venerdì 29 ottobre 2021

Il gene del dubbio

 

La lobby degli LGBT è molto arrabbiata. Dovranno prendere atto che per il momento certe espressioni non sono reato, e anche del fatto che della omotransfobia non frega realmente a nessuno se non agli interessati e a chi “si sente vicino a loro”. Leggo: “Scopri da dove ha origine questa inspiegabile paura che non permette alla società contemporanea di andare avanti”. Perbacco, contessa, è per questo motivo che siamo di fronte a una situazione politica, economica e sociale che rischia di esplodere!

Michel Foucault è stato capovolto. Si può fare e dire di tutto, se gli LGBT e lo sciame di locuste militanti non si oppongono (più con postura opportunistica che convinzione). È un paradosso, ma possiamo vantare una versatilità acquisita per i paradossi politicamente corretti. Crediamo di eliminare una discriminazione, mentre con misure ideologiche ne stiamo introducendo una nuova.

Non si tratta di “paura degli omosessuali e dei transessuali”, stiano tranquilli. A quel terzo di pensionati che stanno sotto i 1000 euro e spesso ben più sotto, per citare una categoria di sopravviventi, non interessa minimamente chi s’incula chi, tanto per dirla in termini schietti e ancora legali. Impossibile negare che esista un problema anche per quanto riguarda queste questioni, fenomeni di discriminazione e di violenza, tuttavia sta roba è agitata strumentalmente dagli uni e dagli altri per ragioni politiche, e comunque non sarà con una legge che si potrà “sensibilizzare la società”, aver ragione di certi retaggi, eccetera.

Dico che la questione è agitata dagli uni e dagli altri avamposti politici poiché il parlamento non ha altro di cui occuparsi (in attesa d’azzuffarsi per mandare “chicchessia”, direbbe Totò, al Quirinale), posto che a governare e comandare ci pensano “tecnici” e “scienziati”. Se proprio ci tengono, dovrebbero preoccuparsi dei cacciatori di geni gay, i “ricercatori” che cercano di collegare l’omosessualità a fattori genetici. Il gene frocio non l’hanno ancora trovato, ma non disperano.

Un giorno, gli “scienziati” affermano di aver identificato l’omosessualità su una certa parte del cromosoma; il giorno dopo, altri di averlo riconosciuto su un altro pezzo di dna. Questo lavoro è svolto principalmente negli Stati Uniti, dove è normale cercare i geni per qualsiasi cosa, e per fortuna che non va più di moda la caccia al gene comunista.

Dovrebbe preoccupare di più la “sensibile società” politica che persone portatrici di “dubbio” siano ormai considerate come soggetti “pericolosi”, da tenere sotto controllo e a distanza. Non mi riferisco solo alle persone che, pur legittimamente e per vari motivi, non vogliono farsi iniettare il vaccino, bensì, per esempio, a chi mette in dubbio che le misure di “contenimento” finora adottate per il covid siano realmente efficaci quando non semplicemente ridicole e demenziali.

L’eresia insopportabile degli altri, di chi sostiene che le leggi di natura non vanno combattute bensì assecondate per trarle, quando è possibile, a proprio vantaggio, tenuto conto che, come diceva uno con gli occhi a mandorla (si può dire o è discriminatorio?), una pandemia non è un pranzo di gala. Sollevare dubbi, dire certe cose, non è udibile, tantomeno in tv e sui giornali.


5 commenti:

  1. Io intervengo solo se ho qualcosa da aggiungere o per manifestare disaccordo. Trovo stucchevole fare complimenti.
    Però questo post i complimenti se li merita. Farò un'eccezione.

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  2. Non una parola di Draghi sulle pensioni minime.
    Del resto lui sta un pelo sopra quella soglia.

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  3. Con modestia, solo per aggiungere:
    https://blogs.mediapart.fr/anselm-jappe/blog/190421/le-droit-loncle
    bonste

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