Non sembriamo, in generale, abbastanza avvertiti e
preoccupati di ciò che sta avvenendo e minaccia di accadere fuori dei nostri
patri confini, e ciò soprattutto perché siamo presi dal grande evento riminese, dove un
trentunenne è stato incoronato, a furore di web, candidato presidente del
consiglio dei ministri. In un paese fantasioso come l’Italia tutto è possibile.
Ad ogni modo provo a parlare d’altro e scusate l’insistenza.
Sulla scia del discorso bellicoso e minaccioso del presidente
Trump alle Nazioni Unite di quest’ultima settimana, la guerra di dichiarazioni
tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord si è intensificata aumentando il
pericolo di un conflitto militare catastrofico, dagli esiti imprevedibili.
L’Iran non è una potenza secondaria nemmeno per
quanto riguarda la cosiddetta cyber-guerra, basti pensare alla risposta
all’operazione Stuxnet, che si spera abbia fatto capire agli Usa di che cosa
sono capaci gli iraniani anche su questo fronte.
Dire che siamo di una situazione analoga a quella del
1914, non è avventato. Con la non lieve differenza che le mitragliatrici e i
cannoni lasciano il campo a vettori con gittata intercontinentale armati di
ordigni nucleari.
Il leader del Corea del Nord, Kim Jong-un, un bamboccione
di 33 anni con studi in Svizzera, in una dichiarazione televisiva ha avvertito che
gli Stati Uniti avrebbero “pagato caro” per la minaccia di Trump di
“distruggere totalmente” la Corea del Nord. Bisogna prenderlo seriamente, tanto
più che la responsabilità principale di questa pericolosa escalation poggia
sull’amministrazione Trump, che ha messo in un angolo la Corea del Nord.
I media statunitensi e internazionali (che quotidianamente
raccontano cose assurde di Kim Jong-un) accusano Pyongyang dimenticando di dire
che già l'amministrazione Bush ha affondato quanto concordato nel 1994 in tema
di armamenti nucleari, denunciando la Corea del Nord nel 2002 come parte di un
“asse del male”, e insistendo unilateralmente nel 2008 su misure di controllo molto
più severe di quelle scritte nell'accordo.
Le successive risoluzioni delle Nazioni Unite hanno gravemente
danneggiato il commercio del paese, vietando le esportazioni di carbone, frutti
di mare, tessili, ferro e altri minerali e riducendo l'importazione di
forniture di petrolio. In altre termini, gli Stati Uniti stanno tentando di
imporre unilateralmente un embargo commerciale e finanziario completo sulla
Corea del Nord, un passo che è di per sé già un atto di guerra.
Ridurre poi la questione nordcoreana a un fatto
psichiatrico è il solito leit-motiv con il quale le potenze occidentali e gli
Usa in primis preparano il terreno per un intervento diretto. Il regime di
Pyongyang è ben consapevole del destino dei governi che hanno capitolato alle
richieste degli Stati Uniti di abbandonare i loro programmi di armamento e di
accettare ispezioni sempre più intrusive. Ma questa volta cascano male, e tutti
noi con loro.
E a parte informarci, come leggere queste sue perle, di fatto cosa potremmo mai fare noi, cittadini della cosidetta società civile?
RispondiEliminaNiente assolutamente niente.
Non abbiamo nessun potere per cambiare il corso di questi eventi.
La mia era una domanda retorica.
non attaccheranno mai la corea del nord perché:
RispondiElimina1) la cina ha avvertito che se gli U$A tentassero ,come credevano possibile fino a qualche anno fa, produrre con una conquista diretta una "grande(sud) korea" testa di ponte anticinese si troverebbero a mare in meno di un mese senza più le loro basi in sud korea
2) se invece tentassero solo il loro "sport preferito" ( il "bombardamento intimidatorio") la sola reazione della NK sulle basi americane devasterebbe la Sud korea e parte del giappone senza che gli U$A ne avessero alcun vantaggio.
La questione MO invece può degenerare perché questa è di fondamentale interesse di Israele e quindi della più forte lobby al potere in USA
ws