mercoledì 7 marzo 2012

Il mercato delle balle


Studio televisivo, prima serata, milioni di telespettatori. Il viceministro dell’economia sostiene che l’aumento dell’Iva di due punti che scatterà dal prossimo ottobre andrà a colpire i consumi piuttosto che i redditi: “Chi consuma di più, pagherà di più”. Tenendo conto dei famosi 39mln di analfabeti e semianalfabeti vigenti in Italia la cosa scivola via grazie alla complicità di economisti, sindacalisti e politici presenti nello studio (in genere ci si accapiglia solo per motivi fasulli e futili). Sennonché una signora italiana che insegna in Francia, presente in studio, esprime le proprie rimostranze conto una simile imbecillità a 32 pollici. Non la lasciano parlare e articolare le motivazioni del suo dissenso ma tuttavia anche il pubblico più distratto può afferrare che il viceministro ha detto una cazzata con l’intento di darla a bere, come da prassi consolidata. Infatti, questi, per tutta la serata abbozza un sorriso compiaciuto prodromo di una risata trattenuta a stento.

Va da sé che se ho un reddito di soli 1.000 euro mensili, dovrò spenderlo tutto e perciò l’aumento della tassazione dell’Iva investirà nel mio caso il 100% di esso. Nel caso il mio reddito sia invece di 5.000 euro, posso spendere il triplo rispetto al primo caso, cioè 3.000 euro, e perciò l’aumento della tassazione dell’Iva interesserà solo il 60% del mio reddito. Anche questo fatto dovrebbe svelare, di là di ogni dubbio, la precisa strategia del governo, ossia quella di colpire con la tassazione e i tagli le classi sociali con minori redditi. Si giunge perfino, senza tema del ridicolo, a sostenere che colpire i ricchi non conviene perché essi sono pochi, oppure sono difficili da “scovare”.

Il viceministro giunge così ad affermare, sulla scia del suo capo, che è difficile individuare la grande proprietà immobiliare perché celata sotto società costituite ad hoc. In qualsiasi altro paese avrebbero chiesto le dimissioni immediate. Come anche i più sprovveduti dovrebbero sapere, basta una visura alla camera di commercio per sapere nomi e cognomi dei soci. Chissà perché è sempre e solo la miseria a essere alla luce del fisco. Oppure si monta la pantomima delle ispezioni a Cortina per “scoprire” i proprietari di auto di lusso a basso reddito, quando basterebbe consultare i registri del PRA e incrociarli con le dichiarazioni dei redditi. Per sapere dove si nascondono i patrimoni, la loro consistenza immobiliare, liquida e in titoli, è sufficiente che l’agenzia delle entrate consulti il modello 4 delle dichiarazioni di successione. Lì non può sfuggire nulla, si tratta della fonte che illustra la divisione del bottino! Eccetera.

Tutto sommato fanno bene a stangarci e poi a prenderci anche per il culo.


6 commenti:

  1. e tanto per continuare con l'avvilente spettacolino di chi le spara piu grosse , l'altro giorno il passera ministro (dall'alto della sua competenza ,.......) ha dichiarato che seppure la tav ,oggi come oggi,non sostiene il carico di lavoro per cui dovrebbe essere realizzata, la si deve fare proprio per incentivare il mercato !!!!!! .....il governo monti cammina su un tappeto rosso che la coppia di fatto pdl e pd gli ha steso, puo' fare e dire quel che vuole .

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  2. Che trasmissione era, tanto per curiosità?

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  3. L'ho notato anch'io e quando l'ho fatto notare agli cyber utenti su twitter mi è stato risposto da uno solo, ripeto uno solo che Camusso avevo obiettato dicendo come fosse iniqua questa cosa. Alche ho ribadito che Camusso non aveva fatto un esempio come quello da te citato e la gente a casa notoriamente asina non c'aveva capito una beneamata mazza. Nessuna risposta, zero, silenzio totale. Ma in che Paese viviamo?

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  4. Perfettamente d'accordo. La miseria viene sempre scovata, la ricchezza invece...
    E poi, possibile che la propaganda ci abbia “svuotati” a tal punto da toglierci perfino il senso della realtà?
    Sembra impossibile, eppure di fronte alla sconcertante impassibilità dell'uditorio, che giustamente metti in rilievo, l'evidenza è quella: la domanda che ponevo inizialmente è ormai retorica, la risposta è uno scontato e avvilente “sì”.
    Voglio dire: possibile che non si sia più neppure in grado di capire che le imposte sui consumi colpiscono soprattutto i poveri, i salariati? Non bisogna essere per forza economisti di professione oppure rivoluzionari per rendersene conto!
    Quanto poi alla presunta “inutilità” o “inefficienza” pratica del tentativo di tassare i ricchi [e sorvolo sulle insidie nascoste nel concetto stesso di *efficienza*], il fatto che di fronte a un'argomentazione del genere non si senta non un mormorio ma addirittura un boato di protesta provenire da ascoltatori, spettatori, commentatori, ecc., ci dice che sta venendo meno ormai ogni capacità di percepire quali siano i reali intenti – nient'affatto “neutrali” – dell'attuale classe dirigente.
    La presunta “emergenza” giustifica ogni decisione, e impone una sospensione del giudizio, una delega in bianco a questo salvifico “comitato di salvezza nazionale”; “niente proteste, adesso” ci viene detto: “siamo in emergenza e bisogna lavorare tutti uniti per il bene del Paese” (che poi, chissà perché, coincide sempre col “sacrificio” dei lavoratori e con la conservazione ad ogni costo – anzi, con la “messa in sicurezza”, come oggi si usa dire – delle rendite, dei grandi patrimoni, e quindi di fatto con l'allargamento del divario di potere e di “sostanza” fra le classi sociali).
    Quando questa fase “commissariale” finirà, ci accorgeremo di dover ricominciare tutto da capo, in termini di rivendicazioni sociali, riconoscimento, conquiste economiche e civili. Il “diritto del lavoro”, insieme a tutto lo Stato sociale (già cominciano a dirlo, nei cieli dell'alta finanza europea), sarà stato un breve sogno, una parentesi di “ricreazione” nell'amara realtà del mercato e del capitale.
    Perché non riprendere seriamente a lavorare sull'internazionalismo? Il lavoro non è un problema “nazionale”, se il capitale è “globale”. [Ovviamente sintetizzo quasi telegraficamente, per motivi di tempo e spazio, ma è un tema da approfondire, a mio parere.]

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  5. @ ivan: grazie

    @ maurizio: la camusso è intervenuta slo in seconda battuta, quando il viceministro ha affermato che alcune aliquote iva non sono state toccate. al che la camusso ha risposto adeguatamente (che poteva fare?); peraltro s'è sbagliata sulla percentuale di aumento della cassa integrazione

    @ mauro: la trsm. ha mutuato il nome da un mercato storico di palermo, ecco perché il titolo del post

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