domenica 15 aprile 2012

Le armi periclitanti della borghesia italiana



Mussolini, nel suo ultimo discorso pubblico, tenuto al Lirico di Milano il 16 dicembre 1944, non poté esimersi dall’affrontare l’argomento sulle cosiddette armi segrete tedesche, le quali sarebbero risultate, nell’illusione di pochi e negli scongiuri di molti, decisive. Mussolini si disse realista, cioè possibilista e ottimista. Non di armi “segrete” si tratta – disse – ma di armi nuove: «sono segrete sino a quando non vengono impiegate in combattimento. Che tali armi esistano, lo sanno per amara constatazione gli inglesi; che le prime saranno seguite da altre, lo posso con cognizione di causa affermare; che esse siano tali da ristabilire l'equilibrio e successivamente la ripresa della iniziativa in mani germaniche, è nel limite delle umane previsioni quasi sicuro e anche non lontano».

Del resto, in tale situazione e davanti a simile platea, con quale altra performance avrebbe dovuto affrontare la faccenda, fatta salva la clausola sul “limite delle umane previsioni”? In quei giorni il duce non mancò, coerentemente, di vendere il quotidiano Il popolo d’Italia per una congrua cifra. In questo fatto concreto si riconosce uno statista pragmatico o anche un semplice farabutto che specula sulla pelle degli altri.

L’altro giorno ascoltavo la testimonianza registrata di quel galantuomo del colonnello delle Ss Eugen Dollmann, il quale conosceva bene Mussolini e purtroppo anche l’Italia. Costui ebbe a rivelare che il suo ultimo incontro con il dittatore avvenne il 6 aprile 1945. Secondo tale avanzo di guerra, il duce gli avrebbe fatto vedere una lettera recente indirizzata a Hitler, nella quale egli chiedeva notizie sulle armi segrete, esortando il dittatore tedesco, una volta vinta la guerra, a lasciargli mano libera in Italia per le pulizie di casa.

Non so quanto attendibile sia la testimonianza di questo pezzo di nazista, ma se i fatti fossero realmente questi, si avrebbe un’ulteriore prova dell’infimo spessore di uno statista che crede realmente alle fole della sua stessa propaganda.

Questa vicenda mi è passata per la mente questa mattina nel dormiveglia, ossia in uno stato semi-vigile dove certe caligini possono riaffiorare disinvoltamente. La storiella di Mussolini mi è servita poi per tracciare un parallelo con la vicenda di Mario Monti e chiedermi se anche lui crede, e in quale misura, alla sua stessa propaganda sulla “crescita”. Non solo. Mi chiedo se anche un’intelligenza più strutturata di quella di Monti, cioè Napolitano, creda relamente a queste balle.

* * *

Questa mattina ho letto solo le prime tre righe dell’editoriale di Eugenio Scalfari, arrestandomi davanti all'aggettivo “periclitante”.

5 commenti:

  1. Buon Giorno Olympia,
    secondo me l'arma più segreta, che poi tale non è, per questi sciacalli al potere, è l'immutata ignoranza delle folle. Sempre fino a quando la fortuna li abbandona a causa di una naturale lotta per la sopravvivenza, che inevitabilmente li annienta con l'uso della stessa arma.

    Non so cosa significhi esattamente "periclitante", penso sia una forma italianizzata coniata dallo stesso Scalfari, tratto dal vocabolo latino "periclitatio", cioè pericoloso, in effetti questo giornalista è davvero pericoloso. Ogni tanto leggevo i suoi articoli, alla fine ho desistito per incapacità di interpretare i suoi subdoli e astrusi articoli. Ma a chi era rivolto un simile vocabolo? Sono curiosa :)

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  2. ciao carissima, non è poi così segreta nemmeno quell'arma e, come tu dici, funziona egregiamente.

    http://www.repubblica.it/politica/2012/04/15/news/scalfari_domenica_15_aprile-33330777/?ref=HREC1-1

    buona domenica

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  3. Sono certo che Monti ne sia convinto, esattamente come lo era Berlusconi quando affermava in pubblico stronzate sulle toghe rosse e complotti vari e poi le ribadiva in telefonate private, intercettate dalla magistratura che indagava su di lui. Cioè, lui ci credeva veramente! La differenza rispetto a Monti è che lui se n'era convinto per un trauma infantile personale, mentre Monti lo è per una mistificazione ideologica collettiva della realtà, espressione di un'intera classe e di chi da questa si lascia abbindolare.

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  4. Ho letto l'articolo e mi è venuta in mente la famosa frase di Totò "Lei è un comprensorio!".
    L'ho detto che è subdolo e astruso. E' ormai di dominio pubblico (quasi) che ben due miliardi e mezzo di euro, l'equivalente della manovra pensioni,sono finiti nella banca Morgan Staley dove il figlio di Monti è vice presidente. Eh si, i conti pubblici li ha messi davero al sicuro il caro gesuita, ora non gli resta che applicare quanto il "comprensorio" gli suggerisce, ma per farlo dovrebbe riprendersi i soldi dalla Morgan, se la matematica non è rientrata nel calderone delle opinioni.
    Grazie, buona serata

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  5. ...Scalfari: i suoi articoli hanno molteplici destinatari e molteplici chiavi di lettura. Comunica con personaggi a noi non noti per il tramite dei suoi scritti.
    I suoi testi ricordano certi messaggi cifrati che il Signor Cossiga amava tanto esternare. Indecifrabili ai più, ma chiarissimi ai pochi veri destinatari.

    Olivier

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