Nel plumbeo mattino del 21 gennaio del 1793, ebbe luogo, in Place de la Révolution, l’attuale Place de la Concorde, un evento per così dire collaterale a ciò che stava accadendo in Francia da qualche anno: fu decollato Luigi XVI, di anni 38.
Louis-Auguste, questo il suo nome, era figlio di Luigi Ferdinando, Delfino di Francia, il quale però morì nel 1765, regnante il padre, Luigi XV.
Louis-Auguste era il terzo di cinque figli maschi, dunque solo in terza posizione per la successione al nonno Luigi XV. Il primogenito era Luigi Giuseppe, che morì all’età di nove anni, caduto dal cavallo a dondolo (!). Il secondogenito, Saverio, morì di pochi mesi (1754). Per cui Louis-Auguste salì al trono nel 1774 con il nome di Luigi XVI. Gli altri suoi due fratelli, minori, divennero re dopo la Rivoluzione e il periodo napoleonico, rispettivamente come Luigi XVIII e Carlo X.
Louis Sébastien Mercier fu testimone dell’esecuzione di Luigi XVI:
«Son sang coule; les cris de joie de quatre-vingt mille hommes armés ont frappé les airs et mon oreille; ils se repetent le long des quais; je vois les écoliers des Quatre-Nations quie! élèvent leurs chapeaux en l’air: son sang coule; c’est a qui y trempera le bout de son doigt, une plume, un morceau de papier; l’un le goûte et dit: “Il est bougrement sale!” (*). Un bourreau, sur le bord de l’échafaud, vend et dis tribue de petits paquets de ses cheveux; on achète le cordon qui les retenait; chacun emporte un petit fragment de ses vétements ou un vestige sanglant de cette scène tragique. J’ai vu défiler tout le peuple se tenant sous le bras, riant, causant familièrement, comme lorsqu’on revient d’une féte» (Paris pendant la Révolution (1789-1798), ou Le Nouveau Paris, I, Paris, Poulet-Malassis, 1862, pp. 330-31) (*).
Succederà ancora, in altre forme ovviamente, forse non meno taglienti d’un tempo. La catastrofe cui si approssima questo sistema è ormai nelle cose, e non potrà esserci mutamento pacifico in una situazione sociale e globale irta di così divaricate ed esplosive contraddizioni. Il naufragio della borghesia è sotto gli occhi di tutti, e non dobbiamo trascurare che se essa da lungo tempo ha assunto un carattere nettamente conservatore e in gran parte reazionario (le differenze tra gli elementi avanzati e quegli arretrati sono ormai insignificanti), il modo di produzione capitalistico conserva immanente e irrinunciabile un carattere rivoluzionario: da un lato spinto incessantemente dalle sue stesse leggi e dall’altro perché il proletariato è il suo prodotto più specifico.
(*) L’autore allude probabilmente ai bovini allevati nelle paludi salmastre del sud della Francia (carne da gourmet!).
(*) La traduzione offerta da Antonio Spinosa in Luigi XVI: L’ultimo sole di Versailles, non è in alcun modo fedele rispetto al testo originale.
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