domenica 26 aprile 2020

Il Conte nel bosco



Avevamo bisogno, non da oggi, di un Conte di Cavour. Di statisti à la Cavour, sfortunatamente, siamo sprovvisti. Ripiegando l’Italia s’è accollata un Conte qualsiasi. È questi un uomo forse senza gravi difetti, tuttavia sprovvisto delle attitudini necessarie per farne uno statista, sia pure di passabile affidabilità.

Basta guardarlo quando parla alla nazione in un momento di grave e inedita contingenza. Sembra un fanciullo che va per il bosco in cerca di funghi, indeciso su quali cogliere e quali no. In tal modo una situazione molto seria s’è via via trasformata in tragedia. Tutto è sotto controllo, aveva assicurato con soverchia baldanza il 30 gennaio, quando dichiarava lo stato d’emergenza. È possibile che mentisse sapendo di mentire, o forse ciò che diceva era frutto di estrema superficialità. L’una ipotesi non attenua la gravità dell’altra e viceversa.

Quando si dichiara uno stato di emergenza di sei mesi vuol dire che si ha, o si dovrebbe avere, contezza che qualcosa di grave sta accadendo, e dunque ciò non dovrebbe indurre alla placida tranquillità, bensì all’immediata predisposizione di misure, per l’appunto, d’emergenza, ossia profilattiche ad ogni evenienza.

Michel Montaigne aveva ragione quando non suoi Essai, diceva: “tous le maux de ce monde viennent de l’ânerie” (asineria).

Non si tratta del senno di poi, bensì di rendere per tempo operativo un piano d’emergenza datato 2018, che è rimasto evidentemente lettera morta. Per non dire del ventilato “piano” di cui si ciancia in questi giorni e rimasto, senza che vi sia stata smentita, arcana imperii.

Nessuno poteva prevedere ciò che è successo, si dice ora. Vero è che non si preventivava accadessero certe situazioni di cui oggi con fatica e reticenza emergono particolari agghiaccianti. Così come non risponde a verità che era impossibile prevedere il virus in l’Italia, tant’è che per tale timore fu interrogato il dott. Burioni, il quale fugava ogni dubbio di essere colpiti da un virus piuttosto che da un meteorite.

L'Italia non è mai stata un paese di solida democrazia, se non nelle intenzioni di una parte di benpensanti cittadini, e molto meno nella corrispettiva volontà delle istituzioni. Ne è prova, ancora una volta, l’opacità della comunicazione ufficiale e la resistenza opposta alle richieste di chiarezza su ciò che realmente è accaduto e si prefigura per l’innanzi. Pertanto non dovrà sorprendere che il comune cittadino, passata l’iniziale isteria mediatica, prenda le misure della situazione in atto e diventi restio ad aderire con fiducia a quanto gli viene imposto o “suggerito” per il bene suo e di quello altrui.

7 commenti:

  1. La società italiana considera il posto di lavoro un valore superiore alla stessa vita umana: specie la vita degli altri, ma anche la propria. Pertanto, la perdita del lavoro è l'unica causa che può smuovere anche posizioni politiche ideologicamente consolidate. Essere considerati responsabili della sopravvenuta perdita della sicurezza sociale di milioni di individui è ciò che nessun gruppo politico si può permettere. In condizioni socioeconomiche come quelle che si prospettano, non solo il Facta fortunosamente divenuto premier, ma anche i partiti che lo sostengono dovrebbero, per il loro stesso bene, dare luogo a un governo di unità nazionale.

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    1. e alloro emigreremo tutti e cercheremo fortuna all'estero come hanno fatto trisavoli e trisnonni - dato che dipingete l'estero come il paradiso; oppure si sta tanto bene sul divano e vi manca l'elmetto ?

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    2. Questo commento è nidificato sotto il mio, ma faccio fatica a capirne l'inerenza. Anche l'uso del "voi" mi torna strano, essendo pratica in disuso da esattamente 75 anni e un giorno.

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    3. a fra', che te devo di'? non m'intendo né di "voi" e neanche di "a noi".

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  2. Certe volte vorrei vedere te a capo di questo paese e poi vedere cosa succede. Aprire un blog e criticare è facile, facilissimo, trovi sempre in appiglio o un elemento per affermare: Tizio ha sbagliato, Caio è un imbecille, Sempronio è un minus habens, soprattutto col senno del poi. Tu però non sai com'è stare dentro la macchina del "potere", sono infinite le cose che ignori e che a volte spingono a fare certe scelte e non altre. In questo caso poi la faccenda è molto più complicata, inedita nella storia del mondo, è comprensibile che tutti quanti brancolino nel buio. Comunque sarebbe divertente vedere te a capo del Governo
    italiano e Conte che ti fa le pulci quotidianamente dal suo blog: "Giuseppi". Ci divertiremmo.

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    1. Non rispetto la tua opinione, perché frutto di accuse gratuite.
      Vado sul concreto. Primo: le pandemie non sono inedite nella storia del mondo (tre almeno dal 1918 al 1968); affermo che vi era un piano (almeno uno) del 2018 che non ha trovato applicazione, neanche minima. Secondo: è comprensibile che un comune cittadino brancoli nel buio, non chi deve predisporre misure per l’eventualità di un conflitto bellico, di una calamità naturale o di una pandemia. Terzo: nessuno ha ordinato a un personaggio scialbo e inabile come Conte di fare il primo ministro. Quarto: critico tutti coloro che nell’assumere un’alta carica istituzionale dimostrano nei fatti di non avere i minimi requisiti per assolvere il compito. Ultimo e riassumo: non hai capito un cazzo di quello che ho scritto, ma questa è l’unica cosa che non ti deve sorprendere.

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    2. Scacco matto :)
      L'aspetto che mi colpisce è che questi cuor di leone vengono su un blog come il suo (che avercene nel panorama scalcagnato che si trova online) a vomitare bile e non hanno nemmeno l'ardire di metterci un nome in cima al fango che lanciano. Anonimi, come i loro pensieri.

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