Caro
Bernstein,
[…] la cosa è stata spaventosamente rapida. Nutrivamo
le migliori speranze quando stamattina le forze lo hanno tutto a un tratto
abbandonato e poi si è semplicemente addormentato. Nel giro di due minuti
quella mente geniale aveva smesso di pensare e proprio nel momento in cui i
medici ci avevano incoraggiato a coltivare le migliori speranze. Solo chi sia
stato costantemente in contatto con lui può sapere quanto egli ci fosse
prezioso dal punto di vista teorico e, in tutti i momenti decisivi, anche dal
punto di vista pratico. Insieme a lui negli anni a venire uscirà di scena anche
la grande ampiezza della sua visione. Sono cose di cui noi altri non siamo all’altezza.
Il movimento procederà per la sua strada, ma dovrà fare a meno dell’intervento
calmo, tempestivo e ponderato che finora gli ha risparmiato molte e faticose
diversioni.
[…]
Suo
F. E.
Caro Liebknecht,
[…]
Sebbene stasera l’abbia visto disteso sul suo letto con i tratti irrigiditi dalla morte, non riesco ancora a credere che quest’uomo geniale abbia smesso di fecondare con il suo possente pensiero il movimento proletario dei due mondi. Ciò che tutti noi siamo lo siamo grazie a lui, e oggi il movimento è ciò che è in virtù della sua attività teorica e pratica; senza di lui ci troveremmo ancora nel ciarpame della confusione.
Tuo
F. Engels
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