giovedì 13 gennaio 2011

Transito con catene



Non c’è nemico più infido di chi si finge amico. È il caso del Partito democratico (ex PCI ex PDS ex DS). Se vi è qualcosa di risibile nel parlare di sinistra in riferimento al Pd, è evidentemente nel fatto che il Pd non è mai stato un partito e non ha mai rappresentato una reale alternativa politica in questo paese: un coacervo di interessi e personalismi tenuti insieme dall’antiberlusconismo di maniera.
Ma tutto il resto è ancora ben più risibile, poiché si tratta dell’esistente e delle sue diverse forme di accettazione (Vendola, per esempio, uno specchietto per le allodole più “estremiste”), tanto che il termine “sinistra” è stato disinnescato fino a giungere a designare, come in uno spot del lava-più-bianco, qualsiasi minimo cambiamento nel dettaglio, perché non c'è più un luogo dove siano espresse concretamente le possibilità di un cambiamento effettivo e radicale.
Ciò pone un insieme di problemi che dovranno essere dominati teoricamente e praticamente nei prossimi anni. Uscire dalla politica specializzata, dalla politica spettacolo, dovrà essere il primo obiettivo. Solo così si potranno preliminarmente stabilire nuovi rapporti umani all’interno dell’organizzazione politica di classe. Magari imparando qualcosa dall’esperienza dei sans-culottes tunisini!

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