Prossimo decreto: più velocità per tutti
Quella del governo Meloni è una manovra economica di destra? Che domanda è mai questa, a chi può venire in mente? Qual è la totalità concreta nella quale lo Stato si definisce? Non è forse la formazione economico-sociale capitalistica? Pertanto, qual è il “motore” di questa formazione economico-sociale al livello più oggettivo?
Possiamo discettare sulle aliquote iva dei pannolini e del caviale quanto ci pare, ma innanzitutto bisogna aver chiare delle risposte a queste domande. Che a molti potranno apparire astratte se non astruse, e che invece riguardano la genesi, la sostanza e le dinamiche della società in cui viviamo e moriamo.
La scissione fra interesse particolare e interesse comune è scissione-antagonismo tra interessi di classi sociali diverse, delle quali una domina su tutte le altre. L’interesse collettivo prende una configurazione autonoma come Stato, separato dai reali interessi singoli e generali, e in pari tempo come “comunità illusoria”, direbbe quel barbone di Treviri.
Comunità illusoria, ossia surrogato di comunità, è l’organizzazione che classi dominanti si danno per difendere i loro privilegi particolari, i loro particolari interessi, presentati come generali, universali, come interesse generale illusorio sotto forma di Stato.
Del resto, sorto dalla necessità di contenere le spinte disintegrative che gli interessi antagonistici di classi sociali contrapposte portarono con sé, lo Stato è allo stesso tempo il loro prodotto, la loro manifestazione. Il tipo di Stato è il garante di un certo modo di produzione e della sua riproduzione.
Considerata da questo punto di vista, la manovra economica del governo Meloni, così come le manovre dei governi che l’hanno preceduta e di quelli che la seguiranno, appare perfettamente coerente.
Ogni considerazione da un punto di vista diverso rispetto a questa realtà storica oggettiva, non farà che riproporre, nella sua logica, il discorso caro all’ideologia dominante, ossia la riproposizione delle contrapposizioni, critiche laterali e auspici riformatori che hanno luogo in ogni momento nello spettacolo mediatico.
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RispondiEliminaquesto è vero.
RispondiEliminaEppure lo stato è in crisi proprio in essenza.
Lo stato si rappresenta in termini di leggi e costituzione.
Si umanizza così. Ma qui - in Italia senz'altro - arriviamo al cortocircuito dove le prassi e procedure che sostanziano democrazia sono tradite da stessi suoi uomini divenendo incredibili e producendo inconsistenza governo e attaccamento ipocrita a rendite sparse.