martedì 7 marzo 2017

Sapere la storia


Un sistema sociale che non può regolare la produzione delle cose, come può regolare la produzione di esseri umani? Trovo risibili le preoccupazioni per il calo della natalità in un paese dove la disoccupazione giovanile riguarda milioni di persone, dove anche gli ideologi borghesi eccepiscono che le condizioni di lavoro si sono fatte intollerabili (e se lo dicono loro …).

Si preoccupassero invece di dare lavoro e dignità ai giovani, e quindi del problema degli anziani bisognosi di assistenza e cure. Da un lato l’aumento della popolazione più anziana richiederà risorse sempre più ingenti, dall’altro lato la disoccupazione e il precariato riguarderà un numero sempre più elevato di persone. Questo ormai lo sappiamo tutti.

A fronte di questi problemi di una gravità sociale enorme, si assiste a una sempre più marcata polarizzazione della ricchezza. E anche questo è noto, ma si cerca la ricetta magica. Non serve alcuna magia, alcun miracolo, ma un rovesciamento di prospettiva. Iniziando col dire che questo sistema non funziona più e che un’alternativa ad esso esiste. Che, per esempio, in una società dove la produzione e distribuzione delle cose sarà regolata ed equilibrata, la produzione di uomini si regolerà secondo necessità, ossia naturalmente.


Tutto ciò che ci affligge non solo è iniquo e intollerabile, ma rivela anche un’irrazionalità che in società come le nostre può condurre solo a svolte autoritarie e al ripetersi, su scala ancora più ampia, di catastrofi che troppo presto abbiamo ritenuto di avere alle spalle. Del resto le contraddizioni del capitalismo nascono sempre dalle stesse cause. Ormai il ricordo dei poteri bestiali serve per esibire raccapriccio nel giorno delle commemorazioni, e “sapere” la storia serve solo per non prendere un brutto voto a scuola.

6 commenti:

  1. Notava Lukacs che è implicito nell' essenza della storia produrre permanentemente il nuovo, e questo nuovo non può essere computato in anticipo da nessuna teoria

    la qual cosa che deve essere tenuta incessantemente fuori dal perimetro del reale da parte di ogni Dominio

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  2. Però un dominio esiste in ogni società moderna che regola e controlla i propri cittadini, io arriverei a dire vessa i propri cittadini, carota e bastone ovunque oramai in Europa, più propriamente in Italia.
    Una società che non lascia alternativa dietro di sè io la trovo bestiale e mostruosa ma tant'è i vessati sembrano senza alternativa felici e confusi: io trovo che il primo grande problema italiano, se la corruzione la vediamo come una delle tante conseguenze, sia l'informazione e i media.
    La storia dicono non ci abbia mai insegnato nulla..
    Grazie come sempre per gli spunti.
    Roberto

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  3. Non si riesce ad uscire dal paradigma lavorativo dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che esiste perché una élite egoista e parassitaria usa altri esseri umani come mezzi per ottenere il fine del profitto, ma anche perchè all'interno della società ci siano individui disposti a farsi sfruttare, che convivono con altri che trovano normale tollerare lo sfruttamento: i subordinati. Quelli che pensano di essere liberi e non si rendono neanche conto di appartenere a pieno titolo alla categoria dei moderni schiavi.
    Il sistema si è impegnato a fondo per convincerli ad ambire alla propria schiavitù, illudendoli che lavorare per conto di altri individui sia un modo dignitoso di vivere, del tutto necessario se si vuole portare a casa il pane e una qualche presunta forma di libertà.

    Il lavoro è il mezzo per costruire una società solidale, giusta e umana: Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni. (vogliamo chiamarlo Reddito di Cittadinanza?)

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    1. Infatti bisogna lavorare tutte/i per costruire una società solidale, giusta e umana che consenta un vivere dignitoso.

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