domenica 24 gennaio 2010

Cum hoc ergo, propter hoc


Scrive oggi Eugenio Scalfari:
«Penso anche io (e l'ho scritto più volte) che bloccare la deriva verso un sistema autoritario, già molto avanzata, sia un preliminare necessario. Penso tuttavia che questo obiettivo sia difficilmente raggiungibile fino a quando il consenso popolare a Berlusconi resterà ancora ampio e compatto. Di fatto con poche alternative, dato lo stato incerto e altalenante dell'opposizione. Ci vuole un lavoro culturale oltre che politico per cambiare una situazione così pregiudicata».
Laddove “difficilmente raggiungibile” sta per “non possiamo farci nulla”. La causa delle difficoltà starebbe nello “stato incerto e altalenante dell'opposizione”, che come motivazione non è semplicemente una balla pietosa, ma una menzogna spudorata, poiché inverte i termini di causa-effetto. Il rimedio: “un lavoro culturale oltre che politico”. Campa cavallo.
Torino non è più quella di una volta, e nemmeno Mediobanca, e i grandi gruppi di Stato sono in perfetto accordo con le direttrici d’iniziativa (soprattutto estera) di Palazzo Chigi.
Il vero obiettivo resta dunque: “obbligare chi ha evitato i processi a causa dell'immunità, di affrontare i suoi doveri verso la giustizia e di fare del mancato rispetto di questa norma una condizione di ineleggibilità che duri fino a quando il processo non sia celebrato”. Sempre e comunque una soluzione onirica.


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