Una delle espressioni più tossiche della crisi sociale che attraversano gli Stati Uniti è data dal fenomeno delle sparatorie con uccisioni e ferimenti in massa, un evento quasi quotidiano.
Martedì scorso, un dipendente di Walmart, Andre Bing, 31 anni, è entrato nel supermercato di Chesapeake, in Virginia, e ha ucciso, con una calibro 9, acquistata legalmente la mattina della sparatoria, sei persone prima di togliersi la vita.
Due giorni prima, domenica 20, Chen Wu, 45 anni, ha “giustiziato” tre uomini e una donna, tutti immigrati cinesi che lavoravano e vivevano in una fattoria di coltivazione di marijuana nella contea rurale di Kingfisher, in Oklahoma.Una quinta persona è rimasta ferita gravemente.
Il giorno prima, sabato, in una discoteca gay a Colorado Springs, il 22enne Anderson Lee Aldrich ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico AR-15, uccidendo cinque persone e ferendone almeno altre 19.
Queste sparatorie, che hanno provocato 22 morti e oltre 30 feriti gravi in pochi giorni, hanno le loro circostanze particolari, tuttavia la pervasività di tali atti sono espressione di una situazione sociale patologica.
Sappiamo tutto degli oligarchi russi, del dispotismo di Putin, del fatto che i russi trincano vodka da mane a sera, ma sappiamo troppo poco, da parte dei corrispondenti dagli Stati Uniti di giornali e tv, su quale sia la realtà sociale di decine di milioni di statunitensi.
Gli Stati Uniti sono il principale paese occidentale dove più marcata è la diseguaglianza economica e sociale. Vi sono più di 40 milioni di lavoratori negli Stati Unti che lavorano con un salario da fame. La metà di tutti i lavoratori americani ha una paga oraria al limite della sopravvivenza. Non è un modo di dire: 41,5 milioni di statunitensi fruiscono dei cosiddetti food stamps, ossia sostegni alimentari (Supplemental Nutrition Assistance Program).
Nella sola New York City, negli ultimi anni, “i senzatetto in questa città hanno raggiunto i livelli più alti dalla Grande Depressione negli anni 1930”. Nello Stato di NY i senzatetto sono quasi centomila, e le famiglie senza una abitazione sono oltre 15.000. Secondo dati ufficiali aggiornati al 2022, la California detiene il record dei senzatetto: 161.548. A costoro vanno aggiunti quelli che vivono doubled-up (un po’ nei dormitori ed un po’ in un alloggio).
Secondo il Zumper National Rent Report, pubblicato martedì scorso, i prezzi degli affitti, che avevano raggiunto livelli altissimi in molte grandi città, sono in lieve flessione in alcune località. A New York, l’affitto medio mensile per un alloggio con camera da letto è a 3.790 dollari; con due camere a 4.420; a Chicago, con una camera da letto 1.870 dollari, un aumento del 23% rispetto allo scorso anno. A Chesapeake, in Virginia, il luogo del massacro di martedì, il prezzo medio di un appartamento con una camera da letto è di 1.480 dollari, un aumento del 41% da un anno all’altro. Leggo ancora: “L’affitto medio di una camera da letto in Arizona era di 993 dollari nell’aprile 2020; due anni dopo è salito del 33,5%, a 1.326”.
Per molte persone e famiglie, la lotta quotidiana per sopravvivere è diventa troppo dura da sopportare. Nel 2020, i Centers for Disease Control and Prevention hanno registrato nel 2020 91.799 decessi per overdose. Il tasso di decessi per overdose aggiustato per età è aumentato del 31% dal 2019 (21,6 per 100.000) al 2020 (28,3 per 100.000). Tra dicembre 2020 e dicembre 2021, oltre 107.000 decessi per overdose, più di cinque volte i decessi registrati dall’agenzia nel 1999.
Possiamo pensarla in modi diversi per quanto riguarda le responsabilità della guerra in Ucraina, ma è indubbio che a pianificarla e provocarla siano stati gli Usa. È noto che Washington ha sempre avuto una predilezione nell’impiego di manodopera fascista per i propri scopi: Indonesia, Grecia, Cile e altri paesi latinoamericani, Italia (gli anni delle bombe), eccetera. Resta il fatto, oggi, che il conflitto ucraino, e l’inflazione che produce, viene messo sulle spalle dei ceti sociali più deboli attraverso l’aumento dei prezzi del carburante, delle case e del cibo. Anche questa è America, e non tutti si sono resi ancora ben conto in quale grosso guaio ci ha messo.
Conosco gli Stati Uniti per averci vissuto. La percezione che se ne ha da fuori è falsata, oltre che dalla normale deformazione dello straniero che fa errori di focalizzazione (pensiamo, simmetricamente, alle fregnacce che dice Alan Friedman sul nostro Paese) dal mai sopito complesso di inferiorità verso le faccende americane. E' una cosa che mi ha sempre infastidito. Prendiamo le sparatorie. Pur con motivazioni diverse, succedono continuamente in America Latina, senza che la stampa italiana e europea le degni di un rigo. Non parliamo dell'Africa, e lì è razzismo purissimo: sono neri, anzi negri, e chi se ne fotte se ne ammazzano qualche decina? Taccio poi delle morti che non avvengono per Smith&Wesson, ma, per esempio, per mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Quanti sono annualmente i morti nelle miniere cinesi? Una volta avevo letto 30.000, ma sono andato su Google e ho visto che effettivamente i dati sono quelli, ma sono vecchi di più di dieci anni. I casi sono due: o in Cina le morti bianche sono scomparse, oppure hanno smesso di fare notizia. Propendo per la seconda delle due, ma certamente sono un cinico.
RispondiEliminaPerché ho fatto questa agra premessa? Per introdurre una mia agra opinione: non me ne frega assolutamente niente di come gli USA regolano le loro faccende del possesso di armi. Risulta che il secondo emendamento della costituzione americana lo consenta: molto bene, sono quindi fatti loro. Per me, gli americani possono indulgere a tutte le stravaganze che vogliono. Purché non rompano le palle a noi. E qui entriamo nell'ultima parte del tuo post, che naturalmente mi trova d'accordo. Io sono stufo di dover pagare per la politica globale americana. Scurdammoce pure 'o passato, ma questa guerra dell'Ucraina mi ha rotto il cazzo. Sono disposto a qualunque cosa per aiutare a invertire il processo.
Ho voluto offrire alcuni esempi di “anche questa è America”. Potevo riportare anche cose peggiori (se hai bazzicato lì, le conosci), dicendo però che non tutti gli Stati federali sono uguali per condizioni di vita, e avendo naturalmente riguardo per le differenze di classe. Raffronti con l’Africa e la Cina, con il Messico eccetera, mi sembrano inappropriati per diversi motivi, il primo dei quali è che gli Usa si presentano come il faro della democrazia e delle libertà. Abitassi lì ora, con quello che succede, avrei qualche problema mandare i figli a scuola. L’unica cosa che veramente invidio degli Usa, da sempre, è il sistema statistico e la disponibilità dei dati. Sempre un piacere sentirti.
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