venerdì 17 aprile 2020

È un gran casino



Solo una mezza parola di quel titolo è sbagliata, non il titolo del libro di Márquez attribuito a Sepúlveda. Invece di “autore” andava scritto “lettore”. Che poi Cent’anni di solitudine non è granché, ma teniamocelo per noi se siamo di tale avviso, in modo da evitare che qualcuno ci denunci per offese al senso comune della letteratura. E quanto a Storia di una gabbianella, non ho alcun problema nel dire che non l’ho letto, e ciò senza sentirmi colpevole di chissà quale lacuna. E credo che non lo leggerò, come del resto non mi prenderò l’obbligo di leggere molti dei romanzi che nella nostra epoca vanno per la maggiore.

Tornando all’errore del titolo, dico: chi è senza peccato, scagli il primo anatema che trova. Di recente mi è successo di attribuire a London un libro di Dickens, per il semplice motivo che ero reduce da una serata passata in compagnia del primo. L’altro giorno invece di De Roberto ho scritto, convintamente, De Ruggero. Non è la prima volta che mi capita, e presumo succederà ancora, e ne conosco bene il motivo, che sarebbe troppo lungo e noioso raccontare, disperso nelle brume del Novecento che fu.

Porto al corrente i più attenti lettori di questo blog di un qui pro quo molto più grave accadutomi la settimana scorsa: nella lista della spesa ho scritto senape invece di maionese. Converrete che, pur nella Babele enogastronomica televisiva dei nostri tempi, non si tratta di salse equivalenti, nemmeno per approssimazione. Volete sapere com’è finita? Ha davvero dell’incredibile, roba da The Twilight Zone. Invece della senape mi hanno recapitato con la spesa un vasetto di maionese! Da restare allibiti, lo so. Forse avevano finito la senape, tutto lì. Sia come si vuole, resta il fatto che è un gran bel casino la psiche, parola di Lucian Freud.

5 commenti:

  1. Beh..Lucien tratteggiava la psiche con maestria..
    Un caro saluto
    Roberto

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  2. Il vero guaio è quando si scambia il sale con lo zucchero.
    Pietro

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  3. Su "Cent'anni "non sono d'accordo ma sulla parola da cambiare hai ragione!
    Però leggiamo, che poi ci piaccia o meno un libro, sarà sempre una questione personale e mai soggetta al parere altrui. E per fortuna.

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