Passano
le ore e i giorni e quanto è successo a Parigi ci sgomenta più di quando sono
arrivate le prime notizie. Perché quelle notizie erano incredibili, fuori dalla
realtà. Quanto fuori della realtà, e di quale realtà stiamo parlando? Quando
sentiamo parlare di stragi, attentati e bombardamenti in Afghanistan, in Iraq,
Libia, Siria, eccetera, quale percezione abbiamo di quella realtà? È davvero
improprio chiedersi quale differenza sostanziale vi sia tra sganciare bombe e
mitragliare città dal cielo e gli spari dei fanatici dementi di sabato scorso?
Insistevo,
nel 2011, a proposito della Libia, nel dire della follia di partecipare, in
modo decisivo, alla distruzione della società di maggior successo in Africa, del
paese con il più alto indice di sviluppo umano nel continente. E poi ancora la
Francia che intervene in Siria in appoggio dei cosiddetti “ribelli” contro
Assad. Centinaia di migliaia di vittime, un paese distrutto, annientato, e
tutto ciò è avvenuto nel gioco politico delle superpotenze, anzitutto nel gioco
della potenza dominante (*). Siamo sicuri che di questa situazione non vi siano
altri responsabili oltre a quei fanatici dementi di sabato scorso?
Che
cosa sappiamo realmente di ciò che è avvenuto e continua a succedere in Siria?
I media, sempre così solerti nell’inseguire ogni nequizia, a proporci il
plastico delle efferatezze quotidiane, invece per quanto riguarda i massacri e
gli stupri, le torture, gli effetti dei bombardamenti avvenuti in Siria hanno
mantenuto un profilo che definire basso è ridicolo eufemismo. Il regime di
Assad non è democratico, ci viene ricordato, mentre invece a Riyad e a Kuwait
City c’è maggiore democrazia?
Di
ciò che accade altrove siamo tenuti all’oscuro, di ciò che realmente muove le
guerre e il terrorismo sappiamo troppo poco. Quanti di noi, tanto per dire,
hanno letto un libro sull’argomento? Quanti di noi sanno realmente chi sono,
per esempio, i curdi e quanti sono e dove e in quali condizioni vivono? Chi li perseguita e perché combattono contro l'Is? Pensiamo realmente che Abdullah Öcalan, che trionfalmente D’Alema ha fatto in
modo di consegnare alle galere turche, sia percepito dai curdi come un
personaggio diverso da come noi consideriamo un nostro Mazzini o Garibaldi?
E
francamente non ce ne importa nulla, e non fosse per i profughi mostreremo
ancora meno interesse. Siamo indulgenti con noi stessi, come sempre. E
angosciati per ciò che inopinatamente succede a Parigi, ma solo per qualche
settimana se non abbiamo prenotato lì per Capodanno.
(*)
Quella stessa potenza che per garantire la continuità del proprio dominio ha
creato in ogni modo una frattura tra la Russia e il resto d’Europa, una permanente
e potenziale situazione di conflitto armato.
La vicenda di Ocalan è stata una delle maggiori vigliaccate commesse dai governi italiani di centrosinistra e una totale prova di asservimento ai diktat Nato (agli USA prima ancora che alla Turchia).
RispondiEliminaPer il resto: staremo a vedere come e se saranno capaci di "ricostruire" la Siria.
buongiorno caro, suggerisco di leggere l'articolo di oggi, ma anche quello di ieri, di Alberto Negri sul Sole 24 ore. dice cose molto meglio informate delle mie. vale la pena formarsi un'opinione con questo raro analista
Eliminal'articolo ora si può leggere in rete:
Eliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-16/le-ambiguita-erdogan-081326.shtml?uuid=ACHSXzaB
E' quello che ho pensato anch'io guardando le immagini di Parigi e gli innumerevoli TG. Siamo indulgenti con noi stessi e il dolore degli altri non ci interessa. Tra finire ammazzato dall'ISIS o finire ammazzato in un bombardamento USA o chi per esso, in fondo, quale differenza c'è?
RispondiEliminaLa differenza è questa: nella nostra percezione noi, le nostre vite, i nostri svaghi quotidiani, sono il centro di tutto. Il resto è umanità di serie B.
è il tema del prossimo imminente post
EliminaGrazie per il tuo commento e per la segnalazione dell'articolo del Sole24.
RispondiEliminaFa quasi vomitare pensare ora dove i mass-media porteranno l'opinione con chissà quali altri conseguenze.
Io ingenuamente sto dalla parte di Gino Strada che scrive che le guerre le decidono i ricchi potenti e poi ci mandano i figli dei poveri.
Un abbraccio
Roberto
ciao Roberto, grazie per i tuoi commenti
EliminaDei sette cadaveri stesi a terra (che raggiungemmo di corsa) siamo mille uccisori
RispondiEliminaArchiloco
sto guardando la diretta da Saint Denis
Saluti Ale