lunedì 14 aprile 2025

In un momento di rabbia

 

Di Gaza è già stato detto tutto o quasi, dell’Ucraina ci pensa Repubblica a informarci, cioè a definire la Russia come imperialista e una minaccia per l’Europa. Perciò nel cacofonico impero del libero dazio non ci resta che attendere la nuova Tesla a benzina e far propria l’alternativa vegana alle uova: per Pasqua dipingere le patate.

Ieri ho visto una foto che ritrae in primo piano le mani di Albert Einstein. Aveva le unghie molto sporche, ma una mente molto pulita quando, nel suo ultimo appello per la pace firmato con Bertrand Russell l’11 aprile 1955, a pochi giorni dalla sua morte, diceva: “Ci rivolgiamo come esseri umani ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto”.

Sarà stato anche “pacifismo borghese”, ma che distanza siderale dall’oggi!

Personalmente non sono pacifista ad oltranza, velleitario esserlo in un mondo diviso tra padroni e schiavi, tra imperi e popoli oppressi, quando la realtà del conflitto sociale e della guerra risulta essere un dato strutturale. Mi viene in mente, al riguardo, il monito di Marx, quando già nel Manifesto (lo scrisse a 27 anni) paventava la distruzione reciproca dei contendenti. Verrebbe da dire: socialismo o morte.

Non perché il socialismo sia garanzia della pace perpetua, come pensano gli sciocchi del marxismo da un lato e i malati di anticomunismo dall’altro, ma se non altro il socialismo costituirebbe la premessa dalla quale partire per costruire una umanità degna di questo nome. Se nel passato non fu possibile per molte ragioni, oggi esistono le premesse a ciò necessarie.

E difatti non si capisce perché un proletario ucraino dovrebbe uccidere un proletario russo e viceversa, se non rispondendo a una logica d’interesse che non li riguarda affatto. Vale anche per israeliani e palestinesi, per chiunque altro.

Dunque predisponiamoci, noi europei, a spendere e spandere per nuovi 1.200 carrarmati, 2.700 veicoli di fanteria, 900 pezzi di artiglieria, nuovi aerei e missili, altre 49 brigate (quarantanove!), le quali assommeranno a oltre 200.000 nuovi soldati. Questo annuncia il segretario europeo per la Difesa e lo Spazio Andrius Kubilius, un lituano (non avevano chi altri mettere a qual posto?). E dove li andranno a prendere oltre 200.000 nuovi proletari da vestire in divisa? Ci pensa il commissario agli Affari economici, tale Vladis Dombrovskis, un pacifista polacco che dichiara come cosa fatta la reintroduzione della leva militare (lo preconizzavo anni fa in questo blog notoriamente filorusso e antiamericano).

In un momento di folle rabbia verrebbe quasi da dire che Stalin e Hitler non portarono a compimento il “lavoro”. Ma tranquilli, è solo un attimo di rabbia, poi passa e mi rassereno addentando una mela.

4 commenti:

  1. UN DOCUMENTARIO DA INCORNICIARE!

    https://www.youtube.com/live/UXgRyxgTKL4?si=iw9tm8Ey7_p99bZX

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    1. spiegami una buona volta, che cosa c'entra con questo post e, soprattutto quali sono le novità che per esempio non siano già stata scritta da me e da altri?

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  2. Sto quasi pensando che forse anche noi nella ns italica peninsula forse si potrebbe cominciare a pensare almeno ad un Socialismo democratico vero...visto che le rivoluzioni non ci appartengono e che proprio le destre non le digerisco..

    Con tutto il rispetto per Gaza che ha problemi ben più grandi dei nostri.

    Ma lei mi ha dato questo spunto...non craxiano ovviamente..

    Grazie sempre

    Roberto

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