martedì 21 aprile 2020

Crollo del prezzo del petrolio



Il motivo è il crollo della domanda globale e, incidentalmente, la mancanza di capacità di stoccaggio negli Stati Uniti. Le principali struttura di stoccaggio (Strategic Petroleum Reserve) degli Stati Uniti si trovano in caverne di sale sulle coste: due siti in Texas (Bryan Mound e Big Hill) e due in Louisiana (West Hackberry e Bayou Choctaw), che hanno 77 milioni di barili di capacità, meno di quanto quel paese utilizzi in quattro giorni. Questi hub detengono circa 635 milioni di barili di petrolio, perciò si è pensato di stoccare presso il principale hub di stoccaggio commerciale del paese, a Cushing, in Oklahoma, una città di 10.000 abitanti. La settimana scorsa l’hub di stoccaggio era al 70% sui 6,6 milioni di barili di capacità (un’inezia), con gli operatori che affermavano che sarebbe stato al colmo entro due settimane. Ciò ha spinto il sell-off sui futures.

Perciò il crollo del prezzo non è un fatto legato semplicemente a una presunta “psicologia” ribassista. La dinamica di domanda-offerta è legge anche nell’ambito degli accordi di monopolio, e nonostante cosa ne pensi Trump. I produttori e gli intermediari stanno cercando di sbarazzarsi del petrolio e non ci sono acquirenti. Potrebbe andare anche peggio, tuttavia dei trader di futures stanno ancora scommettendo su un rilancio e quindi i contratti per giugno rimangono positivi. L’estate è la stagione di maggior domanda di greggio. Vedremo.

La domanda globale di petrolio era di 100 milioni di barili al giorno nel 2019, ora è diminuita di 30 milioni di barili. I contratti futures più negoziati sono scesi ieri del 18%, chiudendo a poco più di 20 dollari al barile. A gennaio chiudevano a 65.

Il Brent rimane positivo perché viene stoccato in petroliere che hanno ancora capacità di carico aggiuntive. Alla fine di marzo c’erano 109 milioni di barili nelle petroliere in mare. Venerdì scorso la quantità è salita a 141 milioni, dunque è solo questione di tempo (vedo ora che in giornata sul mercato future il Brent è precipitato sotto i 20 dollari e quello texano (WTI) lo regalano se porti la tanica).




L’industria dello scisto, che produce circa 10 milioni di barili al giorno, fornendo quello che Trump ha salutato come il “dominio statunitense dell’energia”, ora sta affrontando un rapido declino, anzi, un crollo.

Tra circa unora aprirà New York, non è difficile prevedere che per la Borsa sarà una nuova legnata e forse anche di più.

Quello che sta succedendo non riguarda solo il greggio, investirà tutte le materia prime e sarà inevitabile che s’inneschi un circolo vizioso che proprio non so di preciso dove ci porterà. La classe politica e quella padronale credo stiano sottovalutando le conseguenze di questo blocco economico. E quando certe cose si muovono si sa dove cominciano ma non come andranno a finire.  

Per quanto riguarda l’Italia (ove sarebbe stato necessario avere ai vertici istituzionali nazionali e locali persone di buon senso, con ampia esperienza dal “basso”, visione strategica e capacità comunicativa, dotate di nervi saldissimi), non scommetterei un euro sulla stabilità sociale. A quel punto, questa volta in forma diretta, chiederò all’on. Bersani, che pure quelle qualità le possiede, s’è sempre convinto che nel nostro paese “nessuno muore di fame”, e s’è per “fame” intenda semplicisticamente quella dell’antico.

7 commenti:

  1. Risposte
    1. fosse solo Conte
      solo da poco ci si sta rendendo conto degli orrori commessi e dello stato di polizia
      nemo profeta in patria, si sa

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    2. infatti lo difendono.
      ma non è questione personale, è pure simpatico il "galantuomo".

      Nemo il pesciolino dici? Troppi squali in effetti

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  2. Forse simpatico a sua madre (ogni scarrafone...)

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    1. ognuno ha le sue simpatie. al nostro amico il Conte è simpatico. a me era simpatico quel lazzarone di Raffaello Mascetti

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  3. ou, calmi amici. Simpatico intendevo agli italiani (nei sondaggi sembra), a Trump, alla Merkel forse, in Vaticano senz'altro, mica a me.
    Mi sembra un morto che parla in Europa... e solo ripete "eurobonds", potrebbero anche darglieli ma nessuno vorrà pagare il conto.

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