In ogni epoca la società umana per placare le proprie
ansie anela disperatamente di essere in qualche modo rassicurata. Noi guardiamo
retrospettivamente con sgomento e raccapriccio ai riti di sangue celebrati nelle
società arcaiche a scopo propiziatorio e tuttavia poniamo poca attenzione al
significato dei riti di sangue che si consumano intorno e vicino a noi. Se poi vogliamo
trovare delle differenze tra il passato e il presente, esse sono più formali
che sostanziali.
Per l’uomo arcaico nulla di ciò che accade a se
stesso e intorno a lui nella vita quotidiana e nello scorrere del tempo è
realmente dotato di realtà. Al contrario, solo ciò che è stato fondato ad illo tempore e una volta per tutte
nel mito è vero ed appartiene al suo essere. Lo stesso vale in definitiva per
l’uomo moderno, in ciò che accade a se stesso e intorno a lui nella vita egli
vede una sola realtà, quella economica, ossia la menzogna più durevole fondata
nel mito della grande divinità chiamata Mercato, al cui ufficio gli adoratori
garantiscono sempre carne per l’olocausto allo scopo di rifondarne di continuo il dominio.
Ultimamente ha preso piede una forma in altri tempi
non frequente di sacrificio, ossia la punizione che il capro espiatorio si
autoinfligge per essere venuto meno ai doveri imposti dal pantheon economico,
cioè dal credito, dalla concorrenza, dall’efficienza, redditività, solvibilità,
eccetera. In questo modo la vita finisce perché non è mai cominciata veramente.
Certo, finora i casi di suicidio per motivi economici sono stati numericamente
inferiori da noi rispetto a quanto avvenuto presso i greci, ma si tratta solo
di una mostruosa contabilità agitata da una sadica propaganda governativa.
Facendo i debiti scongiuri per quanto riguarda la
nostra sorte individuale, ci siamo talmente assuefatti a sopravvivere in una
società così tremendamente violenta che fingiamo di non accorgercene, evitando
spesso di dare il giusto peso a questi fenomeni. Per noi esiste un terrore che
sovrasta tutti gli altri, quello di perdere l’ultima menzogna che ci separa da
noi stessi. Predichiamo che Dio è morto ma non smettiamo di metterci in
ginocchio davanti al suo succedaneo.
In realtà, come qualunque persona consapevole dovrebbe
sapere, noi viviamo in un sistema economico e sociale che nel ventunesimo
secolo non può essere giudicato solo ingiusto, ma spaventosamente criminale. E
del resto che gli “squilibri” di questo sistema siano un suo elemento organico,
è ormai palese. In capo a chi ascrivere le maggiori responsabilità è
altrettanto chiaro. È tuttavia sorprendente, almeno apparentemente, che il paradigma
ideologico dominante tenda a imputare lo stato di cose presenti alle cause più
disparate e improbabili.
I politici, gli economisti e il servitorame mediatico
si ostinano a offrire visioni pseudo alternative ai bisogni emotivi delle masse,
chimere di una finanza e un’economia che troverebbero equilibrio se solo si
seguissero le ricette e i principi più o meno ortodossi che paradossalmente sono la
base teorica del collasso, astrazioni e variazioni del mito. Sulla sommità della piramide,
con fede cieca, celebrano i riti propiziatori e pronunciano la fatwa contro i
reprobi chiedendo ancora e solo nuova carne da sacrificare sull’altare dei loro
idoli. Non di semplici errori si tratta, essi non sono meno colpevoli dello
stesso sistema di cui fanno parte e in nome del quale agiscono.
Né noi ci dobbiamo sentire assolti.
Grande post
RispondiEliminauna gratifica. grazie
RispondiEliminaHo mandato i suoi post ad alcune persone. Le risposte di esse sono state: ho dovuto prendere il vocabolario; ci ho capito poco o niente; troppo intellettualoide; ecc., ecc.
RispondiEliminaA parte chi è già versato nella scienza marxista, per tutti gli altri, i suoi post sono di difficile accesso, ad una comprensione proficua. Ed è anche per questo che il contatore delle visite, registra una media di poco più di 200 accessi giornalieri, io credo.
A cosa serve una informazione di nicchia e di questi tempi poi?. Spero di averle fornito, un ottimo motivo, per semplificare e il linguaggio, e i concetti espressi nei suoi post.
Cordiali saluti
L*
grazie per l'interesse e l'impegno. in rete c'è molta scelta. ciao
RispondiEliminaIn pratica mi ha dato del "benservito". Pazienza, il mio era un contributo a servire la...causa più proficuamente.
RispondiEliminaBuona giornata a lei.
ma scusa, a chi mi dovrei adeguare e perché?
RispondiEliminaquando non conosco un termine uso a mia volta il dizionario e imparo qualcosa di nuovo. e poi cosa ci sarebbe di così difficile da capire? in questo post, per esempio, quale termine ha bisogno del dizionario, quale concetto deve essere spiegato? non mi pare di dir messa in latino. ho usato una locuzione latina che è nota nel suo significato quanto in saecula saeculorum.
Sono un lettore di questo blog da un annetto. È la prima cosa che leggo al mattino. Insieme a poco altro, mi è servito a capire il perché di molte delle cose che stanno accadendo. Non ho una cultura né una formazione particolarmente avanzate. Sono il tipico italiano medio, e tutti i giorni ringrazio questo sconosciuto che mi apre un po' gli occhi...Se proprio dovessi criticare, direi che a volte lascia in penombra più di quanto vorrei alcune conclusioni, ma...a volte certe opinioni fuori dal coro possono essere pericolose...
RispondiEliminagrazie, molte grazie, Giorgio
RispondiEliminaUno splendido post. A volte questo blog e' citato nei commenti sul Fatto Quotidiano online, non certo uno spazio di nicchia. Secondo me ha piu' lettori di quanti si pensi. Comunque grande stima per i pensieri di verita'. Almeno, nel fondo della caverna non vediamo solo ombre, anche grazie ad essi.
RispondiEliminaMauro
:)
RispondiEliminaIo anche provvedo a farlo girare spesso, il suo blog. Su FB, nella pagina che gestisco insieme ad altri ragazzi, i cosiddetti "indignati" italiani (gruppo formato da comunisti, anarchici, umanisti... tutti comunque contro il sistema). Lei è sempre fonte di chiarezza, una perla rara in questo marasma di informazioni spesso contraddittorie chiamato WEB.
RispondiEliminaUn caro saluto.
quindi ci sono due Mauro, mi pareva
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