Nell’inverno 1946-‘47, i porti britannici restarono chiusi per un certo periodo a causa dell’ondata di gelo. La Germania ovest non se la passava meglio, rasa al suolo dai bombardamenti degli Alleati, tuttavia già nel 1947 registrava il 34% della produzione rispetto all’anteguerra, mentre la Francia da giugno 1945 a giugno 1946, aveva aumentato il PIL del 132%. Il resto d’Europa aveva già superato del 5% la produzione dell’anteguerra (*).
Il 2 aprile 1948 si scatenò la generosità statunitense verso l’Europa occidentale con l’approvazione da parte del Congresso del cosiddetto Piano Marshall o ERP (Emergency Recovery Program), che prendeva spunto dal sistema Lend-Lease, ossia di prestiti e affitti adottato dagli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale (**).
IL Piano Marshall è diventato il simbolo di un aiuto apparentemente disinteressato alla ripresa dei Paesi dell’Europa occidentale, al punto che ormai è entrato nel linguaggio comune: si parlava di “Piano Marshall per le periferie” o di “Piano Marshall per la ristrutturazione delle abitazioni”, eccetera. È diventato quindi sinonimo, nel comune background ideologico, di ciò che si deve o si dovrebbe fare in determinate circostanze, contribuendo a costruire un ritratto di un’America altruista che non è mai esistita, ma non sarò certo io a indulgere per un approccio morale o idealistico alle relazioni internazionali.
Rappresentò il Piano anche un’ottima occasione non solo per il raddoppio dell’economia statunitense rispetto al 1945, che poté esportare grandi quantità di merci e con esse tutto ciò che ben conosciamo, compresi 300 film di propaganda a sostegno del Programma. Sappiamo che la guerra economica è tanto più efficace per un Paese quanto più è riuscito a imporre le sue rappresentazioni, siano esse politiche, culturali o consumistiche, ai suoi vassalli.
Naturalmente con l’adesione convinta delle relative borghesie che allora invocavano “aiuti” (in continuità con la precedente adesione ai regimi mussoliniano, hitleriano, franchista, petainista, eccetera), mentre oggi ahimè il dilettantismo (i tentativi di tentativi di negoziazione sui dazi) gareggia con la fantasia, l’ignoranza e l’incompetenza che rasentano il burlesque (il tutto assecondato dalle “grandi firme” del giornalismo imbevute di una politica estera morale e ideologica, di un filoamericanismo che mostra cedimenti solo in epoca trumpiana).
Diventava il Piano, tra l’altro e non ufficialmente, anche lo strumento di una guerra economica che gli Stati Uniti hanno condotto contro i loro alleati nell’Europa occidentale. Pertanto fu un aiuto economico concepito, anche se non esclusivamente, al servizio degli Stati Uniti con l’obiettivo della liquidazione delle eccedenze americane (di cui pure l’Europa aveva bisogno) e di stabilire un dominio sui paesi europei (attraverso gli investimenti). L’atteggiamento su questo punto fu chiaramente predatorio.
Gli effetti immediati del Piano furono significativi per l’Italia e in genere per l’Europa, ma non si devono esagerare. E comunque furono pagati a caro prezzo successivamente, così come oggi paghiamo cara l’adesione al liberismo della UE (un progetto politico ed economico che non ci avvantaggia) e ancor più la pagheremo nel prossimo futuro.
(*) Singolare che i consumi delle famiglie italiane in rapporto al PIL abbiano toccato il fondo nel 1961 e i massimi subito dopo l’Unità, segno indubbio dell’arretratezza che accompagnò il Paese per quasi un secolo (dati CSBI).
(**) A ricevere di più furono i britannici e i francesi (la Francia quasi il doppio dell’Italia), a noi arrivarono 1,2 miliardi di dollari e ai Paesi Bassi pochissimo di meno. Anche la Svizzera, che sappiamo aver patito molto dalla guerra, ottenne sul filo di lana degli aiuti per la “ricostruzione”. Il programma ebbe termine nel 1952.
Era ancora presto per le terre rare
RispondiEliminaPietro
😄😄😄
EliminaCome giustamente tu annoti, i soldi del Piano Marshall furono il lubrificante dell'operazione di colonizzazione culturale e di esportazione dell'American Way of Life. E, onestamente, l'alternativa sovietica non aveva possibilità di vittoria. Nè era difendibile l'italietta sudaticcia e imbrogliona. Io credo che nessuna società più di quella italiana si sia consegnata mani e piedi al mito americano, come provano i film del periodo, Dolce Vita in testa.
RispondiEliminaRicordiamoci che l'Urss europea era stata rasa al suolo. Che Varsavia fu ricostruita ex novo e in modo meraviglioso grazie ai sovietici (e ovviamente col lavoro dei polacchi), cosa che certi doc. tv tacciono.
Eliminaad ogni modo, come hai potuto leggere, non nego il contributo e l'impatto avuto dal Piano sulla ripresa dell'Europa, ma non va nemmeno enfatizzato. Sottolineo che il Piano fu uno strumento anche per la penetrazione economica e culturale Usa, in Italia e Germania soprattutto.
fellini, un regista ingiustamente celebrato con tanta enfasi.
Leggerei molto volentieri un suo approfondimento su sul prezzo pagato successivamente dai paesi europei. Le assicuro che nei libri di storia e economia politica delle superiori questo argomento è trattato senza alcuna tridimensionalità.
RispondiEliminaGrazie mille,
Dario
se capiterà l'occasione lo scriverò. ciao Dario
EliminaOltre al piano Marshall per l'Italia, in vista delle elezioni del 1948, vennero spedite lettere di propaganda con danaro alle famiglie di chi aveva parenti o conoscenti emigrati in USA.
RispondiEliminaNe ho una conoscenza indiretta da racconti di mio padre e dei miei nonni, in cui affermavano che tutti i loro conoscenti che avevano qualcuno negli USA ricevettero questo genere di lettera, col messaggio contenuto non certo scritto dai loro parenti ma probabilmente da uffici di propaganda dei servizi americani.
Ho letto che almeno un milione di queste lettere furono spedite dagli USA. Secondo voi ebbero un impatto per quelle elezioni?
Secondo me ebbero un impatto sulle elezioni del '48, dato il numero di lettere inviate e data la povertà che c'era in quel periodo.
Le elezioni del '48 furono in pratica comprate, tra piano Marshall e queste lettere, e bisogna dire che se non le avessero comprate e fossero andate diversamente forse sarebbe stato peggio, tipo che avrebbero fatto scatenare una guerra civile o qualcosa del genere con il corollario di morti e distruzioni conseguenti, tenendo anche conto della presenza delle truppe americane nel paese.
Saluti,
Carlo.
ciao, Carlo
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