mercoledì 27 gennaio 2021

Kennedy e il lustrascarpe

 

Il nuovo rapporto pubblicato dall’ente benefico con sede nel Regno Unito Oxfam International, in occasione del Virtual World Economic Forum di questa settimana, mostra un’ulteriore e scontata concentrazione di ricchezza nelle mani dell’oligarchia finanziaria.

I rapporto rileva che per la prima volta dal 1870 “si prevede che i redditi pro capite diminuiranno in tutte i paesi”. Continua: “Questo significa che è probabile aumenti la disuguaglianza in quasi tutti i paesi contemporaneamente”. Non è solo probabile.

Gli autori del report scrivono: “Il numero totale di miliardari è quasi raddoppiato nei dieci anni successivi alla crisi finanziaria del 2008, e tra il 2017 e il 2018 è stato creato un nuovo miliardario ogni due giorni”. Nel frattempo, Oxfam stima che a livello globale il 56% della popolazione sopravvive potendo contare tra 2 e 10 dollari il giorno. Anche questo fa parte delle magnifiche e progressive sorti del capitalismo.

Ci stiamo dirigendo verso le fasi finali di una gigantesca bolla finanziaria, come esemplificato dalla “follia del mercato” che ha visto le azioni Tesla salire alle stelle di oltre il 700 per cento dallo scorso marzo. La bolla delle azioni Tesla, un’azienda automobilistica “a malapena redditizia” sono “aumentate oltre ogni ragione” rendendo il suo fondatore Elon Musk l’uomo più ricco del mondo.



Una valutazione della struttura finanziaria di qualsiasi società, della natura delle sue attività e della sua redditività non può in alcun caso portare a simili valori in un solo anno.

Sulla base della politica finanziaria dei governi e delle banche centrali, quella di fornire denaro a costi irrisori al mercati, rende impossibile giudicare lo stato di fondo dell’economia reale. In tal modo, per valutare se l’economia è in recessione è come misurare la temperatura dopo una forte dose di paracetamolo.

Tuttavia come con la celebre rana nell’acqua che si sta lentamente riscaldando fino a ebollizione, gli investitori vengono condizionati dalla facile speculazione fino a non riconoscere il pericolo, tanto che, nella loro ricerca di rendimento, gli investitori si stanno spostando in settori sempre più rischiosi del mercato, compresi investment-grade con rating spazzatura o quasi.

Secondo una nota leggenda, Joe Kennedy (il padre del futuro presidente) le mattine in cui andava a Wall Street, prima di entrare, si faceva lucidare le scarpe da un ragazzo che aveva il suo banchetto lì vicino. Gli dava un generoso dollaro. Una mattina il ragazzo gli diede o gli chiese (la cosa non è chiara neanche nelle favole) consigli d’investimento sulle azioni. Kennedy entrò in Borsa e pensò: “Se anche i lustrascarpe speculano sul listino, allora è il momento di andarsene”.

È il caso di leggere cosa scrive a tale riguardo Mario Seminerio, il quale unisce la conoscenza dei meccanismi finanziari a quella della chiarezza di racconto. Poi voi, se è il vostro caso, continuate a smanettare ... .

Sebbene le misure della Fed o della Bce abbiano contribuito a sostenere l’economia o comunque a non farla crollare, si sono tradotte in due idee pericolose: che i deficit fiscali non contano, e non importa quanto debito sia in essere, e che si possa speculare sempre di più in modo sicuro e affidabile.

Il debito pubblico nei paesi occidentali e in quelli sviluppati si calcola in media circa il 110% del Pil, rispetto al 20% nel 1970 (media che non tiene conto di paesi come Italia, Giappone, Belgio, ecc.).

In quattro decenni la dimensione dei mercati finanziari è diventata quattro volte la dimensione dell’economia reale. La maggior parte di questi profitti va in tasca ai ricchi, che sono i principali proprietari di attività finanziarie.

Come risultato del costante stimolo finanziario, la ricchezza media negli ultimi tre decenni è aumentata del 300% per l’1% più ricco e del 200% per il 9% successivo e di zero per il 50% più povero. Ciò lascia il capitalismo più debole, meno dinamico e meno equo, alimentando il populismo arrabbiato.

Una piccola aliquota di popolazione che crede di essere invincibile e una quota di popolazione in crescita che si sente sconfitta. Questa situazione ha dei precedenti storici, nessuno s’illuda.

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