domenica 17 ottobre 2021

Prolegomeni per una confutazione teorico-pratica del terrapiattismo

 

«In un mondo dominato dal caos, possedere libri è un atto di equilibrio sull’orlo dell’abisso». Così scrive Irene Vallejo nel suo Papyrus, alludendo al saggio di Walter Benjamin dal titolo Tolgo la mia biblioteca dalle casse.

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Da tempi immemorabili si sa che la Terra è tonda, non solo per ragioni di osservazione astronomica, ma anche per fatti pratici. Vero è che in antichità esistevano i terrapiattisti, anche illustri, ma costituivano una minoranza. Eratostene nel III sec. e.c. misurava la circonferenza della Terra con una certa precisione, fatto pregevole soprattutto per il metodo di calcolo impiegato.

Non è vero che in Vaticano si negasse che la Terra è una sfera. Si negava che essa compisse una rivoluzione attorno al Sole. Non solo perché Giosuè a suo tempo aveva mandato un whatsapp al padreterno chiedendo semplicemente di fermare il Sole nella sua corsa. A opporsi all’eliocentrismo c’erano, in ordine alfabetico, Aristotele, Eudosso, Ipparco, Platone, Tolomeo e pure il signor buon senso: basta guardare in cielo.

Tolomeo fu una specie di pontefice per quanto riguarda l’astronomia, come un Einstein odierno per la fisica teorica: ipse dixit. Il cardinale Bellarmino, il “martello” degli eretici, ebbe incarico di ammonire che il De revolutionibus di Copernico poteva essere proposto come mera ipotesi matematica ma non come cosa vera in natura. Quando poi Galilei fu condannato, Bellarmino era già defunto.

Restava un solo modo per smentire definitivamente i terrapiattisti. Alzarsi di buon’ora al mattino, prendere una barca a nolo e navigare da ponente a levante, o viceversa, circumnavigando il globo.

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L’approdo degli europei nel continente americano fu all’inizio, sotto l’aspetto economico, un completo fallimento.

Non si trovò l’oro, non nelle quantità sognate, né la manodopera locale era idonea a essere sfruttata in modo proficuo e sistematico; per l’argento si dovette attendere lo sfruttamento delle miniere del Potosì, così per il saccheggio dei tesori aurei degli Incas e degli Aztechi. La manodopera fu importata dall’Africa e non ci fu bisogno del green pass.

Tuttavia, per il momento, il vero obiettivo della conquista spagnola non era stato raggiunto, ossia quello di giungere, per la via più rapida e comunque non controllata del Portogallo, alle isole delle spezie. La corona spingeva e insisteva perché si superasse la barriera della “tierra firme”, che si trovasse il passaggio che dall’Atlantico conduceva all’altro oceano, quello intravisto da Vasco Núñez de Balboa, il primo tra gli europei che lo scorse dall’alto di una vetta.

Già Colombo nel suo quarto viaggio tentò di trovare el paso, un estrecho. Hernán Cortés promise a Carlo V di cercare un passaggio presso Panama. Sebastiano Caboto e João Vaz Corte-Real arrivarono fino al Mar Glaciale, ma scoprirono solo banchi di merluzzi. Quel bandito di Vespucci percorse la costa meridionale, ma tutto ciò fu vano.

Chi compì l’impresa fu Magellano, il più grande navigatore moderno, morto esattamente 500 anni or sono, di cui un po’ ci siamo dimenticati.

«È sempre un miracolo quando nel corso della storia il genio di un uomo si unisce al genio del suo tempo, quando un singolo individuo comprende profeticamente la grande ansia creditrice del suo tempo» (Stefan Zweig, Magellano, cap. I).

6 commenti:

  1. Quando i tempi cambiano anche la genialità di quei tempi appare superata. Forse il difficile sta nel prendere coscienza del cambiamento dei tempi.
    (Peppe)

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  2. Segnalavo un paio di venialissime sviste nelle righe iniziali: la Vellejo si chiama Irene, non Irma e Benjamin tolse i suoi libri "dalle" non "delle" casse. Detto questo che gli Alessandrini abbiano calcolato con sorprendente precisione la distanza fra Neapolis e Nova Eboracum è certo; che i greci o Alessandrini (quindi egiziani di cultura greca) siano arrivati alle terre transatlantiche con stie piene di galline volutamente e non per sbaglio come Colombo, è un'altra granitica certezza. È altrettanto certo che Aztechi, Maia, Askenazi, e poi Sioux e altre tribù e molti, moltissimi, africani non abbiano avuto troppi benefici dalle "scoperte geografiche". Eppure è meglio averle avute le scoperte geografiche. Credo. Saluti

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  3. O.T: https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/10/17/cina-collauda-nuovo-razzo-ipersonico_f725fcc4-4714-4445-adcd-89fdb09969a9.html

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  4. Con Magellano si dimostra che la terra è sferica, ma anche che è finita. Nessuno lo ricorda mai.

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