giovedì 14 gennaio 2021

Le radici oggettive di ciò che accade

 

Che cosa si può dire di realmente sensato sul film comico proiettato ieri a Roma e ripreso dai media nazionali? Non bisognerà attendere gli annali del futuro per dirci come sarà classificato questo genere di ciarlataneria. Lo rivelerà ben presto, man mano che sarà smaltita l’anestesia generale, l’effetto prodotto dall’esplosione delle disuguaglianze sociali. Quando le opzioni disponibili nelle scelte di ciascuno saranno semplicemente ridotte ad un aut-aut.

Perciò, nella pausa tra un atto e l’altro di questa pantomima politica, vediamo cosa sta succedendo altrove.

La Fed ha già pompato 120 miliardi di dollari al mese e s’è impegnata a mantenere i tassi di interesse vicini allo zero per un futuro indefinito. Questo il principale motivo dell’impennata del mercato borsistico, da quando è precipitato a metà marzo scorso, ossia la consapevolezza che qualsiasi cosa accada la Fed interverrà con miliardi di dollari per sostenere la speculazione.

L’amministrazione Biden sarà obbligata dalla realtà a fornire ulteriori “pacchetti di stimolo” per aiutare le società. Se ce ne fosse bisogno, la nomina dell’ex capo della Fed Janet Yellen come segretaria al Tesoro, considerata amica di Wall Street, è una conferma che la politica monetaria americana, fatta di condizioni monetarie accomodanti e tassi reali pari a zero, non sarà diversa da quella odierna.

Tuttavia iniziano a farsi sentire le preoccupazioni per l’orgia di speculazioni, per esempio quelle di Jeremy Grantham, capo della società d’investimento GMO, il quale ha definito ciò che accade come “una vera e propria bolla epica” caratterizzata da un’estrema sopravvalutazione, con aumenti esplosivi dei prezzi, emissioni frenetiche e comportamenti d’investimento istericamente speculativi. Sostiene che questa vicenda sarà considerata come “una delle grandi bolle della storia finanziaria”.

Un tempo i mercati finanziari avevano qualche relazione con l’economia reale sottostante. Ora non è così, i profitti aziendali dipendono sempre più dal mantenimento di tassi d’interesse estremamente bassi per impedire un aumento del loro carico di debito e per finanziare operazioni sempre più speculative, come i riacquisti di azioni proprie.

L’enorme aumento del debito, sia privato che pubblico, ha fatto sì che i mercati finanziari siano estremamente sensibili anche a lievi aumenti dei tassi di interesse, e il rendimento dei titoli del Tesoro americano a 10 anni continua a salire, spingendo verso l’alto il costo del denaro in tutta l’economia. Chiaro che la Fed si muoverà per intervenire con ulteriori acquisti di obbligazioni, alzando il prezzo e mantenendo bassi i tassi di interesse.

L’unico modo per distribuire altro denaro alle società, senza provocare un aumento dei tassi d’interesse, è che la Fed riacquisti il nuovo debito pubblico non appena viene emesso: un’ulteriore statalizzazione dell’economia e del sistema finanziario a vantaggio degli speculatori. Dal 1980, il debito totale degli Stati Uniti è aumentato dal 142% del Pil al 254% nel 2019. Una situazione che s’avvita su se stessa sempre più.

Questo castello finanziario fatto di carta (anzi, neppure quella) è il risultato dell’istituzionalizzazione dei meccanismi finanziari attraverso i quali quantità crescenti della ricchezza della società sono trasferite nelle tasche di una ristretta minoranza. In ciò stanno le radici oggettive di ciò che accade politicamente negli Usa, non da oggi e non dall’elezione di Trump (termometro rivelatore).

La rivolta da parte della classe media, che si vede sempre più declassata e lacerata da contraddizioni sbalorditive, renderà sempre più difficile il mantenimento di una parvenza di democrazia.

2 commenti:

  1. Classe media proletarizzata. Prima o poi dovrai convenire con me che il concetto di classe va ridefinito.

    RispondiElimina