venerdì 18 settembre 2015

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Per che cosa sarà ricordata la nostra epoca? Per le stragi su scala industriale, l’inquinamento, le dissipazioni assurde, i rifiuti, le deiezioni di ogni specie, comprese quelle che sono fatte passare per arte e architettura? Anche, se non soprattutto. Chi cazzo avrà autorizzato quel giallo eccentrico e le persiane in quel contesto?

Mi chiedo spesso, più in generale, se l’evidente disarmonia suscitata dall’esasperazione dell’aspetto economico basti a spiegare una rottura estetica così totale e irreversibile. Oppure se nella povera espressione di una malintesa post-modernità, nella nostra incapacità di realizzare qualcosa che riesca a invecchiare bene, c’è dell’altro.

Penso ci sia innanzitutto la presunzione di chi ritiene di aver inventato delle idee straordinarie all’interno della cultura contemporanea (sempre più omeopatica), e non si rende conto invece di quanto sia straordinaria la sua nullità.

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Possibile che per decenni e ancor oggi non ci si renda conto della cacofonia delle città attuali, dei cimiteri in cemento armato che si sono costruiti, dove la popolazione è destinata a sopravvivere anonima? Del resto si crede di risolvere l’isolamento con la rapidità degli spostamenti e la possibilità di comunicare in tempo reale, e in ciò dimostrando di non conoscere i veri bisogni delle persone.

1 commento:

  1. Cara Olympe,
    l'altro giorno,chissa perche',ho buttato giu'dallo scaffale :Dei costumi degli italiani,del noto reporter di Recanati.
    L'ho riletto,tutto,tanto e'breve,e nonostante che ,ovviamente,vi siano parecchie cose ,non condivisibili del "nostro" ,tento un riassunto sintentico : gli italiani sono mediamente una accozzaglia di gente di m....
    Per fortuna si puo'estendere il giudizio in tema di globalita',ma ripeto ,e'indubbio che noi si possa vantare delle 'qualita'..come il giallo postato.
    caino

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