Sapete che cos’è la biliverdina? Io non lo sapevo. Si
tratta di una sostanza legata alla degradazione del sangue. Pare sia stata
identificata – scrive il Corriere della sera – tra le fibre della sindone grazie alla tecnica della spettroscopia
Raman, che riconosce la struttura delle molecole, come fosse una sorta
d’impronta digitale. Tempo addietro pare sia stata riconosciuta anche la
presenza di un componente del sangue come la creatinina e di una proteina
presente in molti tessuti, come la ferritina.
I due risultati indicano – scrive sempre il Corriere – che l’uomo avvolto nella
sindone aveva affrontato una morte crudele, un trauma produce la biliverdina
come degradazione dell’emoglobina nel sangue e la creatinina con ferritina
risulta dalla degradazione delle fibre muscolari. Nessun’altra causa è stata
presa in considerazione, e soprattutto nessun dubbio che si tratti di tracce
ematiche.
A sostenere questa tesi, megafonata dalla stampa, è
il solito Giulio Fanti, professore associato di Misure meccaniche alla facoltà
di Ingegneria di Padova, che a suo tempo aveva contestato la datazione al
carbonio 14 che colloca il lenzuolo nel basso medioevo (*).
Se avesse ragione Fanti, a proposito della datazione,
diventerebbe impossibile stabilire, anche come vaga ipotesi, a chi appartenesse
il corpo di quel povero disgraziato. Nel senso che in una società di cui è nota
la crudeltà dei costumi, la ferocia delle proscrizioni e gli amabili
divertimenti del circo, quel corpo potrebbe essere di una qualsiasi delle
migliaia e migliaia di vittime dell’antica crudeltà. Del resto la ragion di Stato non è meno sanguinaria del Dio di qualsiasi religione.
Per contro, se diamo retta alla datazione al carbonio
14, l’identificazione del torturato avrebbe almeno la possibilità di
restringersi all’ambito delle vittime della crudeltà cattolica: valdesi,
catari, gioachimiti, amalriciani, dolciniani, eccetera.
Una sola cosa, da parte mia, posso affermare con
certezza: anche se non so nulla di Giulio Fanti, egli non si annovera tra gli
atei, né tra gli agnostici o tra i buddisti, men che meno tra mussulmani ed
ebrei. Sicuramente è uomo di fede e di saldi principi cattolici (**).
(*) Dichiarazione del Custode Pontificio della Sacra
Sindone, Mons. Cesare Nosiglia:
«Con
riferimento alla notizia della pubblicazione da parte dell’editore Rizzoli del
volume “Il mistero della Sindone” di Giulio Fanti e Saverio Gaeta, nel quale
verrebbero riportate ricerche effettuate su materiale che si suppone provenire
dalla Sindone, il Custode Pontificio della Sacra Sindone conferma quanto
contenuto in proposito nelle dichiarazioni ufficiali su “esperimenti e analisi
riguardanti la Sacra Sindone” già rilasciate – in occasione di altri analoghi tentativi effettuati in passato su
presunti campioni di materiale sindonico – dai suoi predecessori: dal
Cardinal Giovanni Saldarini nel settembre 1995 e dal Cardinal Severino Poletto
il 4 maggio 2009.
In
particolare ribadisce che, non essendoci nessun grado di sicurezza
sull’appartenenza dei materiali sui quali sarebbero stati eseguiti detti
esperimenti al lenzuolo sindonico, la Proprietà e la Custodia dichiarano di non
poter riconoscere alcun serio valore ai risultati di tali pretesi esperimenti.
Mons. Cesare
Nosiglia
Arcivescovo
di Torino
Custode
Pontificio della Sacra Sindone
Torino, 27
Marzo 2013».
In una nota dello stesso 27 marzo 2013 sul sito di
Vatican Insider sono riportate le dichiarazioni del CIS (oltre a quelle dei
precedenti vescovi ai quali Nosiglia faceva riferimento). Si legge che:
«il Centro
Internazionale di Sindonologia di Torino esprime le proprie riserve dinanzi a
un approccio al tema che si baserebbe su elementi quali l’analisi di campioni
di tessuto la cui appartenenza al telo sindonico risulta perlomeno dubbia e
comunque non provabile, in quanto privi di qualsiasi tracciabilità.»
(**) Gian Marco Rinaldi, del CICAP, scrive: «Fra i sindonologi più “scientifici”, di cui
Fanti è un capofila, si è diffusa negli ultimi anni la tendenza a cercare le
ipotesi più fantasiose per spiegare la formazione dell’immagine sindonica. Si è
parlato di campi elettrici ad altissima tensione con conseguente “effetto
corona”, di radiazioni di tutti i tipi, in particolare radiazioni laser di
inaudita intensità, poi di terremoti con annessi effetti “piezonucleari”. Un
autore ha fatto ricorso addirittura a un fenomeno di annichilazione fra materia
e antimateria, una sorta di primordiale Big Bang».
Nessun commento:
Posta un commento