lunedì 6 aprile 2020

A che punto siamo



C’è reticenza sulle responsabilità, ormai evidenti e finalmente fatte proprie anche da parte di alcuni giornalisti (dopo un mese!). Già si gioca allo scarica barile tra governo e regioni sui criminali ritardi con i quali s’è intervenuti (anzi, non si è intervenuti affatto) in alcune zone, tipo la Val Seriana. Chi mai risponderà per quelle migliaia di morti che in gran parte si sarebbero potuti evitare se solo si fosse dato retta agli allarmi delle autorità sanitarie e non si fosse perso tempo nelle indefesse “valutazioni”.

Reticenza, se non peggio, c’è anche sui tempi di erogazione degli aiuti alle aziende e ai lavoratori. Il presidente del consiglio “auspica”, ma non ha la minima idea di quando saranno effettivamente e concretamente erogati i famigerati 600 euro.  Per quanto riguarda l’Inps, a tutt’oggi è impossibile per esempio avere accesso al proprio fascicolo e ad altri servizi.

Basterebbe questo per dire a che punto siamo della notte. Avanti con i Cadorna e i Badoglio. E chi altro ci mettiamo? Ah, bella domanda.

1 commento:

  1. Draghi.
    Conte è un primo ministro improvvisato che ha già annunciato non essere un uomo per tutte le stagioni. Infatti appena è arrivato brutto tempo le ha sbagliate tutte. Domani l'eurogruppo sarà drammatico. Come a Rapallo gli altri leader spingeranno perché venga accantonato Cadorna?

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