venerdì 17 marzo 2017

Soluzioni prêt-à-porter



«… il lavoro costa troppo, rispetto al valore aggiunto prodotto mediamente dalla nostra economia.» Quante volte, negli ultimi secoli, abbiamo ascoltato, variamente declinate, questo tipo di geremiadi?

Esistono leggi che fissano un minimo al salario, ma non è mai esistita nessuna legge che determinasse il massimo dei profitti. E perché non possiamo stabilire questo limite? La cosa – come osservava quell’ipocondriaco di Treviri – si riduce alla questione dei rapporti di forza delle parti in lotta.

Il prezzo della forza-lavoro segue le leggi del mercato, ossia le leggi del modo di produzione capitalistico. Ad una offerta che supera la domanda, il prezzo scende o anche crolla. Allora, ci si potrebbe chiedere, lottare per condizioni di salario migliore non serve a nulla? Certo che serve, ma i lavoratori, gli schiavi del capitale, non devono nascondersi che tale lotta è volta contro gli effetti, ma non contro le cause di questi effetti; che essa può soltanto frenare il movimento discendente, ma non mutarne la direzione.


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Quanto al leggendario padroncino del ristorantino carino di Rimini, il quale dichiara di essere disposto a pagare, tutto compreso, sedici euro l’ora il proprio cameriere, purché questi si faccia usare al bisogno, ossia per poche ore e per uno o due giorni la settimana, ci si dovrebbe almeno chiedere che altro farà questo schiavo negli altri giorni per sopravvivere. Una proposta: andassero a suonare il campanello alla porta del dottor Mario Seminerio, egli una soluzione pragmatica, densa di realismo e in armonia con le magnifiche e progressive sorti di questo sistema, la troverà senz’altro.

1 commento:

  1. Cara Oympe,

    mi permetto di segnalarti un errore : Non è Seminerio il Dottore, bensì Semiserio !

    caino

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