Intervengo
di rado, perché non riuscirei ad apportare utili spunti al confronto.
Ma sono un
lettore assiduo, e - come ho accennato qualche tempo fa - il mio modo di
pensare ai problemi economici è oggi, grazie a questo blog, molto più
consapevole delle incongruenze e false spiegazioni di cui è prodigo il pensiero
mainstream.
Fino a sette
anni fa credevo, nella mia ingenua fiducia verso la "scientificità"
delle teorie economiche borghesi, che fossero contraddizioni e petizioni di
principio solo apparenti: uno studio più approfondito e attrezzato di quelle
teorie mi avrebbe condotto a comprendere ciò che ancora non capivo.
Oggi ne vedo
l'impotenza cognitiva ed euristica, la debolezza logica mascherata dal
raffinato armamentario di sistemi di equazioni a derivate parziali, la natura
ideologica contraffatta da una pretesa neutralità tecnica.
Tale
maschera, tale falsa coscienza, la riconosco infine nei discorsi - sempre
uguali al di sotto delle escandescenze contingenti o "di fazione" -
dei corifei di questo sistema tolemaico.
Hans
Caro Hans, pecchi di eccessiva modestia nel temere di
non riuscire “ad apportare utili spunti al confronto”. Nel tuo commento è
riassunta la critica sui limiti e le contraddizioni di cui soffre, non da oggi,
l’apologetica borghese, la quale vede nel modo di produzione capitalistico un
sistema che giudica storicamente definitivo. Al balzo di qualche decimale salgono grida di vittoria, e tuttavia ogni giorno di più la crisi generale-storica
di questo sistema basato sulla rapina e l’estorsione prelude alla catastrofe
della società borghese.
Evvai Hans!
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