Qualunque cosa stamattina va bene, anche che il gatto ha pisciato storto, pur di non mettere come prima notizia nei giornali lo sciopero di decine di migliaia di lavoratori metalmeccanici, ossia la protesta di quei salariati in tuta, ignoti, che non dicono a ogni piè sospinto: “stiamo lavorando”. Loro, si sa, vi sono costretti al lavoro vero, quando c’è e non sono discriminati per motivi sindacali e politici.
Il Partito democratico, con una scusa peraltro assai banale, ha deciso di non partecipare alle manifestazioni indette, confermando una volta di più che si tratta di un’accolita di reazionari non diversi dagli altri. Tanto è vero che il segretario del Pd Bersani afferma: "Puntiamo a un'intesa con i moderati”, senza escludere un governo con a capo ancora Monti. Il segretario generale della CGIL Susanna Camusso è a New York per una iniziativa all'Onu. Si sa, nell’ordine delle priorità sindacali le chiacchiere all’Onu hanno la precedenza.
Su Il Sole 24ore, al momento, la notizia dello sciopero non c’è. Ma si sa, i giornalisti importanti s’alzano tardi al mattino e riflettono molto prima di raccontarci di che colore è oggi il mondo.
PS: Ho sfogliato tre volte il Corriere della sera ma non c'è traccia della notizia dello sciopero, idem per altri quotidiani nazionali. Come definire un simile comportamento ?
Il PD punta a un'intesa "coi moderati". Anche il Pdl parla a più non posso dell'Italia dei "moderati"; e il "terzo polo", quando fa riferimento ai "moderati", si sente ovviamente nel proprio regno.
RispondiEliminaDunque, sembra che tutti gli schieramenti maggiori non inseguano altro sogno che quello di far contenti i "moderati".
Ma nessuno si chiede mai: cosa si intende, in realtà, per *moderati*? In che senso li si definisce così? E poi, chi sono, in sostanza? a quale soggetto politico e sociale corrispondono, in concreto e fuor di metafora?
Ci sarebbe da fare una riflessione approfondita (anche perché è il momento di mettere a nudo il senso di queste definizioni e categorie che spesso diventano utili "foglie di fico"). Mi limito qui solo a qualche battuta...
In maniera implicita e mai espressamente dichiarata, dai leader politici filo-moderati, viene trasmessa l'idea che è "moderato" chi accetta l'esistente senza fare troppe "storie", perché in fondo sta bene com'è e dov'è. Ma il "moderato" vuole anche riforme - osserverà qualcuno: sì, ma se è "moderato", e non si lamenta, vuol dire che i costi di quelle riforme non li pagherà lui. O, se li pagherà in minima parte, troverà in qualche modo compensazioni e "paracadute" che lo terranno al sicuro. E gli altri, quelli che perderanno garanzie, sicurezze, posto di lavoro, ecc.? Gli altri saranno "costretti" a scendere in piazza, e dimostrando di non essere "moderati", diventeranno soggetti "inaffidabili" dai quali stare alla larga, secondo i "maggiori leader".
Un circolo vizioso, insomma...
P.s.
RispondiEliminaSi sta compattando il "nuovo" dispositivo
finanziario-politico-mediatico-militare.
Come al solito, sarà dura.
gianni
@ivaneuscar
RispondiEliminaCercano tutti l'appoggio dei moderati perché "moderati" non vuol dire nulla, è un'espressione assolutamente scevra da qualunque possibile contenuto politico.
È il pensiero unico e l'apparente fine delle ideologie che rende tutti quanti così smaniosi di rappresentare i "moderati".
Ricordo che un anno fa, durante la campagna elettorale per le amministrative a Milano e Napoli, qualcuno che non ricordo su L'Espresso scriveva: che cosa l'essere moderati dovrebbe mai garantire, alla luce del fatto che proprio in nome della moderazione si è radicato un trasformismo sistematico rivoltante e si è combattuta una asprissima lotta di classe dall'alto della società?