martedì 29 novembre 2022

Libertà per Assange

 

Venerdì 18 novembre, è stato l’anniversario della morte di Proust, il suo centenario da quando morì nel 1922. Non ne parlo, ci ha pensato secondo il proprio stile il piccolo mondo culturale (le commemorazioni sostituiscono spesso la lettura).

In suo onore, proseguo citando l’incipit del suo romanzo: “A lungo mi sono coricato di buonora”, dopo aver dato un’occhiata alla tv, dove come ogni sera vengono propinati gli stessi racconti di guerre, omicidi, riscaldamento globale, e a quel punto niente è meglio di un letto caldo in cui accoccolarsi per dimenticare questa merda che domani, quando molto presto mi sveglierò, troverò intatta.

Siamo entrati in un mondo dove un miliardo d’idioti sono stati comprati da un miliardario idiota (non voglio dire che chi scrive su twitter è necessariamente un idiota, per carità, tuttavia il rischio di contaminazione è assai alto), e dunque non deve stupire che un uomo come Julian Assange, meritevole del Nobel per la pace, sia detenuto da tre anni e mezzo in una prigione britannica di massima sicurezza, solitamente utilizzata per terroristi e membri di gruppi della criminalità organizzata. Rischia l’estradizione negli Stati Uniti e una condanna fino a 175 anni in un carcere di massima sicurezza americano.

Sia pure con forte ritardo, i redattori e gli editori del New York Times, del Guardian, di Le Monde, di El País e Der Spiegel (Molinari non è ancora tornato dal suo fronte ucraino) hanno pubblicato una lettera aperta chiedendo al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di porre fine alle accuse contro Assange, basate sull’Espionage Act del 1917, una legge progettata per perseguire potenziali spie durante la prima guerra mondiale.

Hanno riconosciuto che il materiale pubblicato da Assange era di vitale interesse e importanza pubblica, osservando che ciò che ha pubblicato “ha rivelato corruzione, scandali diplomatici e affari di spionaggio su scala internazionale” e “decisioni che sono costate molto al Paese [gli Usa, perché gli altri non contano] in vite e denaro”. Anche adesso, scrivono, “giornalisti e storici continuano a pubblicare nuove rivelazioni, utilizzando un tesoro unico di documenti”.

Per quanto può contare un mio appello a coloro che non sono stati ancora contaminati dall’idiozia prevalente, invito a darsi da fare per la libertà di Assange.

7 commenti:

  1. https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/pubblicare-non-e-un-crimine-da-il-manifesto/

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  2. Ammetto senza vergogna che preferirei essere un miliardario idiota che un soldato semplice intruppato nel miliardo di idioti. Sto su Twitter per occasionali prese per il culo del fesso di turno. Tipo Mantellini, che purtroppo si è nascosto, mettendosi a fare quello che faccio io, ossia toccata e fuga. Ma ce n'è tanti altri.
    Quanto a Assange, il fatto che ancora non l'abbiano estradato mi pare rivelatore della sia pur limitata forza della pubblica opinione libera. Hai ragione, bisogna fare di più.

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