venerdì 22 settembre 2017

Non di solo assistenzialismo



Ritorno brevemente sull’articolo di Salvatore Rossi di ieri. La cosa che di quell’articolo mi trova meno d’accordo, di là delle cifre e delle considerazioni, sta nel titolo. Quel riferimento all’assistenzialismo tout court che può dare, mi rendo conto, anche fastidio. Chiaro che il Sud non è solo assistenzialismo (quanto ad assistenzialismo – pur con un impiego delle risorse incomparabilmente migliore – le due province autonome di Trento e Bolzano non scherzano). Il Sud personalmente lo conosco molto bene, starei per dire benissimo. È fatto prevalentemente di tanta brava gente – non è un modo ruffiano di dire – che lavora e spesso si spacca la schiena. Persone che pur di lavorare sono emigrate, come del resto è capitato anche a generazioni di Veneti e Friulani. Ma il Sud è anche, ben lo sappiamo, indolenza e rassegnazione. Quest’ultima è facile da condannare, ma lì le cose non sono per nulla facili, il rischio è alto per chi si oppone ad un certo andazzo. Poi viene anche il secolare assistenzialismo, che però va inquadrato storicamente e nelle realtà concrete. Soprattutto – e qui riprendo quasi alla lettera un commento al post di ieri – la miope borghesia meridionale ha preferito rimanere sul cavallo della rendita e del finanziamento pubblico – quindi passibile di ampi storni – invece di rischiare una fondata e duratura evoluzione del proprio contesto produttivo e sociale. La politica nazionale ha seguito lo stesso ragionamento conservativo, anche per ragioni elettorali, favorendo uno status quo già allora insostenibile, e dunque l’assistenzialismo camuffato da pubblico impiego, da finanziamenti a fondo perduto, pensioni di invalidità, contributi previdenziali fittizi a go-go, ecc..


Questa mattina, di getto, su un tema di discussione di per sé infinito e quanto mai controverso, volevo aggiungere questo.

8 commenti:

  1. In che senso conosce molto bene il sud. Ci ha vissuto?

    Saluti

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    Risposte
    1. Mai che si dilunghi. Ma di che ha paura?

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    2. Avrà le sue ragioni per carità.
      Però un gestore anonimo di blog come lei, che accusa l'interlocutore di...anonimato, fa scompisciare dalle risate.
      Tanti saluti

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    3. la cosa sta in termini molto diversi: lei vuole sapere della mia vita privata.

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    4. "Il Sud personalmente lo conosco molto bene, starei per dire benissimo. È fatto prevalentemente di tanta brava gente – non è un modo ruffiano di dire – che lavora e spesso si spacca la schiena. Persone che pur di lavorare sono emigrate, come del resto è capitato anche a generazioni di Veneti e Friulani."

      Come vede, qui non si sta parlando della sua vita privata. La domanda era mirata per sapere, lei su quali basi esprime simili opinioni, e non certo per conoscere la sua vita privata.
      E visto che non ci tiene, stavolta non la saluto affatto.

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    5. ultimo e poi chiudiamola qui.
      lei mi ha chiesto se ho vissuto al Sud. Le ho risposto affermativamente. Ma a lei non basta. Che cosa vuole sapere? Dove, quando, per quanto, con chi e perché? No, bello mio, questo riguarda la mia sfera privata.

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