mercoledì 29 aprile 2020

Non è divina ma nemmeno inedita


Dice Giacomo Marramao in un’intervista a Repubblica di sabato scorso: “Ma quello che stiamo vivendo non è il segno della sventura o della punizione divina (come in certe parti del mondo si continua a credere) ma l’effetto del modo in cui la natura reagisce, con il virus, all’alterazione che abbiamo prodotto in quel mondo-ambiente che è alla base della nostra sussistenza”.

Nessuno mette in dubbio il saccheggio delle risorse e i gravi effetti sull’equilibrio naturale del nostro modello economico (insuperabile, dicono!). Tuttavia smettiamola di dire che il virus è uscito da certi ambienti naturali perché siamo andati a rompere quell’equilibrio. Per l’ebola, tanto per fare un esempio noto, non è così. Del resto le pandemie virali e batteriche ci sono sempre state.

Per fare un esempio legato ai batteri, la famosa peste del 1348 impiegò una decina d’anni per giungere dall’estremo oriente in Europa. Oggi batteri e virus per viaggiare prendono l’aereo o i moderni cargo della marina mercantile. Il fatto è che da questo virus ci stiamo difendendo come nel 1348 perché non abbiamo vaccini e non sappiamo ancora quale terapia farmacologica sia realmente efficace, semmai già esista.

La verità è fin troppo netta ed evidente, ma non si vuol vedere. Questa epidemia ha un indice di mortalità molto basso, colpisce in prevalenza persone anziane affette da diverse gravi patologie, ovvero persone il cui sistema immunitario risponde debolmente. Errori di sottovalutazione dell'infezione e assenza assoluta di un piano per fronteggiarla, dunque mancata delimitazione dei focolai e gravi approssimazioni sanitarie, non solo iniziali, hanno prodotto in gran parte quel bel casino che sappiamo (solo in parte, perché molto è stato coperto).

Il resto l’hanno fatto e continuano a farlo i media. Prendi le televisioni, con due tre giornalisti e un paio di sedicenti “esperti”, senza il bisogno di troppi tecnici televisivi, vanno avanti per ore a infinocchiarci con filastrocche virali, col risultato di cospicui introiti pubblicitari e costi di produzione bassissimi. Per i proprietari di questi media e per giornalisti grandi firme il coronavirus è una manna. Più dura il panico e più si guadagna. Naturalmente questi puristi dell’informazione diranno che è calunnia.

A Caltanissetta o a Potenza, per dire due città a caso, non c’è alcun rischio di epidemia, i casi con sintomi sono assolutamente inesistenti o circoscritti. Altro esempio con dati alla mano: abito a metà strada tra due grandi ospedali, ebbene da settimane i ricoveri sono zero (ripeto: dati alla mano). Adottare le stesse misure di lockdown per tutto il territorio nazionale, ora come ora, è da irresponsabili. Per contro, aprire tutte le attività con grande afflusso di persone nei trasporti pubblici, non è ragionevole. Piaccia o no, dobbiamo procedere verso l’immunità di massa, ma con metodo, proteggendo per quanto possibile le persone più a rischio, evitando di ricoverare in massa chiunque abbia la febbre (è successo, eccome). Insomma, è questione di buon senso, avrebbe detto lo zio del Boccaccio alle prese con una epidemia ben più grave dellattuale, non roba da far decidere a “esperti”.

7 commenti:

  1. crisi sanitaria, geriatrica e ambientale.

    In Italia:
    Si sapeva che gli ospedali sono quello che sono.
    Si sapeva che democrazia zero, quindi gente sbagliata al posto sbagliato, tutti primari e presidenti.
    Si sapeva che gli imprenditori ci hanno fatto eleggere.
    Si sapeva che gli imprenditori sono "famiglie".
    Si sapeva che le famiglie sono "risparmi".
    Si sapeva come si era formato il governo.
    Si sapeva che Conte Giuseppe aveva vinto il concorso per ordinario.
    Si sapeva che la gente in Italia attraversa col rosso e piscia in faccia al vicino.
    Si sapeva che le forze dell'ordine sono la gente.
    Si sapeva che i giornalisti li paghiamo bene per strillare.
    Si sapeva che la juve avrebbe vinto l'inter a qualunque costo.
    Si sapeva tutto.
    Allora non si è fatto nulla.
    Infine (quasi un mese dopo) si mette in atto un blocco totalitario inimitabile perché non si sapeva nulla e non si poteva fare nulla...
    Nulla a che fare con la profilassi, nulla con la sicurezza né con la biopolitica da intellettuali raffinati. Solo politica. Grezza. Puro medioevo.
    Ora lo si toglie quando ci saremo dimenticati, poco a poco.

    RispondiElimina
  2. Caro Giuseppe Conte, con le relazioni in Italia arrivi ovunque; senza relazioni, con "distanziamento sociale", allora gli "arrivati" "eletti" "presidenti" bloccano tutto e tutti. Fermi, zitti. Stato etico non d'eccezione in Italia.

    RispondiElimina
  3. 《Per i proprietari di questi media e per giornalisti grandi firme il coronavirus è una manna. Più dura il panico e più si guadagna. Naturalmente questi puristi dell’informazione diranno che è calunnia.》

    Davanti a certe dimostrazioni di "senso civico", è dura ribattere che si tratti di calunnia.

    https://m.youtube.com/watch?v=1O2aZb5tEC8&feature=youtu.be

    RispondiElimina
  4. E dobbiamo anche sentire dell'aumento dei contagi in Germania come se gli sfigati fossero loro. Noi invece abbiamo un ottimo piano per la fase due. Basato su un paio di caposaldi. Il primo è che si esaurisca la platea delle morti degli anziani nelle zone messo peggio, cioè devono finire di crepare i vecchi. Ho finito da poco di parlare con una mia amica che lavora alle Molinette di Torino, reparto di cardiologia adibito a casi Covid dove hanno una media di 5 decessi a turno. In tutto ciò, al 29 di Aprile, a lei nessuno ha ancora fatto un tampone. E lavora 12 ore al giorno, con i sacchi dell'immondizia addosso tutto il tempo da settimane, perde 1 kg ogni giornata di lavoro e in ospedale le danno da mangiare una ciotola di riso e un pò di purea. Quelli che al telegiornale vengono chiamati eroi, capito? Il secondo caposaldo è annientare l'economia nelle zone dove è effettivo che non ci sia pericolo e che non sono nella merda come noi in Piemonte. Il comune denominatore a livello governativo è comunque sempre uno dall'inizio: non fare un cazzo. Su tutti i fronti: sanitario, economico, scolastico, sociale. In questo periodo, in materia di aiuti e assistenza concreta di cibo, medicinali e anche psicologica, hanno funzionato molto meglio le reti sociali costruite dal basso (associazioni, movimenti politici non riconducibili all'arco parlamentare), piuttosto che lo Stato nella sua assoluta latitanza. Anzi lo Stato ha fatto di tutto per mettere i bastoni fra le ruote a chi provava a mantenere vivo il tessuto sociale per arginare il fenomeno delle persone abbandonate e lasciate magari crepare in casa come bestie. O comunque poste in una condizione di totale solitudine. Con decretazioni assurde, con il via libera perchè ogni sbirro dalla polizia municipale fino al carabiniere si sentisse d'improvviso investito del ruolo di "guardiano della rivoluzione" come in Iran. Il che dimostra una volta di più che viviamo in una società che storicamente ha fatto il suo tempo. Oggi lo tocchiamo con mano per via del virus, domani sarà la crisi economica, dopodomani la guerra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gianluca, magari ti è indifferente, ma sappi che condivido ogni singola parola che hai scritto.
      Ciao

      Elimina
    2. ben detto Gianluca

      la "libera" stampa, tutta o quasi, complice

      Elimina
  5. Qualcuno ha detto tempo fa': "Tutti i governanti che hanno poco da offrire ai loro sudditi dovrebbero cominciare col privarli di ogni cosa, perché ogni piccolo favore concesso in seguito diverrà la più generosa delle elargizioni" ed altri; "nell'estremo dell'umana degradazione vi sono momenti in cui ogni possibilità di mutamento, anche in meglio, appare piena di rischio e pericolo"

    RispondiElimina