sabato 9 agosto 2014

I tedeschi lo sanno bene


Succede in Italia quanto già avvenne in altre non proprio fauste circostanze storiche. Come a Costantinopoli nel 1453, quando ai piani alti si discuteva dell’organigramma del paradiso e intanto i turchi sbrecciavano le mura della città. Quando si dice che è anche colpa della Germania è in parte vero, per il semplice fatto che al momento avremmo bisogno, per fare davvero le riforme e non le chiacchiere (l’unica riforma istituzionale urgente e seria riguarda l’istituto delle autonomie regionali), di almeno un paio di centinaia di miliardi di nuovo debito (oltre a utilizzare integralmente i fondi europei). Volete chiamarlo keynesismo? Chiamatevelo come cavolo vi pare. Per fare che cosa con nuovo debito? Le note cose: tagliare l’Irap, gli oneri sociali a carico delle imprese, aumentare le pensioni minime (chi ne ha una sola), rendere strutturali gli 80 euro e allargare la platea ai pensionati. Ma soprattutto investire in formazione e ricerca, sburocratizzare gli apparati statali centrali e locali (nel senso di chiudere seduta stante enti e uffici), reimpiegare centinaia di migliaia di burocrati in lavori utili dopo averli preparati adeguatamente a nuovi compiti (nel settore tutela del patrimonio e del territorio c’è possibilità enorme di lavoro e di occupazione). Dare finalmente un secchio e una ramazza a molti giovani diplomati e laureati cronicamente disoccupati e far pulire le città che sono luride (quattro ore il giorno di lavoro e altre quattro di formazione in cambio di un salario). Altri giovani, senza oneri sociali a carico delle imprese, a quattro ore di lavoro pagate dalle aziende e altre quattro di formazione pagate dallo Stato (come fanno con grande successo in Germania e in parte anche in Francia). Obbligo (la legge esiste già) di impiegare i cassaintegrati in lavori presso gli enti locali (abbinando lavoro e formazione). E, non ultimo, per gli evasori, lavori socialmente utili a manetta. Insomma, un cambio di rotta che induca gradualmente un mutamento di mentalità.


Ovvio che se fai più debito (che comunque sale anche rimanendo in stallo) devi anche tagliare gli sprechi (numerosi ed enormi) della pubblica amministrazione e tagliare stipendi e pensioni che sono ben oltre i limiti della decenza (uno stipendio pubblico non può essere superiore a diecimila euro nette il mese, e una pensione mai superiore a cinquemila, e vorrei dire anche meno). E come si fa a tagliare gli stipendi, per esempio, dei magistrati? Ma te l’immagini una proposta del genere? Come si fa a tagliare, supponiamo, del 50 per cento gli stipendi dei funzionari del parlamento, i quali si stanno già stracciando le vesti per i nuovi limiti (240mila), ossia perché guadagneranno solo 9 mila euro più della Merkel? Per fare poi investimenti in formazione e ricerca è necessario smantellare e/o liquidare i carrozzoni esistenti, cambiare da cima a fondo l’università, a cominciare dai corsi di laurea che non servono a nulla se non a garantire stipendi a docenti fannulloni. Eccetera. Cose dette e ridette da secoli, ma nulla è cambiato. Se si attuasse seriamente un pacchetto di misure di questo tipo, lo sfondamento dei parametri di deficit non sarebbe un problema, sennonché il punto è sempre quello, antico, e i tedeschi lo sanno bene perché Giuseppe Tomasi s’è venduto e letto più all’estero che in Italia.

P.S.: naturalmente queste cose non le puoi fare anzitutto perché con gente come Berlusconi (ne cito solo uno) non vai da nessuna parte. E Grillo s'è fatto prendere, dopo le elezioni, dal delirio, e Bersani è un piccolo burocrate.



7 commenti:

  1. Una Olympe de Gouges così riformista tanto da rimanere una rivoluzionaria.

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  2. "reimpiegare centinaia di migliaia di burocrati in lavori utili dopo averli preparati adeguatamente a nuovi compiti (nel settore tutela del patrimonio e del territorio c’è possibilità enorme di lavoro e di occupazione)".

    Abbia pazienza, nella tutela del territorio ci sono, ma in quello del patrimonio, potrebbe farmi un esempio?
    Grazie tanto e saluti.

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    1. pensiamo al patrimonio, dalle cattedrali ai libri, che c'è da restaurare e conservare, quanti tecnici qualificati c'è bisogno!
      saluti

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    2. Relativamente alle varie tutele paesaggistiche e patrimoniali non siamo neppure in ambito riformistico, si tratta unicamente di provvedimenti di sano buon senso e di corretta gestione, che da noi sono già da ascrivere nelle categorie rivoluzionarie da Pol Pot.
      Se nei programmi a breve termine ci hanno già destinato a sostenere come Paese il definitivo ruolo di agriturismo storico europeo (e 'forse' mondiale), il patrimonio omnicomprensivo 'sarebbe' ciò che ci rimane per campare. Oltre alla Ferrari, la lingerie, e tutto l'altro grande patrimonio di conoscenze e produzione di piccola e media industria che a frau Merkel ed altri da un fastidio immondo.

      'Cose ridette da secoli' : stamane in passeggiata sull'Appia antica lamentando con un romano i problemi riguardanti il sistema dei trasporti capitolino (Atac) ho detto che mi sembrava la stessa situazione che trovo al Cairo. No, mi ha risposto: 'siamo a Roma'.




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    3. conosco abbastanza la situazione di roma e quando parlo di città luride è soprattutto ad essa che mi riferisco
      questo post va letto congiuntamente al precedente: non possiamo rinunciare al nostro ruolo di eredi del più grande patrimonio artistico mondiale; ciò non toglie che è molto vero quello che dici a proposito della merkel

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  3. (quella dell'Italia agriturismo europeo l'avevo sentita tempo fa - due anni circa - da un consigliere Goldman Sachs e a questo punto non so se ritenerla una semplice battuta piuttosto che una anticipazione di programma).

    Scendendo nel piccolo dettaglio amministrativo, Milano oltre al resto è ostaggio delle diarree canine che a Roma non trovo così devastanti, ammesso e non concesso che ciò sia da attribuire al solo esodo estivo. A Roma, in aggiunta allo stile consuetudinario nazionale di rispetto del bene pubblico, c'è la pressione turistica che p.e. in questi giorni è incredibile.
    E non sono mica tutti gentlemen a dispetto della nostra esterofilia.

    Non è possibile conoscere cosa riserverà il futuro al nostro Paese, spero solo che un minimo di orgoglio in più corregga la stabile apatia.

    Bonne nuit

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