L’ideologo della borghesia Giovanni Sartori, sul corriere della sera di ieri, ha scritto:
“In un mondo globalizzato il lavoro va dove costa meno. Pena il fallimento. Il caso della Fiat è emblematico. Piaccia o non piaccia alla Cgil e in particolare alla Fiom, Marchionne ha ragione, ed è lui che tiene il coltello dalla parte del manico”.
Solo la distorsione ideologica di un fatto vero può portare a sostenere quanto afferma Sartori, ovvero che “in un mondo globalizzato il lavoro va dove costa meno”. In effetti è il capitale ad andare dove il lavoro costa meno ed è una scelta politica a creare tali condizioni. L’abolizione dei dazi doganali, infatti, prima ancora di essere un fatto economico è una decisione politica. La decisione di abolire i dazi ha avuto lo scopo di favorire l’esportazione di capitale a vantaggio dei capitalisti mettendo in competizione il lavoro su scala mondiale. Il risultato è stato quello di consentire l'accumulo di enormi ricchezze da parte dei capitalisti, con il supersfruttamento della manodopera nei paesi emergenti, da un lato, e di realizzare scientemente in quelli industrialmente più evoluti, dall'altro, la precarizzazione del lavoro, la cancellazione dei diritti, l’abbassamento dei salari, la disoccupazione, un’ulteriore disgregazione sociale.
Davvero un gran bel blog. Messo tra i preferiti ;)
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