domenica 25 marzo 2012

Saltare in aria



Può darsi m’illuda e pecchi d’ingenuità, non sappia cogliere i reali rapporti, ma a me pare che se Maurizio Landini fosse stato al posto di Susanna Camusso, dopo quanto è successo con la cosiddetta riforma del lavoro, Mario Monti non lo avrebbe invitato a pranzo a Cernobbio. E, senza costruire santini, credo che in ogni caso Landini non avrebbe aderito all’incontro conviviale. Dalle foto della tavolata sembra siano mancate tra i convitati solo le pacche sulle spalle.

Anche la forma vuole la sua parte e ormai non ci si cura di salvare nemmeno la faccia, salvo qualche battuta di convenienza davanti ai microfoni. Anche questa partita è persa, la risposta immediata non c’è stata e quella che seguirà sarà solo réclame per il governo, la prova che le misure “impopolari” saranno presto e ancora una volta assorbite “con responsabilità” da parte dei salariati e per il governo ci sarà un’altra medaglia da appuntarsi al petto.

* * *

Scrive il “solito” a proposito dell’articolo 18, richiamando addirittura l’esempio dello scoppio delle due guerre mondiali:
Nel caso nostro non ci saranno per fortuna né morti né feriti, ma lo sconquasso sociale e politico sarà intenso se non si arriverà ad un compromesso: potrebbe cadere il governo Monti, potrebbe sfasciarsi il Partito democratico e la sinistra italiana finirebbe in soffitta, lo "spread" potrebbe tornare a livelli intollerabili con conseguenze nefaste per tutta l'Europa e tutto questo perché le due parti contrapposte vogliono stabilire  -  mi si passi un'espressione scurrile ma appropriata  -  chi ce l'ha più lungo.

Ormai Scalfari è un caso da catetere, ma resta il fatto che scrive sul giornale più letto della nazione. Oltretutto di quale “sinistra” sta parlando? Quindi chiosa:

Infatti il peso e l'importanza dell'articolo 18 è pressoché irrilevante. I casi in cui è stato applicato il reingresso nel posto di lavoro negli ultimi dieci anni non arrivano al migliaio […] Quanto alla giusta causa, la cui presenza può consentire un licenziamento e la cui assenza può renderlo possibile, essa è già contenuta in leggi precedenti all'articolo 18 e può essere sempre sollevata dinanzi al magistrato.

Non m’intendo di cause di lavoro, ma la logica mi porta a ritenere che se non si sono registrati più di un migliaio di reingressi decisi dal giudice, ciò prova che l’articolo 18 funzionava molto bene come deterrente, sia da parte padronale e anche da parte sindacale. L’efficacia di una norma che regola i conflitti tra le parti si può misurare proprio dal fatto che essa li riduca al minimo. Difficilmente finora i padroni licenziavano senza una giusta causa sapendo che tale decisione sarebbe revocata dal giudice e con loro grave danno. Allo stesso modo, per una grave e patente violazione delle norme contrattuali, cioè in presenza di una giusta causa che giustifichi il licenziamento, il salariato e il sindacato non si rivolgono al giudice per sentirsi dare torto e soccombere nelle spese. Inoltre, le leggi precedenti all'articolo 18, appunto perché precedenti, nella maggioranza dei casi non producono giurisprudenza. E poi, per finire, lasciando da parte gli osanna padronali che hanno accolto la cancellazione dell’articolo, chi meglio degli operai e dei salariati sa se quella norma li tutela oppure no?

È invece vero quanto scrive lo stesso Scalfari a proposito del fatto che l’articolo 18 “soprattutto non ha mai avuto ripercussioni sullo sviluppo dell'economia reale e sui suoi fondamentali. In vigenza di quell'articolo gli investimenti, i profitti, il livello dei salari, le esportazioni, i consumi, sono andati bene o male per cause completamente diverse”.

Ciò che conta, per contro e a dispetto di Scalfari, è proprio l’alto valore, non solo sostanziale, ma simbolico di ciò che rappresenta l’articolo 18 nell’offensiva padronale in atto (supportata dalla presidenza della repubblica, dai partiti, dai sindacati, dai servi e dai media), nella lotta di classe padronale a tutto campo che punta a distruggere ogni resistenza residua delle classi salariate. Ed infatti Scalfari dichiara che la motivazione di Monti è quella di mettere “fine della concertazione con le parti sociali”, ma ciò che lo preoccupa è lo “sconquasso sociale” che potrebbe derivarne. Perché “Se la bandiera diventasse quella del no ai licenziamenti in tempi di recessione, allora la pace sociale rischierebbe di saltar per aria”.

Stia tranquillo dottor Scalfari, il popolo italiano, nel suo insieme e nelle sue diverse componenti, è stato sottoposto a decenni di cloroformizzazione e ci vorranno sconvolgimenti sociali di grado e persistenza ben più elevati dell’articolo 18 perché dalla semplice minaccia dei forconi si passi ai forconi veri, perché dalla “pace sociale” si arrivi a una “guerra sociale” aperta. La cosa che voi padroni temete di più, in questo momento, è la non collaborazione.

Comunque la pensiate, segnalo QUESTO intervento meritevole della massima attenzione.

Ps: Scrive Scalfari: “nel 1939 il simbolo fu Danzica e i morti furono trenta milioni, genocidio della Shoah a parte”. Ha deciso di escludere dal conteggio gli oltre venti milioni di morti sovietici?

7 commenti:

  1. Avrai sicuramente notato che, sotto l'editoriale scalfariano, v'è un più interessante e, a mio avviso illuminante, articolo di Luciano Gallino che - purtroppo - nell'edizione online ancora non risulta disponibile.
    Inoltre, ho trovato qualcuno che ha scoperto cosa pensasse dell'art.18 Scalfari una decina d'anni fa.
    http://ottantanovenuvole.blogspot.it/2012/03/quando-scalfari-era-contro-la-modifica.html

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  2. no, quello di gallino non l'ho letto perché scalfari lo leggo on-line.

    ah, scalfari è stato di tutto

    grazie

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  3. Buona sera.
    Che significa nel concreto la NON COLLABORAZIONE?

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  4. primo: non votare; poi, per es.: tutte le attività e prestazioni non espressamente dovute e che concorrono a migliorare una situazione o possono evitare un danno

    anche semplicemente non fare spese di domenica

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  5. "se Maurizio Landini fosse stato al posto di Susanna Camusso, dopo quanto è successo con la cosiddetta riforma del lavoro, Mario Monti non lo avrebbe invitato a pranzo a Cernobbio. E, senza costruire santini, credo che in ogni caso Landini non avrebbe aderito all’incontro conviviale."

    Non esserne così convinto. "I fatti mi costano" perché io al posto di Landini avrei rotto con la CGIL una settimana fa e proclamato tutta una serie di scioperi a singhiozzo. Perché, tu no?

    Ti dirò di più, io l'avrei fatto già 50 anni fa!!! E tu? E Landini perché non lo fa???

    hhhhhmmmmm

    saluti

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  6. «tutte le attività e prestazioni non espressamente dovute e che concorrono a migliorare una situazione o possono evitare un danno»

    come l'anno scorso i ricercatori univesitari; però alla fine tutto è tornato come prima...

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  7. l'ho scritto più volte, nel blog NON posso scrivere tutto quello che vorrei: ME LO CHIUDONO DOPO UN'ORA SCARSA.

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