lunedì 29 marzo 2021

L'on-line rende liberi

 


Lavoro, scuola, salute, acquisti, intrattenimento, rapporti sociali, tutto o quasi avviene sempre più “on-line”. Abbiamo più tempo e possiamo muoverci liberamente, nell’ambito dei nostri cubicoli domiciliari.

Non più le attese nei negozi, la ricerca spasmodica di un parcheggio, i figli da portare a scuola, il tempo tiranno che corre via, ora bastano pochi clic e la vita ci sorride.

Per non dire delle lunghe estenuanti code davanti ai negozi nell’epoca sovietica, documentate puntualmente dalle nostre libere televisioni. Che quello fosse il “comunismo” e il suo fallimento storico è un assioma indiscutibile per la maggioranza rumorosa.

Ci ha pensato la forza della realtà a mettere a posto le cose, ci penserà poi la storia a dire che cos’era quella roba là e spartire i torti e le ragioni, ma quando non interesserà più nulla a nessuno.

Intanto accontentiamoci del Latouche-baudrillardiano, che si racconta a La Stampa (martedì). Ci vuole liberare nientemeno dalle “intossicazioni del consumismo e dalle nuove tecnologie”, condanna il potere che si fa potere e assolve il fallimento grillista “per inesperienza”, e poi altri fabliaux.

Pertanto, teniamoci stretta la nostra democrazia, di cui almeno si può dir male liberamente quasi di tutto e di ognuno. On-line, naturalmente.

*

Ho atteso invano, ma nessun giornalone e nessuna liberissima tv ha rammentato che ieri cadeva il 150° anniversario della Comune di Parigi, proclamata sul piazzale dell’Hôtel de Ville il 28 marzo 1871. Hanno perso l’occasione per celebrare quella formidabile epopea in cui la bandiera rossa faceva sognare, quando il desiderio di una società più giusta e più umana veniva brandito dall’alto delle barricate.

Dopo aver fucilato sul posto 20.000 comunardi e averne deportati ed esiliati altrettanti, la borghesia chiamerà al potere un nuovo uomo forte, un vecchietto che un tempo serviva Luigi Filippo ed era stato amico di Talleyrand: Adolphe Thiers.

In realtà i nostri illustri giornalisti hanno perso l’occasione per gettare altro fango, ossia quel materiale di cui hanno la massima disponibilità e lo elargiscono, agli altri, con ampia liberalità.

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Traditori!


11 commenti:

  1. Un'intervista a Conte? Mi soccorre Vanni Scheiwiller: non l'ho letta e non mi piace.

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    1. Ah. Allora non l'ho letta, ma è come se l'avessi letta perché è sempre la stessa da anni, e non mi piace.

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    2. l'ho letta solo per concordare col tuo giudizio

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  2. cara Olympe,
    qui sono tutti preoccupati del calo immobiliare...

    altro che communards

    Che poi , diciamocelo solo tra noi, metà dei francesi son statali o parastatali, roba tipo Italia 20 anni fa....

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  3. Ho assunto da qualche tempo come unità di confronto delle catastrofi il n° di vittime statunitensi nella guerra del Vietnam: circa 30'000 in 15 anni; spesso il grande trauma americano ne esce ridimensionato. Anche qui la stessa conclusione, i ventimila parigini furono trucidati in pochi giorni, fu dunque un crimine di guerra; ma almeno loro combatterono per la propria causa.
    (Peppe)

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  4. Buonasera,
    mi attendevo un richiamo alla Comune, in merito
    un consiglio anzi due, sono dei fumetti ma meglio di molti libri mi creda :

    - Jacques Tardi "L'urlo del Popolo"
    - Francois Bourgeron " Il sangue delle Cigliege"

    di quest'ultimo attendo da due anni il seguito … ma è il bello di molti racconti a fumetti .

    Silver
    -

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    1. da quello che posso vedere sono disegnati molto bene
      grazie

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  5. Sono passati 150 anni dal primo assalto da parte degli operai al potere delle classi dominati, il 18 marzo del 1871 gli operai, i proletari di Parigi si impossessarono della città ed iniziarono a governarla con nuovi sistemi e nuove leggi. Noi siamo ancora qui, gli stessi, ancora nella stessa condizione di sfruttati, se pur con metodi più raffinati, se pur rapportandoci con la situazione di oggi, con l’evoluzione della società avvenuta nel corso di un secolo e mezzo. L’occasione è buona, il numero degli anni trascorsi è rotondo e si presta a ricordare, a commemorare, ricordare. La Comune di Parigi riguarda noi operai, del nostro primo tentativo di prendere il potere e di conservarlo contro le forze coagulate dei borghesi.

    Per una particolare condizione della storia, la borghesia francese, per opporsi a quella tedesca, in contrasto per i confini territoriali, chiese aiuto ai proletari di Parigi, che a loro spese si armarono e diedero vita alla Guardia nazionale. La guerra finì con il compromesso fra i due contendenti, la borghesia francese ne uscì sconfitta e firmò un armistizio col nemico prussiano, che si accampò in una zona non lontano da Parigi. A quel punto la borghesia francese decise che il primo problema da affrontare era il disarmo degli operai di Parigi, dovevano restituire cannoni e fucili e tornare alla normalità del lavoro da schiavi. Il 18 marzo la svolta, i capi del proletariato decisero che non era il caso, avevano la possibilità di far fuori il potere di banchieri, industriali e del loro governo, avevano la forza armata e la maggioranza del proletariato parigino dalla loro parte. I borghesi, vista la situazione, scapparono da Parigi e si ritirarono a Versailles per riorganizzarsi. Le misure prese dalla Comune sono state per centocinquanta anni nascoste dalle classi dominanti, ignorate dai libri di storia, ma sempre vive in tutti i movimenti veramente operai, era ed è un esempio concreto di come sia possibile governare diversamente la società. Di queste misure ne riassumiamo solo alcune per capire il terrore che provocarono nei borghesi di allora e che ancora farebbero paura ai borghesi di oggi.

    Il 30 marzo la Comune sciolse l’esercito permanente e proclamò che l’unica forza armata fosse quella dei cittadini in armi come membri della guardia nazionale. Tutti gli affitti ai grandi proprietari di case vennero condonati a partire dall’ottobre del 1870, sospese nel monte di Pietà tutte le vendite dei pegni. Il primo aprile stabilirono che nessun funzionario pubblico, di qualunque livello, prendesse uno stipendio più alto di un qualunque operaio. Il giorno seguente un colpo durissimo alla chiesa. Sospesi tutti i pagamenti ecclesiastici e trasformazione dei beni della chiesa in patrimonio nazionale, al bando dalle scuole tutti i simboli religiosi, la religione tornava ad essere un fatto di coscienza dei singoli. Il 6 aprile bruciarono in piazza il simbolo dell’oppressione dello Stato monarchico e borghese, la ghigliottina. Il 12 aprile decisero di abbattere la colonna Vendome, fusa con i cannoni presi da Napoleone Bonaparte nella guerra del 1809, rappresentava per i proletari di Parigi il simbolo del nazionalismo della borghesia francese, della oppressione dei popoli e della loro discordia. Rovinò a terra il 16 maggio.
    (Continua e finisce al link)

    https://www.operaicontro.it/2021/03/18/18-marzo-1871-la-comune-di-parigi-il-primo-governo-operaio-della-storia/?fbclid=IwAR1B_g4w5Pt7VzwoYYHqMbUsqiweM8CVQhZ4feixsF718awz1Yg73a0lXO8

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  6. https://officinadeisaperi.it/eventi/la-comune-simbolo-ed-esempio-da-il-manifesto/

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    1. grazie.
      non si dice che la Comune fu proclamata il 28 marzo.

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