venerdì 8 novembre 2019

La fine di un gigantesco equivoco


Ci sono più di 80 università e college in Germania. Nessuno di questi enti è guidato da un tedesco orientale. Ci sono più di 200 ambasciatori tedeschi, ma non ci sono quasi tedeschi dell'est. E per lungo tempo c'era solo un segretario di Stato della Germania orientale, Stephan Steinlein, che era al ministero degli Esteri (*). Per non parlare dell’umiliante querelle che seguì l’unificazione sul riconoscimento delle qualifiche professionali, cosa che faceva apparire i tedeschi dell’Est come una massa di analfabeti da “rieducare” anche sotto il profilo tecnico-scientifico.

Ad ogni modo il diciotto brumaio 1989 ha messo fine a un gigantesco equivoco durato fin troppo, e cioè che il dogmatismo di stampo stalinista (**), quella falsa rappresentazione del comunismo e del materialismo dialettico che ha esercitato la sua influenza in modo devastante sulle società dell’est Europa e universalmente sul marxismo teorico, avesse a che fare con il comunismo. Non si possono confezionare a priori le società e gli uomini e imporre loro vedute e opinioni che hanno il benestare delle autorità statali. 


Vero che ciò accadeva e continua a succedere anche nelle sempre più angosciate, decadenti e moralmente logore società occidentali, sia pure in forme più sfumate e molto subdole (la distribuzione quotidiana dell’horror communisticus, ad esempio, i Berufsverbot e i Radikalenerlass espliciti o impliciti, ecc.), e tuttavia ben altra cosa è avere un censore occhiuto dietro le spalle che ti ascolta e conta le parole (oggi esistono mezzi più sofisticati e "algoritmici"), così come il dover fare i conti con i lager, le persecuzioni e orrendi omicidi (***).

La cosa più esiziale, dal punto di vista ideologico, ma anche pratico, è stata quella di far credere a generazioni di comunisti che, possedendo la teoria marxista nell’interpretazione dogmatica, si potesse regolare il corso della storia come le lancette di un orologio. Va da sé che le conseguenze di tale dogmatismo, che in parte permane in alcune frange di ciò che resta del marxismo, non si possono superare dall’oggi al domani, tanto è vero che anche in questi giorni capita di leggere deliri riferiti alle supposte benemerenze di quei tristi regimi.

(*) In Germania, il segretario di stato (Staatssekretär) coadiuva il ministro nella direzione di un dicastero, in pratica si tratta di un alto funzionario ministeriale.

(**) Intendo lo stalinismo nell’accezione di struttura dell’apparato di partito e di Stato, e non semplicemente come il risultato di deviazioni e aberrazioni di un singolo leader. E difatti lo stalinismo non è stato sepolto né con Iosif Vissarionovič né in seguito.

(***) Anche il capitalismo è capace di omicidi di massa: quando alimenta le guerre locali, intervenendo direttamente o vendendo armi ai belligeranti; quando da un lato contempla un mondo fatto di sazietà e spreco, e dall’altro un mondo dove le persone soffrono la fame e malattie conseguenti miseria e sottosviluppo. Per non dire dell’odio razziale mai estinto e oggi montante.

3 commenti:

  1. nel secondo paragrafo c'era un refuso che mi faceva dire il contrario di ciò che intendevo. unica attenuante: erano le 4 del mattino

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  2. Leggo adesso (dopo le 17,50) e dico che la commemorazione del trentennio sarà stucchevole e penosa, decontestualizzata e l'unico che, senza accorgersene, e certo per interessi di bottega nazionale, ha detto qualcosa in merito di concreto è stato Macron: «la Nato è in stato di morte cerebrale». Già: solo che la spina andava staccata trent'anni fa.

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    1. sappiamo quali sono sempre stati i rapporti tra Francia e Nato, ossia tra Francia e Usa, fin dai tempi di de gaulle. loro hanno la force de frappe (dite a giggino: senza accento che sennò richiamano di nuovo l'ambasciatore)

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