Fin che si tratta di tagliare le pensioni, tassare la casa, aumentare le accise sui carburanti, “riformare” il lavoro che non c’è o è precario, far salire la quota dei profitti, tutto facile o quasi. Efficace anche il giochino che riguarda lo strangolamento dei piccoli agricoltori e allevatori perché lascino le proprie terre ai nuovi latifondisti. Quando invece si tratta di mettere mano sulla Rai, commissioni bancarie e altre cosucce in capo alle lobby, oppure di proporre un piano industriale nazionale che punti sulla produzione e ricerca e non solo sulla liberalizzazione fittizia di alcuni servizi, il governo “tecnico” si rivela per quello che è, il prodotto di un pasticcio politico, il portato di un regime di classe, quella del denaro, il risultato reale di un’incapacità manageriale. Il dato di fatto è che chi decide è altrove, ma gli unici a non contare davvero nulla sono i salariati e i pensionati, la gente comune, quel popolo nel cui nome si dice senza pudore di governare.
Questo governo, non diversamente dai precedenti, è chiamato alla difesa delle rendite, dei grandi patrimoni e dei profitti messi in pericolo dalla crisi finanziaria, e lo sta facendo palesemente nei modi che si è detto, colpendo salariati e ceto medio, aumentando l’iva che è una vera e propria tassa sui redditi più bassi. Ma non si tratta solo di un’operazione di “difesa”, ma di vero e proprio favore decidendo ulteriori sgravi fiscali per le imprese come sostegno alla “crescita” e trasferendo risorse alle “grandi opere” (di corruzione).
Il fatto che l’aliquota fiscale unica sui redditi da capitale sia passata dal 12,5 al 20% è solo una foglia di fico (è al 20% in tutta la UE) se solo si pensa che un qualunque lavoratore (e si tratta di sudore e sacrifici, non di semplici clic con il mouse) paga un’aliquota del 23% sul reddito fino a 15mila euro e il 27% fino a 28mila euro. Per non dire della falsificabilità dei bilanci societari, pratica divenuta di fatto legale con la sua depenalizzazione. Quanto versano al fisco complessivamente le società italiane quotate in Borsa? Quando vedremo i blitz dell’agenzia delle entrate nelle isole Cayman, Narau, Antigua, Sark, dove hanno sede migliaia di consociate delle multinazionali?
Questi sono i veri scandali alla luce del sole, non dissimili a un altro fatto, ossia che vi siano stipendi statali e pensioni pubbliche che arrivano a 30 volte il salario di un operaio o di un semplice impiegato. C’è poco da invitare ognuno a “fare la propria parte”. Cominci Napolitano a dare l’esempio, a ridursi drasticamente l’appannaggio ultra-regale, prima di firmare decreti che tagliano le pensioni alle vedove. O vogliamo parlare della legge 252/1974?
Lo scoperchiamento della cloaca del finanziamento ai partiti, la corruzione dilagante, dimostra che la classe dominante non teme nessuna rivolta dal basso o campagna mediatica che non sia funzionale al mantenimento del sistema stesso. La borghesia ha vinto su tutta la linea, ma anzitutto ha vinto imponendoci la sua visione del mondo. La più grande battaglia la borghesia del denaro l’ha vinta negli ultimi trent’anni sul campo dell’ideologia e della comunicazione, prima ancora che sul terreno della nuova legislazione che accompagna le misure di austerity sociale. Del resto la lotta a coltello per il controllo e la spartizione della televisione, sia come strumento di potere, di orientamento e comando, così come settore di marketing, non ha bisogno di particolari commenti.
Anche dal lato delle nuove tecnologie, centinaia di milioni di utenti sono convinti che si è raggiunta, con l’utilizzo dei nuovi mezzi, una maggiore libertà di espressione e di relazione, ma in realtà lo spazio della comunicazione è dominato dai temi decisi nei grandi centri di produzione ideologica e coloro che vi si oppongono realmente costituiscono una minoranza del tutto marginale e sotto sorveglianza attiva. Per il resto c’è il carcere e la tortura.
"la classe dominante non teme nessuna rivolta dal basso"
RispondiEliminaChe tristezza...
Del resto, bel commento.
saluti
ps: Oggi avevo letto un bel articolo sul Fatto:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/18/volkswagen-utili-e-lavoro-altro-che-marchionne/198251/
Certo che la cogestione non è il massimo che un operaio potrebbe augurarsi, ma al confronto del nulla...
Mi piacerebbe leggerti sulla questione e cosa ne pensi di un tale approccio in Italia come soluzione intermedia, vista anche la scarsa presa di coscienza del lavoratore nonché dello stesso sindacato?
Verissimo cara Olympe, l'agenda comunque anche sul web la detta la borghesia dei grandi giornali e della tv, se si dicono cose realmente controcorrente si è fatti passare per complottisti nel peggiore dei casi e die fuori dal mondo nel migliore. Tra i peggiori fautori di queste schifezze c'è il ceto medio semicolto che è lo zoccolo duro degli elettori del PD.
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