Guardavo
la foto che ritrae sorridenti, nella conferenza stampa congiunta, il presidente
del sindacato dei lavoratori dell’auto (UAW), Dennis Williams, e
l’amministratore delegato della FCA, Sergio Marchionne, dopo aver siglato
l’accordo sul nuovo contratto. I giornali ovviamente sono tutti felici. C’è dunque
qualcosa che non quadra, a cominciare dal fatto che quel contratto nei suoi
dettagli è ancora in gran parte segreto.
Un esempio di ciò che invece è noto: la
revisione sanitaria proposta dalla UAW è in linea con il cosiddetto Obamacare, il
quale mira a smantellare l'assicurazione sanitaria pagata dal datore di lavoro
e tagliare i costi di assistenza sanitaria per le imprese e il governo. Poi il solito trucco sui salari, un contentino oggi dopo un decennio di "congelamento", mentre rimarranno le assurde differenze tra il primo e il secondo livello a parità di lavoro.
Il settore dell’auto ha ricevuto migliaia di miliardi di dollari in
sussidi governativi (vietati in Europa) a seguito della crisi economica del
2008, ebbene la classe dirigente è determinata a far pagare ai lavoratori il
costo dell’operazione. Non va dimenticato, tra l’altro, che UAW e FCA ricavano
i loro redditi e profitti dallo sfruttamento dei lavoratori dell’auto, e hanno
cioè entrambi interesse che il prezzo delle azioni del gruppo salga, che l’accordo
con GM venga infine concluso. Il resto sono chiacchiere.
*
Sono
state rese note le retribuzioni della CGIL, dunque anche lo stipendio del suo
segretario generale, Susanna Camusso. È uno stipendio alto, basso, in linea? Non
interessa, non è questa la questione principale. Il punto è il ruolo del
sindacato nell’attuale fase, che è ben descritto da Giorgio Cremaschi, il quale
assai tardivamente prende le distanze dal sindacato in cui ha ricoperto posizioni
non di secondo piano per tanti anni:
Negli anni 80 e 90 è
stata la mutazione genetica del sindacato più forte d’Europa, la sua scelta di
accettare tutti i vincoli e le compatibilità del mercato e del profitto, che ha permesso al potere
economico di riorganizzarsi e riprendere a comandare. In cambio le grandi
organizzazioni sindacali hanno chiesto compensazioni per se stesse. Questo è
stato il grande scambio politico che ha accompagnato trent’anni di politiche
liberiste contro il lavoro. I grandi sindacati accettavano la riduzione dei
diritti e del salario dei propri rappresentati e in cambio venivano
riconosciuti ed istituzionalizzati. Partecipavano ai fondi pensione, a quelli
sanitari, agli enti bilaterali, firmavano contratti che costruivano relazioni
burocratiche con le imprese, stavano ai tavoli dei governi che tagliavano lo
stato sociale, insomma crescevano mentre I lavoratori tornavano indietro su
tutto. Quando il mondo del lavoro
è precipitato nella precarietà e nella disoccupazione, quando si è indebolito a
sufficienza, il potere economico reso più famelico dalla crisi, ha deciso che
poteva fare a meno dello scambio della concertazione. Ha dato il via Marchionne
e tutti gli altri lo hanno seguito.
[…] i gruppi dirigenti dei
grandi sindacati sono rimasti sconvolti e travolti dalla irriconoscenza di un
potere a cui avevano fatto così
ampie concessioni. Hanno così finito per fare propria la più grande delle
falsificazioni sul loro operare. I sindacati hanno difeso troppo gli occupati e
abbandonato i giovani ed i precari, questo è passato nei mass media. Mentre al
contrario non si sono trasmessi diritti alle nuove generazioni proprio perché
si è rinunciato a difendere coloro che
quei diritti tutelavano ancora. I grandi sindacati han subito la
catastrofe del precariato non perché troppo rigidi, ma perché troppo subalterni
e disponibili verso le controparti. Questa è la realtà rovesciata rispetto
all’immagine politica ufficiale, realtà che qualsiasi lavoratrice o lavoratore
conosce perfettamente sulla base della proprie amare esperienze.
Ora
credo sia più chiaro al lettore anche quanto
volevo dire a proposito dell’accordo tra UAW e FCA di cui sopra.
la CGIL è sempre la stessa dal biennio rosso: attenta a stroncare qualsiasi iniziativa da lei autonoma
RispondiEliminal'analisi di Cremaschi non la condivido
Credo che il capitalismo ciclicamente nasconda in qualche soffitta il proprio ritratto di Dorian Gray.
RispondiEliminaMaggiore è la capacità di vendersi giovane,bello ed eternamente efficiente e maggiori sono il deperimento,la bruttezza e l'inasprimento delle contraddizioni interne sviluppate.
A portare come sempre tutti i nodi al pettine ci penserà la storia.Saluti.Filippo
Uscita molto tardiva, e in una logica ancora socialdemocratica, il cui eventuale sviluppo non può altro che riproporre come prodotto situazioni simili a quelle che denuncia.
RispondiEliminaFai benissimo comunque a dargli spazio xchè è un altro passo per liberarsi da questo sindacato...e anche dei cremaschi,g