lunedì 20 aprile 2020

Non proprio l'ultima, dotto'



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The number of deaths was estimated to be at least 50 million worldwide with about 675,000 occurring in the United States.

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Nel ventesimo secolo si sono verificate tre pandemie influenzali: nel 1918, 1957, e 1968, che sono identificate comunemente in base alla presunta area di origine: Spagnola, Asiatica e Hong Kong. Si sa che sono state causate da tre sottotipi antigenici differenti del virus dell’influenza A, rispettivamente: H1N1, H2N2, e H3N2.
Sebbene non classificate come pandemie, tre importanti epidemie si verificarono anche nel 1947, nel 1977 e nel 1976.

Dopo la pandemia del 1918, l’influenza ritornò al suo andamento abituale per tutti gli anni trenta, quaranta e cinquanta, fino al 1957, quando si sviluppò la nuova pandemia.

Nel febbraio del 1957, un nuovo virus influenzale A (H2N2) emerse in Asia orientale, innescando una pandemia ("influenza asiatica"). Questo virus H2N2 era composto da tre diversi geni di un virus H2N2 originato da un virus dell'influenza aviaria A, inclusi i geni di emoagglutinina H2 e neuraminidasi N2. Fu segnalato per la prima volta a Singapore nel febbraio del 1957, a Hong Kong nell'aprile del 1957 e nelle città costiere degli Stati Uniti nell'estate del 1957. Il numero stimato di decessi era di 1,1 milioni in tutto il mondo e 116.000 negli Stati Uniti.

Come nel 1957, la nuova pandemia provenne dal Sud Est Asiatico e anche questa volta fu la stampa a dare l’allarme con la notizia di una grande epidemia in Hong Kong data dal Times di Londra. Nel 1968, come nel ’57 le comunicazioni con la Cina continentale erano poco efficienti. 
Poiché l’epidemia si trasmise inizialmente in Asia, ci furono importanti differenze con quella precedente: in Giappone le epidemie furono saltuarie, sparse e di limitate dimensioni fino alla fine del 1968. Il virus fu poi introdotto nella costa occidentale degli USA con elevati tassi di mortalità, contrariamente all’esperienza dell’Europa dove l’epidemia, nel 1968–1969, non si associò ad elevati tassi di mortalità. In Italia l’eccesso di mortalità attribuibile a polmonite ed influenza associato con questa pandemia fu stimato di circa 20.000 decessi.



7 commenti:

  1. gentilissima buondì e grazie per tutte le informazioni e gli aneddoti storici
    (che aumenterei se fosse possibile), la disturbo perché ieri sera ho visto su Byoblu un'intervista a Gianfranco la Grassa (https://www.youtube.com/watch?v=gfeWSjAaiiE) che ho trovato molto interessante, ma non conoscendo il tema in maniera approfondita mi rivolgo a lei per chiederle se tutto quello che il La Grassa racconta è corretto e se quindi val la pena di acquistare il volume e il relativo DVD Dieci discussioni su Marx, grazie ancora e buone giornate
    xiruam@gmail.com

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    1. buongiorno.
      La Grassa (quello attuale) è più pericoloso del coronavirsu. E non voglio aggiungere altro.
      perché non leggere Marx di prima mano? non subito il Capitale, per gradi: Il Manifesto, l'Ideologia tedesca, il Ludwig Feurebach di Engels, poi Per la critica dell'economia politica, quindi il primo libro del Capitale.
      Purtroppo viviamo un'epoca straordinariamente confusa e superficiale.

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    2. ...grazie, seguirò i suoi consigli

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  2. Trichet, ex governatore della BCE dichiara, in un intervista alla televisione italiana, che non dobbiamo preoccuparci, perché la sorveglianza macroeconomica rafforzata, prevista dal Trattato istitutivo del MES, non sarà necessaria se l'Italia prenderà "spontaneamente le decisioni giuste".
    Ha poi specificato che il peso dei sacrifici non dovrà essere sostenuto solo dai "ricchi", ma da tutti i cittadini.
    Secondo lui da questa crisi si esce solo se tutti sono pronti ad affrontare "lacrime e sangue". E cita Churchill per darsi un tono.
    Ecco il piatto che hanno intenzione di prepararci, virus o non virus.

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    1. Scusa Gianluca, ma tu cosa t'aspettavi dicesse uno nella sua posizione?

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    2. Ah nulla, non mi faccio pie illusioni su certi personaggi. Né su quello che dicono né sui loro eventuali "ravvedimenti" in stile Lagarde o Von Der Leyen. E'che comincio a notare un proliferare della retorica riguardo allo "stare tutti uniti" o "solo insieme ne usciremo". Che mi puzzano tanto di armiamoci e partite. Discorsi che in una situazione economica come quella che ci aspetta, sono belli e pronti per essere messi in pratica da chi non vede l'ora di fare caccia grossa.

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