giovedì 28 gennaio 2021

Alla fine usciremo da un camino


L’autorità comunale può deliberare d’ufficio la cremazione di un cadavere se vi siano gravissimi pericoli igienico sanitari per la salute pubblica come in caso di epidemie o reali rischi di infezione endemica, e dunque anche se il de cuius avesse disposto diversamente il suo cadavere viene avviato d’ufficio alla cremazione.

Lasciando da parte la pietas e ragionando tecnicamente, la cremazione è un processo di mineralizzazione del cadavere ad alta temperatura, dove il feretro è posto nella camera di combustione primaria ad una temperatura tra 300 e 800° C..

Molti credono che la cremazione produca subito delle ceneri, in realtà non è così, poiché derivano dalla frantumazione, attuata in genere con procedimenti meccanici (rulli), dei frammenti ossei calcinati raccolti a processo avvenuto. La durata di una cremazione nei moderni impianti può durare da un minimo di 90 minuti a un massimo di 3 ore.

L’impianto di cremazione è costituito da: “camera di combustione primaria”, ossia dalla camera nella quale viene inserito il feretro per il processo di essiccazione pre-cremazione (i tessuti molli e i liquidi evaporano) e poi la cremazione vera e propria; “camera secondaria o di post-combustione”, destinata all’ossidazione dei prodotti della combustione provenienti dalla camera primaria; la zona di raffreddamento e mineralizzazione delle ceneri; la zona di scarico, triturazione delle ossa calcinate ed evacuazione delle “ceneri” (*).

Insomma, un processo abbastanza lungo e molto complesso, assai dispendioso in termini energetici (gas, energia elettrica, ecc.) che si compie in varie fasi, compresa quella del trattamento finale delle ossa.

Durante la fase acuta della prima ondata dell’epidemia di coronavirus hanno fatto il giro del mondo le immagini dei mezzi militari italiani, che trasportavano i feretri da una delle zone più colpite verso altre regioni, a causa dell’insufficienza di strutture crematorie disponibili, per l’eccezionale affluenza di salme.

Gli impianti italiani, nel 2019, erano 85, con mediamente un carico di lavoro per singola unità molto superiore a quelli di alcuni altri paesi europei. Questi impianti si trovano in genere nei cimiteri (vedi elenco). Esiste anche la possibilità del forno crematorio containerizzato, laddove la legislazione regionale lo permetta. C’è un’azienda italiana leader mondiale in questo settore (il made in Italy è anche trattamento post gastronomico).

Anche in Germania, per esempio, ultimamente si sono riscontrati problemi per l’alto numero di salme da cremare causa pandemia. Mi chiedo come facessero i nazisti nei campi di concentramento a cremare centinaia di migliaia di cadaveri, se non milioni, con un numero esiguo e assai rudimentale di forni crematori (a giudicare da ciò che ci viene mostrato), oltretutto con enormi dispendio energetico e problemi di tonnellate di ossa dapprima da frantumare e comunque da smaltire.

Non è di mia conoscenza alcun lavoro storico specifico su questo aspetto non certo trascurabile della pianificazione omicida messa in atto dai nazisti.

(*) Durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici, in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco (specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e idrocarburi aromatici policiclici. Non rari problemi di emissioni di diossina oltre i limiti. In Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenti emissioni; ogni regione o provincia stabilisce dei limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto ed alla tecnologia adottata.

Tra l’altro, va tenuto conto che nella cremazione non rientra l’esenzione IVA. In genere l’impresa funebre anticipa per conto del cliente le spese di cremazione (con IVA al 22%) e fattura intestata al cliente ed espone l’importo (e allega la fattura) a titolo di spesa eseguita per conto del cliente esente art. 15 del DPR 633/72. 

13 commenti:

  1. Anche farsi cremare dopo la morte è un problema! Purtroppo.

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  2. L'idea della cremazione mi riconduce invariabilmente alla dottrina della resurrezione della carne. Mi pare che la cremazione aggiunga qualche problema tecnico al recupero delle cellule di ciascun corpo. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche in caso di inumazione i problemi non mancano. Dato per scontato che il miracolo avvenga, non è saggio soffermarsi sui particolari tecnici, che lasceremo all'Onnipotente. Pensiamo piuttosrto alle conseguenze per ciascuno di noi. In linea teorica, sarebbe meglio ritrovarsi col proprio corpo in Paradiso, insieme agli altri Beati. Tuttavia, non dobbiamo illuderci: ci si ritroverebbe in compagnia di molti democristiani, tanti preti, Paola Binetti e Giuseppe Conte. Non è assolutamente da escludersi l'intrusione (il denaro può tutto) di Berlusconi, nonché di un esercito di volonterosi, capitanati da Casini e Tabacci. All'inferno, invece, si troverebbero le pornodive, e in generale persone più piacevoli. Certo, qualche tormento si dovrebbe subire, con l'aggravante del fine pena mai. Un bel dilemma. Aveva ragione Mark Twain, che così poneva l'alternativa: “heaven for climate, hell for company!”
    (pare comunque che la battuta fosse rubata).

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    1. sulla prima parte del tuo commento, penso che ci debba rivolgere a un teologo. il più affidabile che io conosca è monsignor Luigi Castaldi (e non è una battuta).
      per quanto mi riguarda, ho sul groppone una scomunica ad personam da parte del patriarcato di venezia, pertanto non posso vantare alcuna opzione.

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    2. Ostia, uno scomunicato fra le mie conoscenze mi mancava proprio. Vorrei poterlo raccontare agli amici, mi dai il permesso?
      Quanto alla mancanza di opzioni, però, leggi Purgatorio, 133 sgg.
      Il teologo Mons.Castaldi lo conosco da tempo, fin da quando era in odore di eresia.

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    3. con carta intestata stampata in rosso! naturalmente l'ho messa in cornice nel mio studio.
      "Si fa presente che quanto sopra comporta le seguenti conseguenze di ordine canonico:
      - esclusione dai sacramenti (cf. Can. 843);
      - privazione delle esequie ecclesiastiche (cf. can. 1184 s. 1, 1°)"
      e altre amenità ecclesiastiche.

      Quanto a Mons. Castaldi, non è solo in odore di eresia, ma zolfo puro. Anatema.

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    4. Che invidia, per la scomunica.
      Comunque il Purgatorio era Canto terzo, 133 sgg.

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    5. il secondo girone del Purgatorio te lo meriti proprio, sai che noia

      ti scandalizzerò (forse) ma la Commedia non mi ha mai particolarmente attratto, del resto neanche l'opera di John Milton e poemi del genere. preferisco di gran lunga l'Iliade, l'Odissea e cose così.

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    6. ...io più che altro mi lambicco sugli "atomi compartiti" - e sicuramente ognuno ne ha più d'uno. a chi spettano? al primo? all'ultimo? con cosa si sostituiscono?

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    7. ci sono stati un centinaio di miliardi di esseri umani prima di me; come posso essere sicuro del fatto che nessuno degli inestimabile atomi che mi compongono non abbiano composto qualcun altro prima di me? un re assiro, o un contadino maya? a chi vanno?

      (volevo dire "atomi condivisi" in realtà. mi scuso per la la sciatteria)

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    8. Non ricordo più chi disse che siamo tutti discendenti re e di schiavi

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    9. Cmq si calcola siano stati oltre 200 mld finora

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