lunedì 8 gennaio 2018

... più uno!



Su un fatto Berlusconi aveva ragione: i ristoranti sono pieni. Provate a presentarvi nel fine settimana in un ristorante dove si mangi meno peggio senza aver prenotato. E anche nelle pizzerie preparatevi a lunghe file. Sedici milioni di posizioni pensionistiche, anche se molte sotto i mille euro, e alcuni milioni di stipendi pubblici, costituiscono lo zoccolo duro dei consumi italiani. Assieme a qualche milione di salariati del settore privato, magari lavoratori di aziende dove si pratica ancora lo straordinario e si realizzano buoni profitti (non siamo la seconda manifattura d’Europa solo per caso). E poi la pletora di professionisti, tecnici e mestieranti. Zoccolo durissimo.

Tuttavia la povertà esiste e anche la disoccupazione di massa, nessuno lo può negare, ma è ancora un fenomeno circoscritto e presente soprattutto al Sud. Fermo restando che non tutto il Sud è uguale e che pure, per citare, la provincia di Torino, posta un po’ più verso le Alpi Graie, è una delle zone dove povertà e precarietà sferzano da decenni. Ad ogni modo, gli stadi di calcio di Benevento e Crotone fanno il pieno nelle partite di cartello, e al San Paolo di Napoli c’è il pienone anche quando scende l’Atalanta per la coppa del nonno. Non si tratta solo di pensioni e stipendi pubblici, ma anche di tessuto agricolo e manifatturiero abbastanza diffuso, e delle numerose posizioni di rendita che non di rado sfuggono al fisco o a una tassazione adeguata (in che stato sono gli uffici tecnico erariali, specie al Sud?). Rendita che si perpetua intonsa di generazione in generazione anche grazie a una ridicola tassazione sulle successioni e donazioni.

Questo pur sommario quadro socio-economico credo esplichi più di articolate analisi politologiche gli orientamenti elettorali, ossia il persistere di fenomeni non sempre riconducibili ad ignoranza e incultura di massa (pur largamente rappresentate), e rinvii bensì a precisi e concreti interessi di classe, di gruppo, di casta. L’aver sbloccato i contratti pubblici, per esempio, avrà sicuramente degli effetti elettorali, e così certe misure concernenti le pensioni, i tanti “scivoli” per bancari e affini, benefici alle “vittime” di questo e quello, allargamento della platea dei lavori usuranti, eccetera. Tutte misure magari doverose e giuste, ma che arrivano, appunto, sul filo delle imminenti elezioni.

Di qui la rincorsa dei partiti a chi promette di più, soprattutto in tema di tagli alle imposte. Questa mattina, alle 8.30, forse per empatia, il giornalista di turno a radiotre propugnava non solo “l’esenzione dalle tasse per le fasce sociali deboli”, ma anche l’esenzione dalle multe! E ripeteva per ben due volte, nel caso non si fosse capito. Ecco una proposta che Berlusconi e Grasso, Renzi e Salvini, non hanno preso in considerazione: l’esenzione dalle multe! Non per tutti, naturalmente, ma gradualmente a cominciare dalle “fasce deboli”, magari parrucchieri, idraulici e gioiellieri che, stando alle loro dichiarazioni dei redditi, non se la passano bene.

3 commenti:

  1. Che popolo di pagliacci tristi che siamo diventati, mi ci metto per amor di coerenza pur non avendo mai abbeverato le mie labbra a nessuna fonte statale o parastatale se non le fontanelle di paese per un sorso d'acqua fresca.
    Ma il tessuto sociale italiano è diventato sfilacciato ed egoista quanto mai ed allora non vedo possibile nessun cambiamento a breve neanche io; fortunati quindi i ristoratori che stanno vivendo sotto i riflettori il loro momento di gloria.
    Le rovine e la spazzatura, a riflettori spenti, la metteremo come sempre sotto il tappeto.
    Oramai siamo arrivati ad approvare moralmente l'evasione fiscale in nome di uno stato vampiro.
    Personalmente non andrò a votare, anche se credo non sarà questo mio sforzo sufficiente ed apprezzato.
    Grazie delle letture come sempre.
    Un caro saluto
    Roberto

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  2. Il voto resta il momento più alto della Democrazia per tale motivo a votare ci andrò sempre pur condividendo il commento di Anonimo ad eccezione del non voto, e per la prima volta nella mia vita, senza sapere che partito (della ex sinistra) voterò: attualmente sono tutti impresentabili e populisti.

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