Succede in Italia quanto già
avvenne in altre non proprio fauste circostanze storiche. Come a Costantinopoli
nel 1453, quando ai piani alti si discuteva dell’organigramma del paradiso e
intanto i turchi sbrecciavano le mura della città. Quando si dice che è anche
colpa della Germania è in parte vero, per il semplice fatto che al momento
avremmo bisogno, per fare davvero le riforme e non le chiacchiere (l’unica
riforma istituzionale urgente e seria riguarda l’istituto delle autonomie
regionali), di almeno un paio di centinaia di miliardi di nuovo debito (oltre a
utilizzare integralmente i fondi europei). Volete chiamarlo keynesismo?
Chiamatevelo come cavolo vi pare. Per fare che cosa con nuovo debito? Le note
cose: tagliare l’Irap, gli oneri sociali a carico delle imprese, aumentare le
pensioni minime (chi ne ha una sola), rendere strutturali gli 80 euro e
allargare la platea ai pensionati. Ma soprattutto investire in formazione e
ricerca, sburocratizzare gli apparati statali centrali e locali (nel senso di
chiudere seduta stante enti e uffici), reimpiegare centinaia di migliaia di
burocrati in lavori utili dopo averli preparati adeguatamente a nuovi compiti
(nel settore tutela del patrimonio e del territorio c’è possibilità enorme di lavoro
e di occupazione). Dare finalmente un secchio e una ramazza a molti giovani
diplomati e laureati cronicamente disoccupati e far pulire le città che sono
luride (quattro ore il giorno di lavoro e altre quattro di formazione in cambio
di un salario). Altri giovani, senza oneri sociali a carico delle imprese, a
quattro ore di lavoro pagate dalle aziende e altre quattro di formazione pagate
dallo Stato (come fanno con grande successo in Germania e in parte anche in
Francia). Obbligo (la legge esiste già) di impiegare i cassaintegrati in lavori
presso gli enti locali (abbinando lavoro e formazione). E, non ultimo, per gli
evasori, lavori socialmente utili a manetta. Insomma, un cambio di rotta che
induca gradualmente un mutamento di mentalità.
Ovvio che se fai più debito (che
comunque sale anche rimanendo in stallo) devi anche tagliare gli sprechi
(numerosi ed enormi) della pubblica amministrazione e tagliare stipendi e
pensioni che sono ben oltre i limiti della decenza (uno stipendio pubblico non
può essere superiore a diecimila euro nette il mese, e una pensione mai
superiore a cinquemila, e vorrei dire anche meno). E come si fa a tagliare gli
stipendi, per esempio, dei magistrati? Ma te l’immagini una proposta del
genere? Come si fa a tagliare, supponiamo, del 50 per cento gli stipendi dei
funzionari del parlamento, i quali si stanno già stracciando le vesti per i
nuovi limiti (240mila), ossia perché guadagneranno solo 9 mila euro più della
Merkel? Per fare poi investimenti in formazione e ricerca è
necessario smantellare e/o liquidare i carrozzoni esistenti, cambiare da cima a
fondo l’università, a cominciare dai corsi di laurea che non servono a nulla se
non a garantire stipendi a docenti fannulloni. Eccetera. Cose dette e ridette da secoli,
ma nulla è cambiato. Se si attuasse seriamente un pacchetto di misure di questo tipo, lo sfondamento dei parametri di deficit non sarebbe un problema, sennonché il punto è sempre quello, antico, e i tedeschi lo sanno
bene perché Giuseppe Tomasi s’è venduto e letto più all’estero che in Italia.
P.S.: naturalmente queste cose non le puoi fare anzitutto perché con gente come Berlusconi (ne cito solo uno) non vai da nessuna parte. E Grillo s'è fatto prendere, dopo le elezioni, dal delirio, e Bersani è un piccolo burocrate.
P.S.: naturalmente queste cose non le puoi fare anzitutto perché con gente come Berlusconi (ne cito solo uno) non vai da nessuna parte. E Grillo s'è fatto prendere, dopo le elezioni, dal delirio, e Bersani è un piccolo burocrate.
Una Olympe de Gouges così riformista tanto da rimanere una rivoluzionaria.
RispondiEliminaè ferragosto, bisogna capirla
Elimina"reimpiegare centinaia di migliaia di burocrati in lavori utili dopo averli preparati adeguatamente a nuovi compiti (nel settore tutela del patrimonio e del territorio c’è possibilità enorme di lavoro e di occupazione)".
RispondiEliminaAbbia pazienza, nella tutela del territorio ci sono, ma in quello del patrimonio, potrebbe farmi un esempio?
Grazie tanto e saluti.
pensiamo al patrimonio, dalle cattedrali ai libri, che c'è da restaurare e conservare, quanti tecnici qualificati c'è bisogno!
Eliminasaluti
EliminaRelativamente alle varie tutele paesaggistiche e patrimoniali non siamo neppure in ambito riformistico, si tratta unicamente di provvedimenti di sano buon senso e di corretta gestione, che da noi sono già da ascrivere nelle categorie rivoluzionarie da Pol Pot.
Se nei programmi a breve termine ci hanno già destinato a sostenere come Paese il definitivo ruolo di agriturismo storico europeo (e 'forse' mondiale), il patrimonio omnicomprensivo 'sarebbe' ciò che ci rimane per campare. Oltre alla Ferrari, la lingerie, e tutto l'altro grande patrimonio di conoscenze e produzione di piccola e media industria che a frau Merkel ed altri da un fastidio immondo.
'Cose ridette da secoli' : stamane in passeggiata sull'Appia antica lamentando con un romano i problemi riguardanti il sistema dei trasporti capitolino (Atac) ho detto che mi sembrava la stessa situazione che trovo al Cairo. No, mi ha risposto: 'siamo a Roma'.
conosco abbastanza la situazione di roma e quando parlo di città luride è soprattutto ad essa che mi riferisco
Eliminaquesto post va letto congiuntamente al precedente: non possiamo rinunciare al nostro ruolo di eredi del più grande patrimonio artistico mondiale; ciò non toglie che è molto vero quello che dici a proposito della merkel
(quella dell'Italia agriturismo europeo l'avevo sentita tempo fa - due anni circa - da un consigliere Goldman Sachs e a questo punto non so se ritenerla una semplice battuta piuttosto che una anticipazione di programma).
RispondiEliminaScendendo nel piccolo dettaglio amministrativo, Milano oltre al resto è ostaggio delle diarree canine che a Roma non trovo così devastanti, ammesso e non concesso che ciò sia da attribuire al solo esodo estivo. A Roma, in aggiunta allo stile consuetudinario nazionale di rispetto del bene pubblico, c'è la pressione turistica che p.e. in questi giorni è incredibile.
E non sono mica tutti gentlemen a dispetto della nostra esterofilia.
Non è possibile conoscere cosa riserverà il futuro al nostro Paese, spero solo che un minimo di orgoglio in più corregga la stabile apatia.
Bonne nuit