2019

Hong Kong , una "rivoluzione" già fallita



A Hong Kong dal giugno scorso hanno luogo grandi manifestazioni, nate a causa dei tentativi da parte dell'amministrazione locale di approvare una legislazione per consentire l'estradizione nella Cina continentale. Si temeva che questa nuove norme sarebbero state sfruttate da Pechino per arrestare o intimidire critici e oppositori. In realtà, oltre alle preoccupazioni sui metodi antidemocratici del regime del cosiddetto Partito comunista cinese (PCC) e dei suoi tirapiedi politici nell'amministrazione di Hong Kong, alla base di queste proteste di massa vi è il deterioramento delle condizioni economiche e sociali che devono affrontare i lavoratori e i giovani (*).

Le elezioni distrettuali di Hong Kong di domenica scorsa hanno registrato una schiacciante vittoria del cosiddetto gruppo pandemocratico che forma l'opposizione politica conservatrice della città. Malgrado tale risultato elettorale e ciò che affermano i media occidentali, il movimento di protesta ha raggiunto uno stallo: l'amministrazione di Hong Kong non ha fatto concessioni significative alle richieste dei manifestanti e sta intensificando la repressione, mentre le tattiche dei militanti, prevalentemente studenti, stanno portando al loro isolamento.

Va ricordato che i pandemocratici a causa della loro timidezza verso l'amministrazione filo-pechinese si erano alienati il consenso di molte persone, in particolare i giovani, e furono largamente messi da parte nelle proteste. I pandemocratici avevano ottenuto successo anche nelle elezioni per il consiglio distrettuale nel 2003, vincendo circa la metà dei seggi. Tale successo è durato poco e già con le elezioni del 2007 e le successive del consiglio distrettuale, il loro risultato elettorale è peggiorato.

La sfiducia tra i giovani per i pandemocratici era già evidente nelle proteste di massa scoppiate nel 2012 contro i tentativi di Pechino di imporre un “corso di educazione patriottica”, e di nuovo nel 2014 nel cosiddetto movimento degli ombrelli (che non è nuovo), chiedendo elezioni libere e aperte per la carica di Amministratore Delegato del territorio. Nel 2014, mentre i pandemocratici hanno manovrato nel Consiglio legislativo per concessioni minori, i giovani sono scesi in strada, sebbene intimiditi dalla polizia.

Tuttavia, in assenza di una reale alternativa politica, questi partiti sono stati ora favoriti della diffusa ostilità verso Pechino espressa dagli elettori con un voto di protesta contro i metodi e la violenza della polizia a Hong Kong. Complessivamente domenica i pandemocratici hanno conquistato 347 dei 452 seggi del consiglio distrettuale e ora controllano 17 dei 18 consigli, manifestando in tal modo un netto rifiuto per i partiti pro-Pechino che hanno dominato tutti i consigli prima delle elezioni.

Il Partito Democratico e il Partito Civico – le più forti componenti del gruppo pan-democratico – rappresentano strati delle élite di Hong Kong preoccupati per l'intromissione di Pechino nei loro interessi commerciali. Sono ostili a qualsiasi movimento dal basso e guardano a Washington e Londra per fare pressione sul regime cinese per proteggere la loro posizione. Pechino sfrutterà senza dubbio le accuse di interferenze straniere per giustificare qualsiasi repressione militare e per avvelenare l'opinione pubblica interna contro le proteste di Hong Kong. Il pericolo è che il movimento di protesta, senza una chiara alternativa politica, sia guidato in tale direzione.

L'imperialismo USA non ha la minima preoccupazione per i diritti democratici a Hong Kong, o in qualsiasi altra parte del mondo. Ha una lunga storia di utilizzo selettivo dei “diritti umani” come pretesto per operazioni di cambio di regime e guerre neo-coloniali al fine di promuovere i propri interessi economici e strategici predatori. La campagna ipocrita di Washington sulla repressione cinese degli uiguri nella provincia occidentale dello Xinjiang fa parte della sua strategia d’indebolimento e subordinazione della Cina, che considera la principale minaccia al dominio globale degli Stati Uniti.

(*) L'organizzatore delle proteste è stato il Fronte dei diritti umani e civili: un gruppo di circa 48 ONG, diversi partiti democratici e altri gruppi politici, organizzazioni studentesche e sindacati, tra cui la Confederazione dei sindacati di Hong Kong. Il Fronte non ha avanzato alcuna richiesta per far fronte al peggioramento della crisi sociale che affligge lavoratori e giovani, ma ha chiesto il ritiro della legge di estradizione, un'indagine indipendente sulla violenza della polizia, l'abbandono delle accuse contro i manifestanti e elezioni libere e aperte basate sul pieno suffragio.

Il carattere limitato di queste richieste riflette il carattere conservatore dell'organizzazione. Fino a quando questo tipo di movimenti resteranno sul terreno delle rivendicazioni dei diritti democratici, i loro successi non potranno essere che scarsi e di momento. Ciò non significa che essi non debbano lottare per tali diritti, ma tale lotta deve accompagnarsi a quella per il cambiamento reale del sistema sociale vigente, con azioni di rottura sul piano culturale e programmatico, politico e organizzativo, per un ripensamento radicale di ogni aspetto della società e della vita di ognuno. Vale per Hong Kong e per qualsiasi altra situazione.

3 commenti:

  1. da là fa un bel lavoro di report Radicioni per radio radicale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ho ascoltato:
      https://www.radioradicale.it/scheda/591285/le-elezioni-distrettuali-di-hong-kong-collegamento-con-francesco-radicioni-sui-primi
      per una volta non sono d'accordo con te:
      è il solito resoconto del punto di vista borghese, dei radicali e di tanti altri
      il mio, modestamente, è più interessante perché è un punto di vista marxista

      Elimina
  2. AT&T sempre sul pezzo.
    http://www.altrenotizie.org/rubriche/editoriali/8138-la-lezione-cilena-45-anni-dopo.html
    https://www.ilpost.it/2015/08/16/nsa-snowden-att/
    Il controllo del Potere è troppo capillare per lasciare campo libero a qualcosa di più delle Ribellioni.

    RispondiElimina