Come promemoria: il semplice acquisto di un pezzo di formaggio è tassato al 4%, i farmaci, la carne, i biscotti o l’aceto al 10%, un mobile o il pellet per scaldarsi al 22%.
Che lo Stato (governo e parlamento) favorisca in tutti i modi politiche economiche classiste è presto dimostrato: le migliaia di transazioni di negoziazione ad alta frequenza, derivati, mercato obbligazionario sono praticamente esenti da tassazione.
Non solo lo Stato, ma anche l’Unione Europea è sorda: ad oggi è all’ordine del giorno della Commissione Europea la Tassa europea sulle Transazioni Finanziarie (TTF), da non confondere con la Tobin tax, che promette di attuarla nel 2026 al ridicolo tasso dello 0,1% sugli acquisti di azioni e dello 0,01% sui derivati.
Veniamo all’Italia:
La legge di stabilità (governo Monti) per il 2013 (legge 228/2012), all’articolo 1, commi da 491 a 500, ha introdotto un’imposta sulle transazioni finanziarie, che si applica ai trasferimenti di proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi, alle operazioni su strumenti finanziari derivati e altri valori mobiliari e, infine, alle operazioni “ad alta frequenza”.
Sintetizzando:
- per quanto riguarda le operazioni su azioni, il trasferimento della proprietà di azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi, emessi da società residenti nel territorio dello Stato, nonché di titoli rappresentativi degli stessi, indipendentemente dalla residenza dell’emittente, è soggetto all’imposta con l'aliquota dello 0,2% sul valore della transazione.
- le operazioni in derivati, che abbiano come sottostante prevalente o il cui valore dipenda prevalentemente da strumenti finanziari e altri valori mobiliari, sono soggette a imposta in misura fissa, determinata con riferimento alla tipologia di strumento e al valore del contratto, secondo la tabella 3 allegata alla legge di stabilità. La tabella 3 specifica che fino a somme molto elevate la tassazione procede iniziando con uno zero virgola zero!
- per quanto riguarda le operazioni ad alta frequenza, effettuate sul mercato finanziario italiano, l'imposta si applica con l'aliquota dello 0,02%.
guadagnano di più dalle sigarette.
RispondiEliminaDa tutto quel che vien per nuocere...
Quella che tu citi è una specie di imposta di bollo. La tassazione sulle plusvalenze è al 26%, salvo per i titoli di stato.
RispondiEliminaAnch'io pago le imposte a fine anno, ma quando compro il latte pago l'iva
EliminaEsattamente. Il problema sta proprio qui! L'imposta sul valore aggiunto, giusta o sbagliata che sia, in un certo senso agisce da regolatore sulla speculazione dei distributori nell'economia reale. La.sua assenza nell'economia di borsa non solo è moralmente ingiusta, ma è la causa primaria della possibilità di speculazione pseudo infinita...
EliminaCi sarebbe quasi da ringraziare le banche per le commissioni che fanno pagare:-/
È un piacere sentirti
EliminaÈ sempre un piacere leggerti
EliminaAbbiate pazienza. Le finanze pubbliche italiane si reggono sul debito. Se un BTP costasse 100+22, per essere rimborsato a 100, chi cazzo lo comprerebbe? Non resterebbe che licenziare gli insegnanti.
RispondiEliminaio ho la pazienza di santa Teresa, ma spiegami per quanto riguarda le operazioni ad alta frequenza, effettuate sul mercato finanziario italiano, l'imposta con l'aliquota dello 0,02% ti sembra una cosa ragionevole? vogliamo portarla da subito almeno all'1 per cento in Europa?
EliminaAllora è più onesto proibirle. Per coerenza, bisognerebbe chiudere le borse, con provvedimento analogo alla legge Merlin. La quale, come certo ti è noto, non ha abolito la prostituzione.
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