Tra pochi giorni della marea che ha allagato
Venezia non si parlerà più, fino al prossimo evento.
Picchi di marea sostenuti, noti come "acqua
alta", si verificano periodicamente tra l'autunno e la primavera, quando le
maree astronomiche sono rafforzate in concomitanza con i venti di scirocco che
dal Canale d'Otranto raggiungono il loro massimo nella Laguna Veneta. È sufficiente
un’occhiata a questi dati per rendersi conto che le alte maree eccezionali sono
aumentate di gravità e di frequenza negli ultimi sessant’anni.
Alte maree =+140 cm. dal 1872 al 2019:
16 aprile 1936, 147 cm;
12 novembre 1951, 151 cm;
15 ottobre 1960, 145 cm;
4 novembre 1966, 194;
3 novembre 1968, 144;
17 febbraio 1979, 140;
22 dicembre 1979, 166;
1 febbraio 1986, 159;
6 novembre 2000, 144;
16 novembre 2002, 147;
23 dicembre 2009, 144;
25 dicembre 2009, 145;
11 novembre 2012, 149;
12 febbraio 2013, 143;
29 ottobre 2018, 156;
29 ottobre 2018, 148;
12 novembre 2019, 187;
13 novembre 2019, 144;
15 novembre 2019, 154.
In 78 anni, dal 1872 al 1950, l’alta marea
solo in 1 caso ha superato i 140 cm, e in nessun caso i 150 cm. Inoltre, solo
in 5 casi ha superato i 130 cm..
Dal 1960 a oggi i 130 cm. sono stati raggiunti
o superati in 41 casi, e in molti altri casi la marea ha superato i 120 cm..
Pertanto l’accentuazione dei fenomeni estremi di "acqua alta" e la loro frequenza è databile.
Sulla base di tale tendenza, nel prossimo decennio è prevedibile il ripetersi di eventi simili a quelli degli ultimi vent’anni, anche con cadenza più frequente e maggiore intensità.
Venezia sta affondando a causa dello
spostamento delle placche tettoniche e dell'acqua pompata per uso industriale (1930-1970), inoltre le
alte maree eccezionali sono state favorite dell’escavo del “canale dei petroli” nei primi anni Sessanta (è stato devastante perché la corrente che ha creato e approfondito i fondali e gettato in
mare aperto i sedimenti), nonché dai sempre più frequenti eventi meteo estremi
(2000 – 2019). Di rilievo i fenomeni naturali di subsidenza (rassodarsi del suolo molle che scende) e di eustatismo (il mare che sale, l'Adriatico con andamento periodico di salita e discesa).
Nel 2018 i 121 eventi di marea sostenuta
(tra gli 80 e i 110 centimetri) sono stati quasi il doppio di quelli
verificatisi nel 2017. Per la prima volta nella storia – dal 1872 – il 29 ottobre 2018 furono registrate nella stessa
giornata due maree eccezionali, con 156 centimetri alle 14.40 e 148 alle 20.25;
e fu registrato il valore
della marea minima più alto della storia con 119 centimetri alle 17.35.
Ancora nel 2018: record di permanenza consecutiva del livello della
marea sopra i 120 centimetri (il 29 ottobre ha uguagliato il massimo
fino ad ora detenuto dal 4 novembre 1966); anche la permanenza sopra i 110 centimetri e i 130 è
stata da record, segnando i secondi valori della storia rispettivamente
con 15 ore e 50 minuti consecutive e 10 ore (in due fasi); record per il livello medio del
mese di marzo più alto della storia, con 52,4 centimetri; infine 3
eventi con livello di marea maggiore o uguale a 110 centimetri in marzo non si
sono mai registrati: il massimo era fermo a 1.
Questi dati non dovevano suonare come
allarme, tanto da indurre ad accelerare i lavori del MOSE e per altre misure ad
hoc?
Dall’8 al 17 novembre 2019, dunque in soli
10 giorni, le maree "eccezionali", cioè sopra i 110 cm., sono state ben 8, con 3 picchi tra 150 e 187 cm., nonché altri eventi sopra il metro (com’è noto sono
due le alte maree ogni giorno).
Il tanto atteso sistema di barriera contro
le inondazioni, MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), approvato nel 1988
e in costruzione dal 2003, non entrerà in funzione prima di due anni, e poi sono
previsti anni di sperimentazione! Costi operativi annui stimati di 110
milioni di euro l'anno (ogni anno è prevista la sostituzione di 4 paratoie, in modo che ogni 19,5 anni le paratoie saranno tutte sostituite).
È noto da tempo che lo stato degli “steli”
delle 156 cerniere-connettori (peso 34 t caduna) sulle paratoie mobili (78, le quali "oscillano indipendentemente e liberamente") che avrebbero dovuto durare almeno 100 anni (poi ricalcolati a 50), sono quasi
arrugginiti dopo solo 10 anni sott'acqua. Le cerniere sono costate circa un
milione di euro ciascuna; le realizzò la Fit, del gruppo Chiarotto-Mantovani,
il cui presidente Piergiorgio Baita fu coinvolto nello scandalo Mose.
Per
il momento il bando di gara
numero 53 del 14 giugno scorso riguarda una base di 34 milioni di euro e una
durata di dieci anni per la sostituzione di un certo numero di steli, il che potrà avere effetti sulla consegna dei lavori. Il titolo del bando recita: “Ricerca,
sviluppo e fabbricazione dei gruppi cerniere-connettore delle paratoie presso
le bocche di porto di Malamocco, Chioggia, San Nicolò e Treporti (sistema
Mose)”.
Non solo cerniere. Nell’agosto 2017, in un
incontro al Consorzio Venezia Nuova, il professor Carlo Brutti illustrava
quanto era stato svolto in un sopralluogo a Malamocco: “Sono state svolte le
prove di permeabilità sia sulle opere strutturali non trattate sia su quelle
ripristinate dalle imprese in seguito alle osservazioni. I risultati hanno
evidenziato che i calcestruzzi trattati dall’impresa per risolvere i problemi
riscontrati hanno fornito risultati peggiori di quelli non trattati”!
Nell’aprile 2018, a dimostrare la gravitò
della situazione alla bocca di Malamocco, i professori Donatella Mascia e Carlo
Brutti certificarono: “La bocca è immersa nell’umidità a un livello tale che s’innesca
il deterioramento di tutte le strutture installate. Un esempio su tutti le
ringhiere di protezione, in materiale zincato, che evidenziano un notevole
stato d’ossidazione. Basta passare una mano per rimuovere ossidi bianchi. Sono
mostrati segni di umidità con macchie evidenti persino sulla struttura in
calcestruzzo”.
C'è da dire, a favore del MOSE, che esso ha un impatto ambientale e visivo decisamente inferiore ad altre soluzioni (Tamigi, Olanda, ecc.). Il costo, oltre 5 miliardi, non è così esorbitante come può sembrare se si considerano i lavori colossali che sono stati approntati per le barriere e per il sistema di controllo e manutenzione oltre che per altri interventi di salvaguardia (che a chiacchiere siamo bravi tutti).
C'è da dire, a favore del MOSE, che esso ha un impatto ambientale e visivo decisamente inferiore ad altre soluzioni (Tamigi, Olanda, ecc.). Il costo, oltre 5 miliardi, non è così esorbitante come può sembrare se si considerano i lavori colossali che sono stati approntati per le barriere e per il sistema di controllo e manutenzione oltre che per altri interventi di salvaguardia (che a chiacchiere siamo bravi tutti).
Vedremo se si daranno una mossa.
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Gent.le sig.ra, ha notato che la lista delle maree superiori a 140 cm comincia solo nel 1936 e non prima? Ebbene nel 1921 comincia l'imbonimento della laguna per la costruzione di Porto Marghera per circa 1300 ha. Tutta quella massa di acqua che prima aveva lo sfogo in quelle barene ha contribuito ad aumentare il livello in laguna che come tutti sanno è come un catino. Altro fattore di criticità sono le valli da pesca con una estensione di un sesto della superficie totale della laguna ed essendo chiuse è come fossero imbonite con le stesse conseguenze. Lo so mi sono ripetuto avendo già scritto sullo stesso argomento ma ora con qualche dato in più. Non concordo sul fatto che il mose sia poco impattante io le ho viste le costruzioni sulle bocche di porto sicuramente non sono un bel vedere e poi vanno ad restringere le bocche stesse,ed ad aumentare la velocità della maree con le stesse conseguenze del canale dei petroli. Dovremmo cominciare a restituire alla laguna quello che le abbiamo tolto.
RispondiEliminaun caro saluto
roberto b
caro Roberto, l'episodio del 1936 può essere statisticamente l'eccezione che conferma la regola, ovvero che certi fenomeni erano molto rari. su tutto il resto sono perfettamente d'accordo, e lo stesso discorso riguarda le coste dell'alto adriatico, dove si sono sbancate le dune. anch'io ho visto i lavori del MOSE, e d'altra parte un certo impatto è inevitabile, ma è notevolmente minore delle dighe olandesi. un altro discorso dovrebbe essere fatto per la questione dei "murazzi" al Lido, ma non ho particolari competenze in materia. nel mio piccolo cerco solo di capire un po' meglio, se possibile, di come in genere ce la raccontano.
Eliminaun abbraccio
I venexiani della repubblica serenissima facevano i loro interessi e i loro commerci salvaguardando la laguna con delle opere mastodontiche come i "murazzi" dal Lido a Chioggia o come la deviazione delle foci del brenta sulla laguna di Chioggia. Adesso, lor signori (mi sembra lo dicesse Fortebraccio) hanno un solo scopo l'interesse alla massima potenza senza nessuna preoccupazione. Per interesse hanno imbonito Marghera, fatto il canale dei petroli,tenute chiuse le valli da pesca perchè se fossero rimaste aperte avrebbero perso il pesce nel caso di maree eccezionali e poi la nuova idea di scavare un nuovo canale per far passare le grandi navi da crociera. Tu, se posso permettermi, hai fatto una provocazione non attribuibile a te stessa: "si potrebbe imbonire tutta la laguna". Che anch'io in modo provocatorio rilancio, sai quante terre coltivabili, quanti soldi si sarebbero risparmiati, quei soldi, avrebbero potuti essere divisi, fra i cittadini delle città coinvolte. Ricordiamoci che per la manutenzione del mose ADESSO parlano di 150 milioni in vita natural durante. Scusami, avevo voglia di parlare.
RispondiEliminaUn caldo saluto roberto b