Il
comunismo novecentesco sarebbe responsabile di ogni nefandezza e atrocità.
Peraltro nessun dubbio che si trattasse di regimi comunisti: le bandiere e i
ritratti esibiti non lasciano dubbi al riguardo. La statalizzazione dei mezzi
di produzione ne sarebbe la conferma, la volgarizzazione del il richiamo al marxismo il suo timbro
di autenticazione.
Per
contro i fascismi e le cento dittature che hanno costellato il Novecento
sarebbero invece il frutto avvelenato d’ideologie che nulla hanno a che vedere
con la “democrazia”. Gli Stati Uniti d’America, come già prima l’Inghilterra,
sarebbero il faro delle libertà.
A
chi possa far comodo questo modo d’intendere la realtà storica mi pare chiaro.
Di che cosa si alimentino le guerre in essere lo sappiamo: sono conflitti tra
la barbarie e la democrazia.
*
Più
di un quarto di secolo d’intervento militare diretto degli Stati Uniti in Medio
Oriente, dalla prima guerra del Golfo fino all'invasione dell'Iraq nel 2003 e
l'operazione di cambio di regime in Libia nel 2011, ha prodotto la più grande
crisi dei rifugiati dalla seconda guerra mondiale. Da ultimo, i milioni di
profughi in fuga dalla Siria sarebbero causa di quel terribile dittatore che
risponde al nome di Bashar al-Assad.
Che
l’approfondimento delle tensioni geopolitiche trovi alimento nella rottura
economica in corso nell'economia capitalista mondiale è ipotesi lontana, quanto
quella sulle reali cause della seconda guerra mondiale. Le guerre sarebbero,
secondo una certa vulgata, la continuazione della politica con altri mezzi. Di
quale politica? Le guerre hanno sempre come loro carattere fondamentale la
lotta per la supremazia economica, per quanto i motivi adotti siano politici e
ideologici.
*
In
tutto il mondo i governi stanno cercando di svalutare le proprie valute al fine
di crearsi una posizione migliore nella lotta per i mercati globali, e ciò
ricorda fin troppo bene le guerre valutarie e commerciali del 1930 che hanno
portato al conflitto militare nel 1939.
Le
banche centrali, con la Federal Reserve nel ruolo principale, sono in uno stato
di confusione, senza politica coerente per guidare le loro azioni, come testimoniano
i timori anche per un aumento di appena lo 0,25 per cento dei tassi che rischierebbe
di far ripartire un nuovo tracollo finanziario.
Dal
canto suo l’ONU non è mai stata un'organizzazione per la risoluzione dei
conflitti e l’affermazione della pace mondiale, così come non lo fu la Società
delle Nazioni. Anche nel caso dell’Onu si tratta di un organismo attraverso il
quale le potenze cercano di far valere i loro interessi in conflitto per mezzo
d’intrighi e cospirazioni. Fu istituita sotto la guida degli Stati Uniti, la
potenza imperialista dominante, anzitutto per assicurare la sua egemonia nell’ordine
mondiale del dopoguerra. La sua posizione dominante si basava sulla forza impareggiabile
dell’industriale americana.
Da
tempo gli Usa hanno perso questo ruolo di potenza industriale egemone e la
classe dirigente americana deve fare affidamento sempre di più sulla supremazia
militare per contrastare i suoi rivali, rovesciare i governi non
sufficientemente flessibili e mantenere la sua influenza economica e geo-politica
nei suoi alleati nominali in Europa e Giappone.
La
Russia e la Cina rispondono alle minacce americane improvvisando il vecchio
nazionalismo, essendo esse stesse delle potenze capitaliste che non hanno nulla
di realmente progressivo sia sul piano sociale e sia nella risposta agli Usa. Vacillano tra un’impossibile conciliazione
e le minacce militari in risposta alle continue provocazioni degli Stati Uniti,
facendo così il gioco degli imperialisti guerrafondai.
È
l’imperialismo moderno, quale espressione del modo di produzione capitalistico,
che ci prepara a nuove tragedie, e già il nostro rifiuto di voler vedere e ammettere
come stanno le cose costituisce una tragedia in sé.
bel post, l'umore è quello
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